Capitolo 21.

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"In tutti questi anni mi avete sempre mentita! Come vi è passato per la testa di farmi questo? Non vi siete mai chiesti come mi sarei sentita quando lo avrei scoperto?"

"Era per il tuo bene" papà continua a dire così da quando è iniziata la conversazione, mamma è sul divano e piange, non so nemmeno perché continuo a chiamarli così, mi hanno mentito, sia loro che Annah, magari Annah nemmeno lo sapeva che ero io sua figlia... "O adesso mi spiegate tutto o me ne vado di casa, non voglio vivere con dei bugiardi!" dico decisa, ma cosa ho appena detto, quanto sono stupida, per orgoglio continuo a tacere in attesa della spiegazione.

"Molti anni fa, io ed Albert, ovvero tuo padre nonché mio fratello, siccome era un periodo molto difficile, per procurarci soldi e vivere una vita benestante, prendevamo i neonati che venivano affidati all'ospedale da famiglie bisognose e li mandavamo in Thailandia dove venivano usati a piacimento dei compratori, dopo un paio di anni nascesti tu, io ed Albert ci sentivamo in colpa per tutti i neonati a cui avevamo tolto la possibilità di avere una famiglia normale e decidemmo di non farlo più, a quell'epoca tua zia e Annah ovvero tua madre biologica non sapevano nulla, tutto ciò lo vennero a sapere dopo, più in là nacque tua sorella Angelina che aveva una malattia grave, Annah partì con lei per l'America in cerca di una soluzione alla sua malattia e dopo ciò Albert impazzì, lontano dalla moglie e dall'altra figlia era diventato matto, era sempre aggressivo ed alcune volte ti trattava molto male così io e la zia decidemmo di tenerti con noi e crescerti come una figlia anche perché eravamo sicuri che Annah non sarebbe più tornata dopo quello che successe ad Angelina, la povera piccola morì tra le braccia del dottore che stava appunto facendo l'operazione che le avrebbe salvato la vita, non volevamo che ti accadesse nulla di brutto per questo ti abbiamo adottata, avremo voluto dirtelo prima però non avevamo il coraggio soprattutto dopo quella sera in cui sei stata rapita da tuo padre"

Dice le ultime frasi piangendo, stiamo tutti piangendo, forse perché è l'unico modo di sfogo, l'unico modo per liberarsi di 14 anni di menzogne, l'unico modo per togliere questo peso dal cuore, vedo i miei zii, che fino a qualche ora fa chiamavo genitori, mi stanno fissando come in attesa che io dicessi qualcosa, come pe avere la soddisfazione che nonostante questo vada tutto bene, ma io questa soddisfazione non gliela darò, un po' per delusione, un po' per rabbia, un po' perché so che non hanno colpa, un po' per orgoglio, mi alzo dal divano e salgo le scale per andare in camera, le lacrime scendono e scendono ma cerco di essere indifferente.

"Noi ti vogliamo bene come una figlia" dice zia dal salone.

"Che non avete..." rispondo e chiudo la porta della mia camera.

"Asylum"  [ #Wattys2017]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora