Era stata una delle giornate peggiori della vita di Leroy, di quelle già passate e di quelle che sarebbero venute. Il suo unico desiderio era poter annullare gli ultimi avvenimenti se sapeva che avessero portato alla situazione in cui si trovavano.
Dopo che Ethel era svenuta, Ben era riuscito giusto in tempo a prenderla prima che cadesse di faccia sull'asfalto. E, da allora, non si era ancora risvegliata. Leroy la capiva: chi avrebbe desiderato risvegliarsi dopo ciò che era successo?
Kimball era rimasto sul corpo immobile della madre a piangere tutte le sue lacrime, finché, stordito, non si era alzato e aveva annunciato di voler portare la madre a casa. Ripeteva, come un mantra, che meritava una degna sepoltura, un funerale, una funzione umana. Nessuno aveva osato obiettare.
Gabriel aveva deciso di andarsene. Sembrava non essere riuscito a reggere l'ultima rivelazione di Gaila. Jenkins... è tuo fratello, aveva detto prima di morire. Jenkins. Tutti erano rimasti sconvolti a quelle parole. Gabriel non aveva neanche il coraggio di allungare lo sguardo verso il cadavere della donna. Andò solo alle spalle di Tatiana, che reggeva sulle ginocchia il capo di Gaila, e le picchiettò la spalla destra. A Tatiana bastò per capire, a quanto pareva, perché prese il capo della donna e con cura lo poggiò a terra. Chiuse gli occhi e sospirò. Dopodiché, Gabriel la trascinò via, senza dire nulla. Sembrava sconvolto. E Leroy non poteva che comprenderlo.
Dopo il loro allontanamento, Rex aveva annunciato che era meglio andare a casa Palmer, offrendosi di portare il corpo della madre di Ethel. Kimball non obiettò, dicendo solo di muoversi, asciugandosi le lacrime.
Rex fece come annunciato e prese Gaila tra le braccia. Leroy si alzò e si passò una mano ai capelli. Si voltò verso il suo migliore amico che, intanto, aveva preso anch'egli Ethel tra le sue braccia, tenendola stretta come qualcosa che volesse proteggere a tutti i costi ma allo stesso tempo con cura e attenzione, come se temesse di potersi rompere fra le sue mani.
Raggiunsero l'abitazione dei Palmer, in silenzio. Un silenzio che per la prima volta Leroy non volle frantumare. In situazioni come quelle, preferiva dire qualcosa per alleviare la situazione, ma in quel caso cosa poteva alleviare il dolore della morte di una madre?
Kimball tirò fuori le chiavi e fece entrare prima Rex con la madre tra le braccia, guidandolo al salotto. Leroy chiuse la porta d'ingresso dietro di sé. Quella casa, ora, aveva un non so che di malinconico. Era strano e triste vedere la vita di una famiglia tra i mobili e le mura di un'abitazione quando questa non avrebbe più accolto la stessa famiglia di una volta.
Rex adagiò il corpo di Gaila sul divano principale: «Dovremmo coprirla con qualcosa.» fu il primo a rompere il silenzio.
Kimball, ancora spaventosamente sporco di sangue, annuì: «Vado a prendere un lenzuolo.»
«Vado io, tranquillo.» si propose Rex.
Il fratello di Ethel deglutì e annuì ancora: «Va bene. Sopra le scale. La prima stanza a destra. C'è un mobile bianco. Troverai delle lenzuola lì.»
Rex annuì velocemente e si diresse al piano superiore.
«Dov'è la camera di Ethel?» domandò Ben al fratello della ragazza. Reggeva ancora la Rivelatrice con istinto protettivo.
«É...» iniziò Kimball.
«... la camera in fondo a destra.» concluse Leroy.
Ben gli lanciò un'occhiata: «Come...?»
Leroy se ne vergognava un po', in quel momento: «La volta che la tenni d'occhio da sotto casa.»
Lo Scongiuratore lo fissò ancora per un po'. Poi chiuse le labbra e fece un piccolo cenno di assenso. Lentamente si diresse verso le scale. Da lì, piombò giù Rex; in mano un lenzuolo turchese. Con l'aiuto di Kimball, entrambi adagiarono il lenzuolo sopra il corpo di Gaila, coprendolo del tutto. Il fratello di Ethel sospirò e s'inginocchiò accanto al divano, guardando sua madre coperta, non osando neanche un attimo di cedere alla tentazione di scoprirla e guardarla ancora una volta.
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Bitter Fate - Destino Amaro
Paranormal***NOTA: Quest'opera è stato un tentativo di scrittura di un'idea che mi era venuto molto tempo fa. Trovo quella stessa idea ancora validissima, però l'opera che ho scritto, ha diverse cose che, lette e rilette (col senno di poi), non sono realizzat...