•Parte 19•

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Rosy pov
Accostai nel vialetto centrando in pieno un palo della luce, ero totalmente insensibile e senza senno; prima di uscire dalla macchina mi sparai tutto quello che mi era rimasto, lasciando siringa e cucchiaio sul sedile del passeggero. Non me ne fregava nulla, quella sera avevo deciso che sarei morta. Barcollai fino alla fine del vialetto , mi fermai brevemente davanti alla porta di casa che aveva delle vetrate laterali che lasciavano trapassare una tenue luce calda. Pensare che nel vicinato tante porte dal simile aspetto volevano dire famiglia,sicurezza e amore; qui no, poteva sembrare, ma invece la luce calda proveniva dall'inferno.
Senza farmi molti scrupoli spalancai la porta del tutto stonata, voltai lo sguardo verso la sala da pranzo, mio padre aveva gli occhi spalancati dall'incredulità. A quell'ora mia madre non poteva che essere in chiesa; e in quel momento ricordai la quotidianità di alcuni mesi fa. Si alzò con occhio feroce,- Era ora che tornassi dalla messa- ironizzò mentre si sfregava nervosamente le mani, quella era l'eccitazione che gli veniva prima di picchiarmi e io odiavo sentire quel lieve suono calloso che i suoi palmi producevano.-Non si va via da casa così!- disse con un tono inquietantemente calmo; io non provai nulla  finché, con un gesto veloce, si alzò dal tavolo per raggiungermi. Adesso avevo paura come tutte le altre volte; indietreggiai ma lui con un ghigno in faccia mi afferrò con le sue braccia robuste. Iniziai ad urlare ma mi tappò la bocca;- dopo quello che è successo l'ultima volta capisci anche tu che non posso permettermi errori, o qualcuno ci beccherà- mi sussurrò in un orecchio mentre mi bloccava la testa. Mi trascinò per i capelli fino al suo studio, mi sbattè il viso contro  un mobile in modo da lasciarmi disorientata mentre prendeva dal cassetto l'eroina che usava per anestetizzarmi quando facevo troppo casino. Prese tutto l'occorrente e lo poggiò sulla scrivania,-Dunque se ti iniettassi ora l'eroina, probabilmente dopo non sentiresti un granché.... E tu devi essere punita, perché te lo meriti!- ragionò calmo ma con un tono da pazzo. Io supplicavo come non avevo mai fatto, ma lui non mi ascoltò e mi diede un calcio così forte nello stomaco che in un primo momento quasi svenni. Mi ripresi solo perché sentii l'esigenza di sputare un fiotto di sangue che mi stava strozzando. Continuò a picchiarmi finché quasi non respiravo, dopo di che mi iniettò una dose che sarebbe potuta essermi fatale con tutta la droga e l'alcol che avevo già in corpo. Per un attimo pensai di riandare in overdose, il cuore sembrava uscire dal petto e la testa sembrava rimbalzare come una pallina di gomma.
Mi violentò con tutta la soddisfazione che aveva, il mio corpo era stravolto da ematomi e graffi; allo stesso tempo mi trovavo in una sorta di trans dovuta all'eroina. Mi lasciò in un angolo dello studio, con i pantaloni abbassati. Mi chiuse a chiave e disse che sarebbe tornato a breve. Io non avevo neanche il coraggio di piangere.
Axl pov
Mancava pochissima strada e saremmo entrati in città, ero terrorizzato da quello che avrei potuto trovare in quella maledetta casa. Solo ora capivo che il posto di Rosy non era a Lafayette
ma a Los Angeles...per sempre.

Arrivammo nel mio vecchio quartiere e la prima cosa che notai fu una macchina scaraventata contro il palo della luce, corsi giù dalla macchina e mi fiondai in quella ripugnante villetta, seguito da Duff e lo stronzo di Slash.
Entrai e c'era silenzio, solo il rumore dell'acqua di un rubinetto aperto; era quello del bagno. Corsi veloce pensando che dentro ci avrei trovato Rosy, magari era entrata in casa e non aveva trovato nessuno e ora si stava solo lavando le mani dopo essere stata in bagno; invece ci trovai quel lurido verme. Inizialmente non si accorse della mia presenza e lo osservai brevemente, era sempre lo stesso; si lavava le mani che erano sporche di....sangue. Rimasi immobile e lui si accorse di me, -E tu bastardo cosa ci fai qui? C'è per caso in atto una riunione familiare in corso di cui non ero a conoscenza?- disse con il duo tono beffardo, ero quasi bloccato, i vecchi timori stavano risalendo a galla. Indietreggiai e quando mi vide farlo disse - Se stai cercando quella troia di tua sorella, è nello studio....credo che stia dormendo- a quelle parole non mi importò delle sue provocazioni, chiamai i ragazzi dalla finestrella lungo il corridoio e, seguendomi, ci precipitammo nella stanza.
Duff fu il primo ad entrare e l'unica cosa che disse fu -oh cazzo!!!-, mi feci spazio tra i ragazzi e con me Slash; lui la amava, per me era l'unica ragione di vita.

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