Charlotte aprì gli occhi quando la sveglia, posata sopra al comodino, prese a suonare in modo fastidioso; allungò la mano destra, la cercò a tentativi e la spense.
Si concesse ancora qualche minuto nel dolce tepore del proprio letto prima di alzarsi con uno sbadiglio, si diresse verso il bagno, si spogliò del vecchio pigiama e s'infilò dentro la doccia, assaporando il tocco dell'acqua calda contro la propria pelle; uscì dopo quasi una decina di minuti, i lunghi capelli che gocciolavano acqua nelle piastrelle del pavimento, si coprì con un asciugamano azzurro e tornò nella camera da letto.
Aprì le ante dell'armadio che occupava un'intera parete e prese un paio di jeans scuri ed una maglietta a maniche lunghe, si vestì con cura ed andò in cucina, con l'asciugamano ancora avvolto attorno ai capelli bagnati.
Accese le luci del salotto e della cucina, gli occhi chiari della ragazza si posarono, in automatico, sulla figura sdraiata nel divano: Bucky era ancora profondamente addormentato, i lunghi capelli erano sparsi nel cuscino, il braccio destro era posizionato sotto ad esso, mentre quello sinistro penzolava al di là del bordo del divano, con le dita che sfioravano il tappeto variopinto; il petto si alzava ed abbassava regolarmente, le labbra sottili erano socchiuse e la coperta era scivolata nel pavimento.
Nel complesso, sarebbe apparsa come una scena tenera e buffa allo stesso tempo, se quel giovane uomo non fosse stato un'arma vivente.
La tentazione di vendicarsi era terribilmente forte, era quello che si meritava e Charlie lo sapeva perfettamente: la sua gamba non era stata più la stessa, dopo che i proiettili avevano trapassato la carne e le ossa, Fury era stato costretto a sollevarla da diversi incarichi dato che non poteva più fare troppi sforzi.
La ragazza si diresse verso la cucina,con un sospiro, se avesse ucciso Bucky non sarebbe stata diversa da lui e da quelli che lo avevano manovrato; prese una padella e preparò dei pancakes ricoperti con sciroppo d'acero, adorava cucinare, specialmente i dolci e quando aveva tempo provava sempre delle nuove ricette.
Aprì il frigo e prese il cartone che conteneva il succo d'arancia, ne versò una buona dose dentro un bicchiere, accese la TV e consumò la colazione ascoltando le ultime notizie al telegiornale; una volta svuotati sia il piatto che il bicchiere appoggiò entrambi dentro nel lavandino, alle stoviglie sporche ci avrebbe pensato quella sera stessa, perché ora doveva asciugarsi i capelli e recarsi nella libreria in cui lavorava, o sarebbe arrivata in ritardo.
Dopo aver asciugato i capelli prese una borsa a tracolla e tornò nel salotto, il giovane uomo era ancora addormentato e Charlotte non sapeva che cosa fosse meglio fare: doveva svegliarlo o lasciarlo dormire? Si avvicinò a lui e lo osservò per qualche minuto, non voleva lasciarlo da solo nel proprio appartamento, ma non poteva nemmeno portarselo a lavoro.
Tornò in cucina, mise gli ultimi pancakes rimasti in un piatto pulito, riempì un bicchiere di succo d'arancia e scrisse un biglietto, nel quale diceva che era andata a lavoro e che non sarebbe tornata a casa prima della sera, ed uscì dall'appartamento.
Dieci minuti più tardi varcò la soglia della libreria, dentro c'era già Elisa, impegnata a sistemare le ultime cose prima di aprire il negozio.
"Buongiorno, Charlie, tutto bene?"
"Certo, Elisa, tu?"
"Abbastanza bene, come va la gamba?"
"Oggi fa un po' i capricci" rispose la ragazza appoggiando la borsa al di là del bancone con la cassa e si tolse la giacca, all'amica aveva raccontato che era rimasta coinvolta in una sparatoria, non poteva certamente dirle di essere un'agente segreto che era costretta ad ospitare un assassino; andò nel ripostiglio del negozio per indossare la maglietta che riportava lo stemma della libreria e poi arrivò il momento di aprirla ai clienti.
La giornata trascorse tranquillamente, ci furono molti clienti di cui occuparsi perché era vicino il periodo natalizio ed era arrivato il momento di pensare ai regali per parenti ed amici; Charlie adorava il suo lavoro perché i libri erano stati il suo primo amore e poi, aveva bisogno di distrarsi e di non pensare alla propria vita ed alla perdita che aveva subito.
Erano già trascorsi due anni, due lunghissimi anni, ma il dolore non si era mai attutito; si diceva che il tempo fosse la miglior medicina, forse lei era l'eccezione che confermava la regola.
Quando arrivò il momento della chiusura, aiutò Elisa a sistemare tutto ed a fare le pulizie, una volta terminato tutto si salutarono fuori dalla libreria, dandosi appuntamento per il giorno successivo; mentre percorreva la strada di ritorno, la ragazza passò davanti ad una pizzeria, decise di entrarvi e di ordinare due pizze con mozzarella e patatine.
Prese posto in una delle sedie posizionate all'interno della pizzeria d'asporto, in attesa che il cibo fosse pronto, non aveva voglia di tornare a casa, ma non poteva fare altrimenti e sia lei che il suo ospite dovevano cenare.
Una volta che le pizze furono pronte le pagò, uscì dal locale e percorse gli ultimi metri che la separavano dal suo appartamento a passo veloce; salì le sei rampe di scale, inserì la chiave dentro la serratura della porta e l'aprì piano, come se temesse quello che avrebbe potuto vedere.
Non c'era nulla fuori luogo e Bucky era seduto nel divano, intento a capire come funzionava il telecomando della TV, in cucina il piatto e il bicchiere erano entrambi vuoti.
La giovane prese un profondo respiro e si sforzò di essere il più gentile possibile.
"Ciao, ho preso le pizze come cena".
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An Unexpected Host; Bucky Barnes (✔️)
FanfictionCharlotte Bennetts è un'agente dello S.H.I.E.L.D, un membro integrato degli Avengers e la migliore amica di Steve Rogers. La sua vita cambia drasticamente il giorno in cui il suo unico amore, il dio del Caos, viene ucciso davanti ai suoi occhi. ...