Prologo: AN UNEXPECTED HOST

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 Charlotte era impegnata a preparare la colazione in cucina quando il campanello prese a squillare, con una certa insistenza, sollevò lo sguardo al soffitto, piuttosto seccata: non potevano scegliere un momento peggiore per farle visita, dato che si era svegliata da pochi minuti e indossava, come pigiama, un vecchio paio di pantaloni da ginnastica ed una maglietta logora.

"Arrivo, arrivo" gridò la ragazza, abbandonando la pastella per i pancake e dirigendosi verso la porta d'ingresso del proprio appartamento; aprì la porta e si ritrovò davanti un giovane uomo biondo, che indossava un semplice paio di jeans, una maglia scura, ed una felpa dello stesso colore.

"Steve?" domandò Charlotte inclinando leggermente la testa di lato "che cosa ci fai, qui? È molto presto"

"Ti devo parlare" rispose lui, entrando nell'appartamento e chiudendo la porta dietro di sé, tutto ciò non aiutò minimamente la giovane, anzi, contribuì ad aumentare la sua confusione.

"Si può sapere che cosa sta accadendo? Piombi dentro al mio appartamento alle sette di mattina, quasi fossi un ricercato"

"Non posso contraddirti"

"Che cosa?"

"Hai guardato il telegiornale in questi giorni?" le chiese Steve, scostando la tenda di una finestra e guardando un momento fuori, poi tornò a fissare l'amica.

"No, perché? Che cosa è accaduto?" domandò Charlotte, in quei giorni non aveva fatto altro che piangere, in preda allo sconforto ed alla depressione che stava attraversando in quel lungo periodo, ma di certo non lo avrebbe raccontato al primo Vendicatore.

"Devi farmi un favore, in nome della nostra amicizia"

"Quale favore?"

"Devi ospitare e nascondere una persona, per me"

"Cosa? Perché?"

"È meglio se sai il meno possibile. Per favore, Charlie, sei l'unica persona di cui possa fidarmi ciecamente. La mia unica amica".

La ragazza sospirò, arrendendosi davanti alle suppliche di Steve.

"Va bene, lo farò, ma solo in nome della nostra amicizia. Posso stare tranquilla?"

"Non ti chiederei mai di ospitare una persona pericolosa"

"Va bene" rispose lei, annuendo, confusa ma curiosa allo stesso tempo da quella bizzarra situazione; il giovane uomo si avvicinò alla porta dell'appartamento, l'aprì e parlò a qualcuno invisibile agli occhi di Charlotte.

Dopo qualche attimo, Steve rientrò nel salotto dell'appartamento in compagnia di un altro giovane uomo; quest'ultimo indossava a sua volta un paio di jeans scuri, una felpa rossa, ed un giubbotto nero.

Indossava un berretto a visiera che provvide a togliersi subito, rivelando i capelli castani che gli sfioravano la base del collo.

Charlotte lo guardò in silenzio, per qualche minuto, perché lo aveva riconosciuto subito; era difficile dimenticare qualcuno che aveva tentato di ucciderla insieme a Natasha ed a Steve, si voltò a guardare quest'ultimo.

"Nessuno di pericoloso, eh?" mormorò prima di crollare a terra, priva di conoscenza.

Tutto quello era troppo per lei.



Charlotte socchiuse appena le palpebre, il suo risveglio venne accolto dalla vista del soffitto, a cui era attaccato un neon acceso, del salotto e sotto il proprio corpo sentì la morbidezza dei cuscini del divano, che aveva acquistato da pochi mesi; si sentiva confusa perché era sicura di essersi addormentata nel proprio letto, la notte precedente: aveva spento la tv, aveva riposto la vaschetta del gelato nel freezer e si era coricata nel proprio letto.

Forse, pensò, era stato tutto un sogno, come lo era stato anche la visita di Steve che le chiedeva un favore; quando, ormai, si era convinta che quella fosse la verità, sentì un mormorio di voci che si zittirono subito e poi apparve proprio il viso di Steve nel campo visivo di Charlie.

"Steve? Sei tu?"

"Charlie, stai bene? Ti fa male la testa?" domandò lui, preoccupato, era riuscito ad afferrarla appena in tempo, quando era svenuta, prima che potesse sbattere la testa contro il pavimento.

"No, sto bene, ho fatto un sogno strano..." rispose la ragazza, si sedette nel divano e vide l'altro ragazzo, che aveva preso posto in una delle sedie della cucina; capì che non era stato tutto un sogno e trascinò Steve nella propria camera da letto, incurante della confusione che regnava, perché doveva parlargli con urgenza.

"Sei sicura di sentirti bene?"

"Dovrei essere io a fare questa domanda, Steve. Ti prego, dimmi che si tratta di uno scherzo di pessimo gusto. Dimmi che non è chi penso io"

"Ti posso assicurare che Bucky..."

"Cosa? Lui, cosa? Oh, no, Steve, non mi puoi chiedere questo. Non dopo quello che è accaduto! Ti devo ricordare che mi ha rapita?"

"Lo controllavano, gli avevano fatto il lavaggio del cervello, non ricorda nulla"

"Io ricordo ancora perfettamente i proiettili che mi hanno perforato la gamba destra" rispose Charlotte a denti stretti; in quell'occasione aveva fatto da scudo vivente a Natasha, così era stata colpita lei e nonostante fosse guarita, la sua gamba non era più stata la stessa; a volte, le provocava dei dolori allucinanti che la costringevano a letto, anche per giorni interi.

"Lo so, ma..."

"No, tu non sai nulla, altrimenti non mi avresti chiesto di dargli rifugio" disse Charlie, scosse la testa con forza, allontana dosi dal suo migliore amico; quest'ultimo si passò una mano nei capelli, emise un lungo sospiro e si avvicinò alla giovane.

Le appoggiò una mano nella spalla sinistra e provò un ultimo tentativo, per farle cambiare idea.

"Lo so che ti sto chiedendo molto, lo so quello che è accaduto, ma te lo sto chiedendo perché ho davvero bisogno del tuo aiuto. Charlie, ti prego, ti supplico, non ti chiederò mai più nulla e ti posso assicurare che non ti accadrà nulla di brutto, lo giuro" sussurrò il giovane uomo; Charlotte si voltò a guardarlo, vide i suoi occhi azzurri lucidi di lacrime e uscì dalla camera.

Andò in cucina e si fermò davanti a Bucky, che sollevò lo sguardo dal pavimento quando si accorse della sua presenza.

"Puoi restare qui, ma alla prima stronzata che fai, ti butto fuori a calci in culo".


An Unexpected Host; Bucky Barnes (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora