Save The Day- Capitolo 11

91 6 25
                                    

Save The Day

Mentre lentamente l'ascensore scende, rivivo quegli attimi in quella stanza.

Quello strano maniaco che lavora per Cosmopolitan.

La testa si riempie di domande,di se e di ma.

Se Lorenzo non fosse arrivato?

Se quel maniaco mi avrebbe fatto qualcosa?

Se io non sarei riuscita a bloccarlo?

Cosa sarebbe successo?

Mi sento veramente male.

-Vuoi che ti accompagno a casa?- mi chiede gentilmente.

Annuisco senza togliere gli occhi dal pavimento dell'ascensore,che in quel momento pare essere molto interessante.

Sono fin troppo pensierosa per poter reagire.

Ma non posso lasciare che una cosa mi possa distruggere.

Lavorare per Cosmopolitan è il mio sogno e non posso fallire senza aver lottato.

Per fortuna ho incontrato subito Lorenzo,mi sta aiutando molto.

Una volta fuori dal grattacielo mi fa salire sulla sua auto.

L'odore di brezza marina del suo Arbre Magique si espande in tutta la vettura.

Lorenzo sale dalla parte del guidatore ma non mette in moto l'auto.

Si gira verso di me e lentamente mi alza il viso,facendo incrociare i miei occhi castani con i suoi.

-Mi dispiace per ciò che ti è successo. Non pensavo potesse accadere lì dentro. Sai ci sono telecamere dappertutto e la sicurezza dei dipendenti- si ferma un attimo.

-Ma certo! Le telecamere di sicurezza. Stai tranquilla,non lo rivedrai mai più quel tizio. Promesso- continua il discorso.

So che sta cercando di farmi stare meglio,ma ho comunque paura,non mi sento più sicura.

Inizio a sentire le lacrime agli occhi che sono pronte da un momento all'altro ad uscire.

Ma non ora,non davanti a Lorenzo.

Mi mordo il labbro inferiore cercando di trattenerle e abbasso lo sguardo,in caso lui riesca a notarle.

Senza aggiungere parola mi abbraccia e in quel momento scoppio.

Ho bisogno di liberarmi,di lasciare che tutto il blocco che sento all'interno se ne vada.

E a Lorenzo non gli dispiace,mi sta capendo infondo.

-Ora basta. Non ti voglio vedere piangere. Il tuo sorriso è bellissimo- mi asciuga le lacrime.

-Scusami- riesco a dire con un filo di voce.

-Non sei sola,ci sono io con te- mi prende la mano.

Lui c'è stato in questi due giorni e non so come faccia.

Pure io mi sarei odiata a stare con me stessa così tanto.

-Grazie- respiro profondamente e mi calmo.

Lorenzo mette in moto l'auto e inizia a guidare.

Io poso la testa al finestrino e guardo distrattamente la strada che passa.

L'auto sfreccia nel traffico di Milano ma riesco solo a vedere il mio volto nello specchietto.

-Siamo arrivati- annuncia Lorenzo.

-Okay- tolgo la cintura e scendo dalla sua auto.

Una volta scesa mi ricordo che Daniel dovrebbe essere ancora lì,ma non mi importa.

Mi avvio al cancellino bianco e lo apro.

Sento i passi di Lorenzo dietro i miei e mi sento sicura.

Arrivata in casa,vado dritta in camera mia.

Mi siedo sul letto e Lorenzo decide di mettersi accanto.

-Come faccio con il lavoro? Mi sono appena assentata-gli dico.

-Ho avvisato subito Miranda e mi ha dato il consenso di farti tornare a casa pur che io mi prendessi cura di te- mi prende la mano.

-Non voglio essere un problema- lo guardo negli occhi.

-No,non lo sei. Non pensarlo nemmeno- si avvicina al mio viso.

Sento il suo respiro così vicino a me.

Pochi centimetri ci tengono ancora lontani.

-Dov'è tua sorella?- urla Daniel.

Io e Lorenzo ci allontaniamo subito imbarazzati.

-Allora questa è casa nostra. Sei tu che sei di troppo. Vattene- mi alzo in piedi.

-Io faccio quello che mi pare e piace,hai capito?- Daniel mi prende il polso e mi avvicina a se.

-Fuori da casa mia subito- gli do l'ultimo avvertimento.

Lui stringe il mio polso tra la sua mano e mi piego dal dolore.

-Lasciala subito- interviene Lorenzo.

Daniel molla la presa e cerco di massaggiarmi il polso con l'altra mano.

-Ora voi due ve ne andate da qui- ci intimorisce Daniel.

-No- risponde Lorenzo.

Lo blocco prima che vada a farsi del male per colpa mia.

-Andiamo via- vado verso il mio armadio.

Prendo uno zaino,lo riempio di altri vestiti e di ciò che mi può servire.

Allungo la mano a Lorenzo e usciamo di casa.

Perfetto,ecco la classica giornata da dimenticare.

Prima vengo quasi violentata al lavoro e ora mi ritrovo senza una casa.

-Una terribile giornata- dico salendo in auto.

-Può essere ancora salvata- sale in macchina e mi guarda.

-Che vuoi dire?- gli domando.

-Sarà una sorpresa. Ti fidi di me?- mi chiede a sua volta.

-Bhe direi di sì- gli sorrido quasi convinta.

-Allora non pensare più a niente,che a te ci penso io- dopo questa frase mette in moto l'auto e parte.


Revival||Lorenzo Ostuni.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora