•Parte 22•

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Axl pov
È sveglia, è confusa, non parla, non ha espressione. Le accarezzo la fronte e le sorrido docilmente ma non parla; sento arrivare Slash e faccio per alzarmi ma Rosy sfiora il mio polso e mi ferma,-Will, che ne sarà di me?- ha parlato. Ripenso a quello che aveva detto Duff il giorno prima, quando l'aveva vista a terra mezza morta, "tua sorella si droga" e io non ci avevo creduto ma poi ho ripensato a cosa ci faceva quel mostro che abita in casa di mia madre; ci drogava. Subito mi sale la rabbia e Rosy se ne accorge, ha ancora la sua mano sul mio polso. Forse ormai è abbastanza grande da poter risolvere i suoi problemi, per primi quelli con la droga. La guardai e le dissi con freddezza -Intanto vedi di disintossicarti- e lei mi guardò con vergogna anche se sapeva che ero a conoscenza, poichè l'avevo provata sulla mia pelle, del fatto che fosse quell'infame il primo ad ignettarcela contro la nostra volontà. Me ne andai a preparare le pochissime cose che avevamo per ripartire al più presto, lì io e mia sorella ci stavamo lasciando un pezzo di noi e lei soprattutto ci stava lasciando la vita.

Slash pov
Diedi il cambio ad Axl; le accarezzai la guancia, lei posò il viso sul mio palmo e cadde in un pianto di apparente frustrazione. Avevo sentito la conversazione con Axl entrando nella stanza e lui lo aveva capito che sua sorella si faceva di speed, che se si stonava riusciva a non pensare a tutto quel male, a tutto quell'acido che il suo cuore era costretto a pompare da quando aveva ricordo. Come avrei potuto aiutarla io, tossico da quando avevo 8 anni. Poggiai le mie mani sopra i suoi occhi mentre ancora il suo corpo era spasmotico dal pianto, con i pollici le accarezzai le guance e un pochino si calmò.

3 mesi dopo
Rosy pov
Non ricordo molto di quando tornammo da Lafayette; ma so quello che successe dopo. William era icazzato nero con me per via della droga , io ero ancora sotto sedativi ed invece di riposare nel comodo letto di mio fratello,  soffrii tutto il dolore delle mie costole malandate sugli scomidi sedili del divano in soggiorno. Saul litigò a lungo con Will e alla fine mi portò via da quella casa; passammo la notte su una panchina, io distesa e lui seduto vicino alla mia testa. Trovammo un monolocale a quattro soldi sulla Moonholland e privi di ogni nostra cosa ci trasferimmo. Ora sono sola in una stanza che puzza di omicidio, sudicia, Saul è alle prove con i ragazzi e io sono a godermi la terza dose della giornata sdraiata su un materasso già presente al nostro arrivo nel monolocale. Non parlo con Will da 3 mesi e sinceramente necessito di parlargli; ci sono cose troppo profonde che solo lui potrebbe capire ma, ora come ora, di parlarmi non ci pensa proprio. Sogno di quando portavo due piccole codine con i fiorellini tra i capelli e will aveva la testa quasi rasata coperta da uno strano cappello a righe, di quando io avevo l'apparecchio ai denti e lui girava con gli amici del quartiere, e si vestivano tutti in jeans e giubbetto di pelle.
Mi sveglio totalmente confusa, con una siringa ancora nel braccio; Saul è tornato ed è praticamente senza sensi steso davanti la porta del bagno. Mi sveglio e lo vado ad aiutare a sistemarsi a letto, accanto a me.

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