Iron Man smise di sparare. Il fumo di combustione si sfaldò in due come zucchero filato. Le mani della donna si contorsero e Iron Man finì all'interno dell'appartamento alle sue spalle, squarciando completamente la facciata.
-Buon giorno a tutti!
I membri della famiglia seduta a tavola lo fissarono completamente sconcertati.
-Sarei rimasto per il brunch, ma lavoro chiama.
Gli stabilizzatori di volo lo spararono verso il cielo.
-Stark!
Il Capitano scattò. Lanciò lo scudo, ma la Saetta lo prese al volo e deviò la traiettoria. Corse poi contro il proprietario che fece una capriola in aria. Le pistole sgusciarono dalle mani della Vedova come per un gesto sbadato. Le frecce di Barton tornarono al mittente e gli esplosero in faccia. Ma quando si avvicinò all'Uomo di Latta, il suo polso venne bloccato dalla prontezza del computer che aveva previsto i suoi movimenti.
-Attento, potresti farti molto male. - Iron Man battè due volte l'indice sul petto. - Questa non è solo per bellezza.
Il ragazzo tentò di liberarsi dalla presa, inutilmente. La Romanoff raccolse le pistole e le ricaricò di munizioni.
-Basta, giochetti. Arrendetevi.
-Credete che sia così semplice? - fece Wanda. Un sorriso sardonico si aprì sul suo viso.
La Romanoff sollevò entrambe le pistole.
-Non vogliamo farvi del male. Non costringeteci.
-Avete messo in pericolo dei civili. - ribattè il Capitano, mentre infilava il braccio nei lacci stretti dello scudo.
-Siete voi ad averli messi in pericolo. Non siete in grado di difenderli, ma vi atteggiate come se lo foste. Date false speranze ad anime condannate, fingendo che il male si fermi lì dove lo affrontate: in superfice. Dovete imparare a cambiare prospettiva. Il vero male è già presente in ciò che credete di salvare. Arrancate in una futile lotta per un'utopia illusoria. Intendete salvare una popolazione di suicidi. Non capite? È tutto inutile. Vi fate chiamare "eroi", ma siete solo delle maschere nel teatro più grande del mondo. È nella vostra natura essere così deludenti e patetici, come infondo lo è la mente del popolo che vi ha creati. Umani che giocano a fare gli dei... La smisuratezza della vostra arroganza non smetterà mai di stupirmi.
Astrid, che era rimasta fuori dal ring per tutto il tempo, ascoltava quelle parole con assoluta concentrazione. Recepì come una stonatura, una grinza, come un tassello di puzzle incastrato a forza in un posto sbagliato. Natura... Umani... Quei termini, quel modo di parlare era troppo familiare e si chiese se qualvun altro se ne fpsse accorto.
-Ora basta con questo delirio.
Iron Man aprì un palmo. La luce al centro si fece più intensa.
-Vedete? Non riuscite ad arrivarci da soli. - continuò la donna.
Non le servì molto spazio. Le bastò allargare le braccia perché un'onda d'urto spingesse tutti quanti all'indietro, proprio come era successo nel caffé.
Astrid perse l'equilibrio, nonostante avesse percepito solo una piccola parte dell'energia, per la sua distanza dalla fonte.
-Come di vostra abitudine, - continuò - vi siete riuniti per combattere i sintomi di una malattia, ignorandone la vera causa. Perdete di vista l'obiettivo principale.
-L'obiettivo principale? - ripeté Astrid tra sé e sé. Un brivido le percorse la schiena.
-Chi è che parla? - domandò Stark, rialzandosi. - Una streghetta di Sokovia dalle idee piuttosto confuse... O un sociopatico megalomane a cui evidentemente non è bastato il calcio nel culo divino che ha ricevuto l'ultima volta?
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Neve E Cenere | MARVEL ❶
FanfictionAstrid non è un'eroina e non si aspetta che il mondo la acclami. È anarchica, polemica, insubordinata, curiosa ed impulsiva. La rabbia e il fuoco scorrono nelle sue vene come il sangue per i comuni mortali. Dopo la sua cattura, si trova a dover sceg...