Capitolo 20.

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Scendo già e vado ad aprire il portone a Ariana e Kendall, siccome oggi i miei non ci sono le ho invitate a dormire da me almeno non dovrò stare sola tutto il giorno.

"Ciaaao!" diciamo tutte e tre, mi sposto e le faccio entrare in casa, si buttano sul divano come se fossero a casa loro, io vado in cucina a prendere dei doraiaki che avevo preparato precedentemente e qualche bibita, quando torno stanno già smantellando casa con la loro battaglia di cuscini, scoppio a ridere.

"Raga! Giochiamo a nascondino?" propongo tutta entusiasmata.

"Sempre la solita" Dice Kendall mentre mi lancia un cuscino in faccia.

"Conto ioooo!!" Urla Ariana.

"1...2...3...4...5..." Ariana sta girata di spalle e conta, io e Kendall ci guardiamo e poi diamo un'occhiata a dove potremo nasconderci, non ci sono tanti nascondigli qui in salone, saliamo al piano di sopra, a differenza di Kendall che ha già trovato dove nascondersi, io non sono mai stata brava in questo gioco, nonostante sia il mio gioco preferito, decido di proseguire e salgo gli scalini che portano in soffitta, entro e mi metto dietro uno scaffale, c'è poca luce di sicuro non mi troverà mai qui... "96...97...98...99...100!!!" sento Ariana strillare da giù, mi sono nascosta appena in tempo.

Ora che guardo meglio è davvero grande la soffitta, ci sono venuta pochissime volte, sento i passi di Ari che sale le scale, tanto non mi troverà mai qui, chissà se ha trovato Kendall, c'è silenzio, probabilmente è tornata al piano di sotto a cercarci. Mi guardo attorno, a destra ci sono grandi scaffali pieni di scatoloni, la curiosità è tanta però mi conviene star ferma, ho un piccolo problemino fisiologico, ogni volta che trovo un buon nascondiglio mi viene da far pipì.

Sono più di dieci minuti che sto qua su e ancora non mi ha trovata, la cosa comincia a farsi davvero noiosa, mi alzo e passeggio un po' per sgranchirmi le gambe, sento un cigolio alla porta così mi giro di scatto per rimettermi nel mio nascondiglio, per sbaglio con il braccio urto lo scaffale dietro di me, la grande scatola bianca che stava in alto, cade a terra, e con lei tutto il suo contenuto, incuriosita mi siedo a terra ed apro la scatola, ci sono tantissimi album fotografici, così li prendo e comincio a sfogliarli, magari trovo qualcosa di interessante, ci sono molte foto dei miei quando erano giovani, continuo a sbirciare tra le foto finchè non finisco tutti gli album, anzi no, ne è rimasto uno, è molto diverso dagli altri, non ha una copertina colorata ma bens' è bianco e poi è molto sottile, accanto c'è una cartellina anch'essa bianca, non so perché ma provo una sensazione strana, come se stesse per succedere qualcosa, prendo l'album e lo apro... oh mio dio, non posso crederci!! Ci sono un sacco di foto mie da piccolina, sono vestita come nei miei sogni...e anche il luogo è lo stesso, non riesco a capire, cosa è successo, perché tutte queste coincidenze, prendo la foto e la guardo meglio, ci sono io, avrò avuto un 4-5 anni, sono in braccio ad un signore, non riesco a capire chi possa essere, lo guardo meglio, ma certo! È Albert, il dottore, accanto ci sono papà e mamma e a destra.... A destra c'è la signora Annah.

Non è possibile ma che significa tutto questo?!

Prendo la cartellina che stava accanto agli album e la apro, dentro c'è una mappa mondiale con delle frecce, partono da Londra per arrivare in Thailandia, poi ci sono scritti dei numeri accanto e delle date, non so a cosa corrispondano per cui la ripiego e comincio a leggere i fogli che ci sono, sembrano essere documenti...continuo a leggere tranquillamente fino a quando " Io sottoscritto Mark Lawrence con la qui presente Samantah Lawrence dichiaro di voler prendere in adozione la figlia biologica di mio fratello Albert Martinez e sua moglie Annah per motivi logistici"

Leggo queste parole con un nodo in gola, le lacrime ardono sui miei zigomi ed i singhiozzi sono sempre più forti, mi sembra di svenire, vedo tutto offuscato, "Adozione" è l'unica parola che mi rimbomba in testa, è tutto un caos, il dolore che sto provando ora è imparagonabile a tal punto che non mi sono nemmeno accorta di Kendall ed Ariana che cercando di capire il motivo per cui sto piangendo, prendo i fogli e quasi glieli sbatto in faccia, come se loro avessero qualche colpa, stanno solo cercano di aiutarmi, ma sono troppo accecata dalla rabbia e dalla delusione che non riesco a dire o fare nulla, le guardo e piango, loro si avvicinano per abbracciarmi ma io sto immobile, ora come ora vorrei solo svegliarmi e scoprire che era tutto un sogno, ma purtroppo non è così, anzi quei sogni erano un segnale, tutto era un segnale, il valium, le foto, i sogni, Albert, Annah, non mi sono mai accorta di nulla, ma perché i miei genitori non mi hanno parlato di tutto questo, ora che ci penso non posso nemmeno chiamarli genitori, sono schockata, le persone che per 14 anni ho creduto fossero miei genitori si sono rivelati dei traditori, mentre sconosciuti che ho avuto modo di conoscere da qualche tempo sono i miei genitori biologici, certo che la vita è bella quanto amara. Mi giro verso Ariana e Kendall che stanno leggendo i fogli, anche loro sono scosse, non sanno che dirmi e le capisco, neanche io so come comportarmi, di sicuro appena arrivano i miei devo farmi spiegare tutta sta roba.

"Asylum"  [ #Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora