Capitolo 8.

24 2 0
                                    


"Prima o poi dovremo dirglielo!"

"Ha raggiunto la giusta età per comprenderci, dovremo dirglielo ora!"

"No! Non ancora! La prenderebbe malissimo"

Sono queste le parole che mi rimbombano della testa, ieri i miei genitori erano in cucina, stavano discutendo di non so cosa, forse non lo voglio manco sapere, il fatto che alcune cose mi vengano nascoste mi urta completamente il sistema nervoso, a volte penso che è per il mio bene, spero di non sbagliarmi. Però da come ne parlavano, dall'alterazione della voce, dalle facce preoccupate, questa cosa mi mette ansia e soggezione. Chissà cosa mi nascondono, al solo pensiero mi viene il mal di testa, perché i grandi devono essere sempre così complicati.

Alzo lo sguardo ed incontro un paio di occhi dall'altra sponda della strada, appena i nostri occhi si incrociano quest'ultimi si distolgono quasi immediatamente, l'uomo che avevo visto sparisce dietro l'angolo della strada , rimango sorpresa

dall'atteggiamento di quel uomo, perché si è comportato in modo così bizzarro dopo avermi vista? Era piuttosto strano anche fisicamente, grasso, alto, robusto, vestito con un camice bianco tutto sgualcito, barba media e molto folta, capelli grigi, probabilmente è una persona molto stressata, portava dei scarponi da campagna, insomma proprio un senzatetto direi.

Mi volto e cambio strada per arrivare prima a casa, di solito dopo scuola non sono così stanca, non come oggi perlomeno, mi gira fortissimo la testa. Mi guardo intorno, tra poche centinaia di metri sarò a casa, ove potrò stendermi sul letto e fare un riposino di modo che mi passi tutto. I miei passi si fanno sempre più pesanti, la testa comincia a girarmi ed iniziano a fischiarmi le orecchie, mi prendo la testa tra le mani e stringo, può sembrar assurdo ma delle volte si allevia il dolore. Ad un tratto comincia anche ad annebbiarmisi la vista, dopo poco vedo tutto buio, sento un tonfo, sono caduta a terra, socchiudo gli occhi e mi guardo intorno, non c'è nessuno vicino a me che possa aiutarmi, cerco di rialzarmi ma tutto invano, la testa mi fa sempre più male, mi rassegno all'idea che qualcuno possa aiutarmi, rimango lì stesa a terra, in una pozza di sangue tra le vie di Londra.

- - - - - - -

"Portatela in sala rianimatoria! Ha pochi minuti!"

"Non credo sia possibile fare qualcosa, ha perso molto sangue!"

"La mia bambina! Andrà tutto bene vero dottore?" Tra un singhiozzo e l'altro sento mia madre che spera in meglio.

"Signora non posso assicurarle nulla..." dice il dottore con voce dispiaciuta.

Apro gli occhi e capisco di essere nella sala operatoria, su un lettino, le infermiere corrono di qua e di là come formiche, si apre la porta principale ed entra il dottore, si avvicina, mette la mascherina e poi mi prende per il polso, inietta qualche liquido nel mio braccio, suppongo sia anestesia, mi si socchiudono gli occhi e mi lascio alla sorte, sarà lei a decidere se tenermi in vita o meno.

Sono in una stanza buia, sempre su un lettino d'ospedale, ma non vedo nessuno, anzi, vedo due occhi, ora una figura in penombra, si avvicina a me, ha un camice bianco ed in mano alcuni fili, sono legata, so cosa sta per succedere, l'ho visto in un film, lo usano per calmare le persone irrequiete, mi mette questi fili alle tempie ed avvia la grande macchina nera che sta vicino a me, questa porta scosse di elettricità che percorrono tutto il mio corpo, comincio a tremare, svengo.

Apro gli occhi di scatto, era un incubo, stranamente mi ricordava un volto già visto, ora che ci penso, era proprio la faccia del signore che ho visto per strada prima di sentirmi male, non do tanto peso alla cosa anche perché sono stanca, mi guardo attorno, strizzo gli occhi, oh santo cielo, non posso crederci, seduta in un angolino della camera d'ospedale, vedo Ariana che dorme, aw, mi viene da farle una foto, so che tiene molto a me e non mi sarei mai aspettata ma non mi sarei mai aspettata che si sarebbe offerta di passare la notte con me in ospedale. Pensando a come l'ho conosciuta e a tutti i bei momenti passati con lei mi scende una lacrimuccia, sorrido.

Inizio a guardarmi intorno, sarà notte fonda, è molto buio fuori, per fortuna in camera ci sono tutte le luci accese. Alzo il braccio ho molti filetti attaccati al polso, poi accanto c'è il Pc che monitorizza il mio battito cardiaco, ho una fascia che avvolge la mia testa, hanno detto che ho perso molto sangue, uff chissà che ho, dovrò aspettare domani per sapere i risultati. La testa comincia a farsi pesante, mi gira un po', decido di mettermi a dormire. Dò un'ultima occhiata ad Ariana e mi addormento.

NoBBbZAOhSCEYn

"Asylum"  [ #Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora