LIPSIA-HALLE

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Charlotte formò all'estremità delle proprie mani del ghiaccio liquido e lo scagliò contro l'uomo che aveva aggredito Bucky, scagliandolo lontano.

Quando lei e gli altri erano arrivati all'aeroporto di Lipsia-Halle avevano trovato Tony e la sua squadra ad attenderli, ad impedire loro di rubare un elicottero per raggiungere la Siberia; non c'era stata alcuna possibilità di stabilire una comunicazione civile e tutto era degenerato, in una frazione di secondi, in un combattimento tra le due frazioni avversarie.

"Stai bene?" domandò la giovane a Bucky, aiutandolo ad alzarsi.

"Sto bene, dobbiamo raggiungere Steve, forza!" urlò in risposta il soldato, afferrò Charlie per il braccio destro, strascinandola lontano dagli altri, in direzione del loro migliore amico ma la loro corsa venne interrotta dall'arrivo di Tony.

"Non così in fretta, piccioncini" disse l'uomo, la voce ovattata a causa del pesante elmo che indossava, posizionò in avanti i guanti dell'armatura, dai quali fuoriusciva una luce azzurra "sono desolato di dover interrompere la vostra fuga d'amore ma non posso permettervi di arrivare all'elicottero"

"Stark, togliti. Dobbiamo passare"

"Sei così arrabbiata con me, Charlie, che mi chiami con il mio cognome? E dove è finita la nostra amicizia? A quanto pare non hai prestato ascolto alle parole che ti ho detto quel giorno, data la tua storia d'amore con il bel soldatino di piombo. A quanto pare hai un debole per i tipi tormentati, Charlie"

"Spostati, Stark" sibilò a denti stretti lei, si preparò a colpirlo ma l'uomo le lanciò contro uno dei getti di luce, che la scagliò contro uno dei container presenti nell'aeroporto; il soldato assestò un pugno al casco di Tony, già sapeva che non avrebbe dato alcun risultato, serviva solo come diversivo per andare a prendere Charlotte.

"Stai bene, piccola?"

"Si, anche se credo di avere una costola incrinata" sussurrò la ragazza con una smorfia di dolore stampata sulle labbra; Steve raggiunse i due proprio in quel momento, urlando che non rimaneva loro altra possibilità se non quella di correre verso un elicottero mentre gli altri distraevano il team del miliardario.

Steve per primo non voleva abbandonare i suoi, ma non c'era altra soluzione.

I tre iniziarono a correre in direzione del mezzo più vicino, correvano più velocemente possibile, ma quando arrivarono in prossimità del garage un raggio di luce gialla coprì la struttura sovrastante, che prese a crollare proprio davanti all'ingresso; era stato Visione a provocare quel danno, dietro ordine di Tony.

"Possiamo ancora farcela!" urlò Rogers.

"C'è quella cosa da incubo che ci sta seguendo" urlò a sua volta Bucky, Charlotte si voltò un solo istante e vide lo stesso sconosciuto che prima aveva allontanato dal giovane uomo: indossava un'armatura nera ed una maschera dalle fattezze che ricordavano quelle del muso di una grossa pantera; riuscirono a superare le macerie appena in tempo ma dall'altra parte trovarono Natasha, che puntava contro di loro il suo congegno in grado di sparare scariche elettrice.

"Nat, lasciaci passare"

"Lo sai che non posso farlo, Steve"

"Per favore, Nat, sei la nostra ultima speranza" rincarò la dose la giovane, rivolgendo uno sguardo supplicante all'amica, la rossa rimase indecisa per qualche istante, poi lanciò una delle scariche elettriche contro Black Panther, arrivato proprio in quel momento.

"Andate! Ora! Non lo potrò bloccare per sempre".

Charlie lanciò uno sguardo di ringraziamento all'amica e salì dentro all'elicottero insieme a Bucky ed a Steve, quest'ultimo lo fece decollare prima che potesse essere troppo tardi; Black Panther provò, con un salto, ad aggrapparsi al veicolo ma scivolò a terra, senza avere la possibilità di riprovarci.



"Cosa diavolo è quell'essere?" disse la ragazza, prendendo posto in uno dei sedili, il dolore al torace era quasi insopportabile, ma sapeva che con la propria magia sarebbe riuscita a curare la costola fratturata.

"Quell'essere, come tu lo hai appena chiamato, è il nuovo re del Wakanda, il suo nome è T'Challa. Odia Bucky perché lo crede ancora responsabile dell'attentato a Vienna" rispose il Capitano dal posto di comando, mentre l'altro la raggiunse, zoppicando leggermente.

"Ti fa molto male?"

"No, non è niente. Ti hanno ferito alla gamba, James?"

"Tranquilla, piccola, è solo un graffio. Cerca di riposare, adesso, la Siberia è ancora lontana"

"Va bene" mormorò lei, Bucky chinò il viso per coprirle le labbra con le proprie, in un lungo bacio.

"Scusatemi se v'interrompo, ma voglio ricordarvi che ci sono anche io" intervenne Steve, per nulla abituato a quelle manifestazioni pubbliche di affetto.


An Unexpected Host; Bucky Barnes (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora