Tutto procedette senza particolari problemi per altri due giorni, Charlotte e Bucky non si rivolgevano mai la parola, nemmeno quando si trovavano a cenare nella stessa stanza e ciò era dovuto al fatto che, per motivi diversi, nessuno dei due desiderava iniziare un discorso con l'altro.
Al sabato, però, la ragazza non doveva recarsi a lavorare in libreria ed era solita ad occuparsi dei vestiti da lavare; era sicura che anche il suo ospite necessitasse di biancheria pulita, di conseguenza prese in mano lo zaino blu che aveva portato con sé, lo aprì e rimase sorpresa nel vedere che non conteneva magliette e jeans ma, bensì, delle agende e tanti, troppi, ritagli di giornale.
Si diresse nel salotto e gli rivolse la prima domanda dal giorno in cui quella convivenza forzata era iniziata.
"Non hai altri vestiti, oltre a quelli che indossi in questo momento?"
"No" rispose Bucky, Charlotte rimase sorprese nel sentire una voce da ragazzo e non da uomo.
"Solo quelli? Lo sai che potresti rimanere qui anche per più di un mese?"
"Lo so"
"Perché non hai portato con te altro?"
"Perché non era una delle mie priorità".
Charlie decise di reprimere l'impulso di assestare uno schiaffo al giovane uomo.
"Andiamo a prenderti qualche vestito, allora, hai qualcosa per nascondere quella?"
"Ho un paio di guanti"
"Benissimo, allora andiamo" rispose la ragazza, prendendo la propria giacca nera, non era entusiasta all'idea di uscire di casa con il suo nuovo coinquilino, ma non poteva lasciarlo con una sola maglietta ed un solo paio di jeans e doveva considerare un'altra cosa: a lei per prima non sarebbe piaciuto ritrovarsi segregata in un appartamento, senza la possibilità di uscire a fare quattro passi.
Uscirono entrambi dall'appartamento di Charlotte, dato che era ancora presto e tutti i negozio erano chiusi, si diressero in un bar per fare colazione.
"Che cosa prendi?"
"Non lo so"
"Vai a prendere posto, io arrivo subito" gli disse la ragazza, andò in direzione del bancone e ordinò due brioches alla cioccolata e due cappuccini guarniti con caramello; dopo aver pagato il tutto raggiunse Bucky, che aveva preso posto davanti ad un tavolino situato vicino ad una vetrata; indossava ancora il cappello a visiera e guardava la strada, assorto in chissà quali pensieri.
Charlie iniziò a sfogliare una rivista che era posata sopra al tavolino per ingannare l'attesa, dopo pochi minuti arrivò una cameriera con il loro ordine, posò le brioches ed i cappuccini e si allontanò, lanciando un'occhiata d'apprezzamento al giovane uomo.
"Quale devo prendere?"
"Oh, è lo stesso, sono tutte e due uguali. Ho preso brioches al cioccolato e cappuccini al caramello, se c'è qualcosa che non ti piace devi solo dirmelo, così cambio"
"Va benissimo" rispose Bucky, prese in mano una delle due pastine, dandole un morso, Charlotte prese in mano il proprio cellulare e mandò un messaggio a Steve, informandolo della mattinata di shopping che l'attendeva; dopo pochi istanti arrivò la risposta, che lesse subito:
"Buon divertimento, Charlotte, vedrai che andrà tutto bene".
La ragazza sollevò gli occhi al soffitto del bar, era sempre più convinta che Steve gliel'avrebbe pagata molto cara quando quella faccenda sarebbe stata solo un brutto ricordo.
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An Unexpected Host; Bucky Barnes (✔️)
FanfictionCharlotte Bennetts è un'agente dello S.H.I.E.L.D, un membro integrato degli Avengers e la migliore amica di Steve Rogers. La sua vita cambia drasticamente il giorno in cui il suo unico amore, il dio del Caos, viene ucciso davanti ai suoi occhi. ...