•Parte 11•

146 5 0
                                    

Slash pov
Ho vegliato su Rosy tutta la notte; mi sono fatto la mia dose e mi sono lasciato andare sulla sedia accanto al letto. Con gli occhi semi chiusi la guardavo, sudata e pallida, con i capelli sul viso, in una posizione innaturale come la sua bellezza...non so se sia effetto dell'eroina ma la vedo sotto un aspetto diverso ora che è immobile e calma come il mare prima della tempesta.

Sono le 10:33 del mattino e, dopo essermi brevemente addormemtato, ora sono sveglio. Rosy si sta agitando nel letto e temo riguardo la sua reazione nel trovarsi di nuovo qui, la casa da cui è stata cacciata solo tre giorni fa. Apre gli occhi e la osservo attentamente, ma poi mi guarda e smetto di colpo di fissarla.-Dove sono?- dice lamentandosi, -sei di nuovo a casa, tranquilla-le rispondo; di colpo sobbalza sedendosi  e controllandosi intorno.-Tranquilla sei al sicuro qui- cerco di convincerla, -Scusa, per un attimo ho pensato di essere tornata a Lafayette- dice tirando un sospiro di sollievo. Le propongo di fare colazione ma rifiuta , la rimprovero e la costringo a mangiare qualcosa.-Sei andata in overdose e per poco non centravi il coma etilico... Vorresti anche   digiunare?!...Senti se vuoi andare a morire, vallo a fare da un'altra parte. Qui mangi!- le urlo. Le porto un bicchiere di latte, unico alimento che abbiamo in casa; lo beve contro voglia.-So per esperienza che è dura, ma devi sforzarti di rimmetterti in forze. Sai benissimo che tuo fratello non approverà ne la tua presenza ne tutto l'accaduto- le dico da amico, - So che Will è a Seattle per un mini tour, tranquillo per il suo ritorno sarò già sparita- mi promette senza molte cerimonie.- Io non voglio che tu te ne vada, non ce la faresti da sola... Solo due giorni e guarda come ti sei ridotta!- la attacco, mi liquida con un ok e la lascio sola nella stanza.
Dopo circa un'ora sento urlare il mio nome dal piano di sopra, è Rosy; corro per le scale e spalanco la porta della mia stanza, dove la vedo giacere disordinatamente sul mio letto. È sudata e il suo aspetto, terribilmente simile a quello della sera prima, mi spaventa.-Che cazzo ti succede?- le chiedo un preda al panico,-h ho bisogno di una dose!- balbetta. Rimango sorpreso dalla sua richiesta, pensavo che tutto l'accaduto fosse cosa da una serata e via ed invece si faceva già.-Vabene- da impietrito come sono mi muovo verso il cassetto accanto al letto e tiro fuori un cucchiaio, due lacci emostatico e una buona dose di eroina;-Perchè due lacci?-  mi chiede con indifferenza, -Perchè la robba è mia e me la faccio anche io- rispondo seccato. Non vorrei farle questo ma non riesco mai a rinunciare, soprattutto quando sono in compagnia e non mi sento a mio agio. Lei ha quel suo sguardo tagliente che mi fa sanguinare, quel carattere che mi rende servo, quel fisico che mi rende colpevole. Le chiedo il permesso per prenderle il braccio, lei me lo porge scrutando ogni mio singolo movimento. Noto un grande livido viola sull'avambraccio, è lo stesso braccio da cui ho liberato l'ago ieri sera; le chiedo velocemente il destro e il nodo é fatto. Si agita continuamente e capisco che di sicuro non si droga da poco; mi chiedo solo come abbia fatto a nascondere tutto questo ad Axl. Mentre mi lego anche io, sento una mano alle labbra sfilarmi il laccio dalla presa dei denti,-Sta fermo, sarò anche in preda al delirio da astinenza ma, sicuramente, riesco meglio di te-. La lascio fare anche se il mio orgoglio direbbe tutto il contrario. Scaldo il cucchiaio e lei mi osserva lontana accanto a me;-Sei pronta?-,-Si, dammela!- mi risponde avida,-La robba è mia e decido io come fare-. Si zittisce, la vedo, ha quello sguardo da posseduta che contraddistingue ogni eroinomane, farebbe qualsiasi cosa per averla subito in corpo. Si piega alla mia volontà e mi porge il braccio. Se ne va prima lei e poi io, in silenzio stesi sul letto.

Rosy pov
-Come è successo?- mi chiede di punto in bianco,-Che ti interessa?- gli rispondo,-Voglio solo saperlo...-.-È stato mio padre-,-Che sballo, anche mio padre me la passava!- risponde divertito; infastidita, mi alzo sui gomiti,-Mio padre mi violentava, e un giorno è tornato a casa accusandomi di aver detto ciò che mi faceva in casa alla vicina...ricordo ancora che ero così agitata e lui così furioso che mi trascinò per i capelli nel suo studio, io urlavo terrorizzata. Mi menò, ma continuavo a gridare e dimenarmi; così prese una fiala contenete della polvere da un cassetto, ricordo che la sciolse e mi diede un pugno sugli occhi per non farmi vedere, ma come diceva lui "solo provare". Bruciò tantissimo, sentivo il corpo in fiamme, lui mi prese e mi violentò. Da quel giorno, iniettarmi eroina, divenne un dolce rituale prima del massacro-.
Mi sorprendo della cinicità con cui l'ho detto, lo guardo in faccia ed è sbalordito quanto me.-Scusa... Sapevo di quello che aveva passato Axl...ma di te non sapevo nulla...-,-Will se ne è andato e ha fatto bene, ma mi ha abbandonata...con il suo peggiore incubo-.

ESTRANGEDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora