Poco più di una settimana prima
Che idiota! Stupido scemo! Furono queste le esclamazioni che si ripeté mentalmente Leroy dopo aver lasciato la casa di Ethel Palmer, la Rivelatrice che gli aveva visto la morte. Il motivo di quegli insulsi alla propria persona? Non l'aveva neanche salutata. Le aveva rivolto un maledetto cenno col capo. E, ovviamente, ciò non avrebbe contribuito ad altro che a renderlo ancora più stronzo agli occhi della ragazza. Perfetto.
Non che gli importasse. Ma che gli diceva la testa? Non le piaceva. Per niente. Lei odiava lui. Lui trovava infantile lei. E scocciante. E un sacco di altre cose. Ma non bella. Assolutamente.
Leroy scosse la testa, come per darsi una mossa e svegliare il cervello. Dopotutto, Ben era ancora accanto a lui e non poteva mostrarsi perso in pensieri. Soprattutto se quei pensieri riguardavano Ethel. Quella ragazza sarebbe stata la loro rovina, se lo sentiva. Leroy non era abituato a un atteggiamento come quello della Rivelatrice nei suoi confronti. Tutte le ragazze che aveva conosciuto – parecchie – avevano aspettato per definirlo un malvivente. Certo, bastavano poche ore e diverse frasi d'approccio, ma nessuna era mai partita col piede di guerra come Ethel. La cosa era curiosa.
Anche Ben, però, d'altro canto era pensieroso. Non che fosse una novità. Quel ragazzo non faceva altro che pensare e riflettere. C'erano volte in cui si perdeva completamente nella sua mente. Certo, con i problemi familiari che aveva... Leroy non né parlava mai con Ben, né, tantomeno, ne avrebbe parlato con qualcun altro. In quel caso, Leroy pensava che anche un essere docile come Ben si sarebbe infuriato e l'avrebbe disintegrato nel peggior modo. Ma Leroy non era il tipo che spifferava segreti, soprattutto se questi erano dell'unica persona che, fino a quel momento, gli era davvero amica e lo accettava per ciò che era.
Ben non gli aveva spiegato tutte le difficoltà familiari nei dettagli, ma gli aveva spiegato abbastanza da fargli capire che preferiva non conoscere altro. La sua famiglia era un casino. Punto. E lui che una volta pensava che la sua, di situazione familiare, fosse un macello. Ma anche quella era un'altra storia.
«A che pensi?» disse Leroy all'amico. Non che volesse ficcanasare, ma aveva bisogno di distogliere i pensieri da Ethel e dall'ultima stupidata che aveva compiuto.
Ti piace la ragazza, eh? urlò il cupido che era in lui.
No, scemo, gli gridò di ricambio
Ma non ti vedi? Ti vergogni! Hai appena fatto la figura del coglione dinanzi a lei.
L'ho fatto perché lei non mi interessa, idiota. E ora chiudi il becco.
Ma Leroy sapeva che quel pensiero era una bugia a se stesso. Quella ragazza non le piaceva. D'altronde, credeva che comportarsi in modo più carino – tipo come Ben – non avrebbe fatto male. Già... Ben. Lui ci sapeva proprio fare. Nessuna ragazza avrebbe mai respinto il principe azzurro. E Ben non era semplicemente il principe azzurro, era un re cristallino, con i fiocchi, l'esempio che tutto il genere umano avrebbe dovuto seguire.
Fu proprio Ben a risvegliare Leroy da quei pensieri contorti rispondendo alla sua domanda: «Alla madre di Ethel. Mi guardava in maniera un po'... strana.»
Leroy sbuffò: «Certo. Avrebbe voluto ucciderci con lo sguardo, se non l'hai capito prima dalle parole.»
«No, intendo...» rifletté Ben: «Come se già mi conoscesse.»
Quella frase poteva apparire assurda. Ma ciò che Ben gli aveva appena detto l'aveva vagamente notato anche lui. Gaila – la madre di Ethel – aveva più volte cercato di ignorare di guardare lo Scongiuratore: «Bah... Forse perché sei della sua stessa specie.»
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Bitter Fate - Destino Amaro
Paranormal***NOTA: Quest'opera è stato un tentativo di scrittura di un'idea che mi era venuto molto tempo fa. Trovo quella stessa idea ancora validissima, però l'opera che ho scritto, ha diverse cose che, lette e rilette (col senno di poi), non sono realizzat...