Capitolo 5.

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Sono in un corridoio bianco, entro nella stanza sulla destra, prendo il bambolotto dal lettino, lo stringo tra le mie braccia, anche se gli ho staccato una gamba ne sono particolarmente affezionata, non intendevo fargli male, volevo solo vedere se avrebbe gridato, di solito non mi parla mai, infatti quando lo mutilai non disse nulla, non vuole parlarmi. Prendo la spazzola, mi giro verso lo specchio e comincio a spazzolarmi i capelli neri come la pece, poi guardo la mia vestaglia ed infine il cartellino "Melanie Martinez". Mi piace il mio nome.

Mi sveglio tutta sudata, era un sogno, ancora una volta, quel corridoio, e me, con un altro cognome, certo che andar a dormire troppo tardi gioca brutti scherzi...mi alzo dal letto e comincio a prepararmi per andare a scuola, oggi dobbiamo parlare del piano per andare a visitare l'ospedale.

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"Allora, come possiamo fare?" chiedo ad Ariana, lei fa spalluccie, poi dice "Ci dobbiamo andare di notte" io sbianco, lei sa benissimo che ho paura del buio. "Verso mezzanotte credo vada bene, dobbiamo fare in modo di uscire di casa senza far alcun rumore, per le 4 del mattino dobbiamo essere già nei nostri letti per non far capire ai nostri genitori, facciamo così ci vediamo a mezzanotte davanti scuola, così per l'una siamo all'ospedale, entriamo, facciamo un giretto e poi ce ne torniamo a casa, tutto chiaro?". Io e Kendall la guardiamo ed annuiamo all'unisono. Mi giro verso la prof che sta raccontando alcuni episodi dell'infanzia di Giuseppe Verdi, ora che ci penso bene io non mi ricordo quasi nulla della mia infanzia, ricordo solamente gli ultimi due anni di elementari, e questi delle medie, non ci avevo mai fatto caso, in effetti i miei genitori non mi hanno mai parlato di me da piccola, ogni volta che chiedevo qualcosa schivavano l'argomento, ho mai visto molte foto di quando ero piccola e tantomeno non ho mai visto i miei parenti, i miei dicono che vivono tutti all'estero però mi sta sorgendo qualche dubbio. Non mi era mai capitato di pensare ai miei ricordi...che non ho. Perché non riesco a ricordare, com'è possibile, è una cosa illogica, deve esser successo qualcosa nel mio passato di cui io non so nulla...andrò infondo a questa storia.

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Arrivo a casa, butto lo zaino in camera e corro in cucina, non appena finisco di pranzare devo chiedere a mamma un po' di cosine. Mi azzuffo sulla pasta e finisco primo e secondo in poco tempo, poi vado da mamma.

"Mamma potresti farmi vedere qualche album delle nostre foto?" dico un po' titubante. Mamma sbarra gli occhi, deglutisce e poi risponde "O...ok...okay...aspetta un attimo." Perché ha avuto quella reazione? Strano. Si alza e va in salone, allunga il braccio e prende gli album che stavano sull'ultimo scaffale della libreria. Io intanto mi giro per accendere la Tv. Sento un piccolo tonfo, mi giro e vedo che ai miei piedi c'è un album con la copertina interamente bianca, mi chino per prenderlo ma mamma mi precede, lo afferra velocemente e vedo un' espressione di terrore sul suo volto, tiene quell'album stretto al petto e mi fissa, "Uh qui ci sono foto imbarazzanti meglio che lo tenga io hahaha" quella risata non mi convince per nulla, mi sta nascondendo qualcosa, lo so, me lo sento, uff ma perché?! Cosa ci sarà in quell'album, di sicuro non foto imbarazzanti come lei vuole farmi credere, e poi perché ha reagito così...lo scoprirò...devo scoprirlo. Mi giro lentamente e seguo mamma con lo sguardo , ha ancora l'album stretto al petto e sta salendo le scale che portano verso la soffitta, va di fretta, decido di seguirla, mi sembra l'unica cosa opportuna da fare al momento.

Cammino lentamente in corridoio fino ad arrivare ai piedi della scala, quatta quatta salgo gli scalini che portano alla soffitta, mi appoggio con l'orecchio alla porticina e sento dei singhiozzi, ma cosa sta succedendo? Mi affaccio sull'uscio e vedo mamma china con l'album aperto e poggiato sulle ginocchia, sta fissando intensamente l'album e le lacrime scendono sugli zigomi come cascate, le mani sono strette in pugni, e le nocche sono bianche per la pressione che sta mettendo nelle dita, sarà un modo per scaricarsi, mi cade lo sguardo su una foto dell'album, mi porto una mano alla bocca inorridita da ciò che ho appena visto... nella foto ci sono io...ma non come sono ora, bensì come sono di solito nei miei sogni.

Come fa ad avere quella foto? Chi è quella ragazzina? Perché la sogno? Perché mamma piange? Perché sto piangendo anche io? Mi sta scoppiando la testa, non ci capisco più nulla.

"Asylum"  [ #Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora