7- vacanze di natale

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alla fine era partito, aveva preso un aereo e aveva raggiunto il padre, con sakura e gli altri non aveva più parlato, aveva avvisato solo kiba e gaara di quel piccolo viaggio, in fondo a lui non piaceva parlare con le persone, non più almeno. il fatto che il rosso fosse venuto a trovarlo lo aveva risollevato un po' ma alla fine non era cambiato niente, era felice, non poteva negarlo, ma preferiva restare solo, in fondo, non aveva chiesto lui di far venire il rosso, capiva che la preoccupazione dei suoi amici ma stavano sbagliando tutto, ma in fondo se lui sorrideva anche loro lo facevano, quindi tanto valeva fingere no? tanto nessuno se ne accorgeva, erano troppo felici del fatto che aveva sorriso quel giorno per accorgersi che aveva smesso, gli dispiaceva ammetterlo ma a volte erano più idioti di lui. in questi mesi lui era maturato, aveva capito come stare bene, aveva capito solo in quel periodo quanto era piacevole la solitudine, aveva anche capito perché Sasuke stava sempre da solo, era rilassante e in più se non hai compagnia non hai motivo di fare l'idiota ed eviti guai inutili. era meglio così. avrebbe finito la scuola e se ne sarebbe andato. i suoi piani erano già stampati sul cemento. sarebbe diventato un poliziotto con kiba. si sarebbero trasferiti da suo padre e avrebbero lavorato con lui, era tutto programmato e niente avrebbe cambiato i suoi piani. niente e nessuno. anche sakura voleva andare via, i suoi piani erano di diventare una modella, probabilmente sarebbe andata a parigi con ino. insomma tutti avrebbero preso strade diverse, quindi l'unico amico che doveva tenersi stretto era Kiba, uno dei pochi che per lui erano realmente importanti, sarebbero rimasti soltanto loro due, forse gaara, ma sembrava essersi innamorato di Tokyo, quindi molto probabilmente sarebbe rimasto lì.

quando arrivò davanti alla casa del padre non ebbe manco il tempo di suonare che si era ritrovato stretto in un abbraccio, quell'uomo era così solare che riusciva a farlo sorridere, in fondo, era suo padre, quale genitore non riuscirebbe a tirare su il morale al proprio figlio? lui riusciva anche a colmare il vuoto lasciato dalla madre, era il padre migliore che potesse capitargli. parlarono di tantissime cose, dalle più banali alla scuola, al suo lavoro, parlarono anche del passato e del futuro. Minato sarà stato anche suo padre ma in fondo per Naruto era come Kiba, un migliore amico, qualcuno di cui fidarsi, sembrava ancora un ragazzino, riusciva a far aprire il figlio, era una dote che pochi genitori avevano.

il giorno di natale lo passarono insieme, era riuscito a mandare solo un messaggio con gli auguri a kiba prima di venir trascinato fuori casa, andarono da tutte le parti, girarono la città con la bellissima macchina gialla del padre e andarono in diversi negozi di videogame, la sera invece presero una semplice pizza e si scambiarono i regali, naruto gli aveva portato diversi album che aveva trovato tra le cose della madre in più gli prese una nuova tazza con la foto di loro tre dal momento che, maldestro com'era, minato ruppe la sua. mentre il padre porse al figlio un foglio, ma non era un foglio normale, era una richiesta, una richiesta per accoglierlo alla centrale del padre non appena finiti gli studi. era felice, anche kiba avrebbe potuto andare se voleva, il suo sogno si era realizzato, finito quell'anno di studi sarebbe andato via da Tokyo e sarebbe diventato poliziotto. solo lui e Kiba. come aveva sempre desiderato.

gli ultimi giorni delle sue vacanze li passò in centrale con il padre, lo aveva aiutato, gli piaceva quel lavoro, era fatto apposta per lui, lo sentiva. non si stancava mai di leggere quelle scartoffie e metterle apposto, ognuna raccontava una storia diversa, tutte quelle parole lo stregavano, erano in grado di portarlo in un altro mondo, un giorno anche lui avrebbe voluto risolvere uno di quei casi, sapeva che lo avrebbe fatto, non si sarebbe mai fermato davanti a nessun ostacolo. era pronto ad abbandonare tutto, voleva realizzare il suo sogno e lo avrebbe fatto.

quando salì sull'aereo per tornare a casa fece una promessa al padre, gli promise che non sarebbe più crollato davanti a niente, ma non sapeva che al suo ritorno la sua vita gli sarebbe crollata addosso lasciandolo da solo con soltanto una lampadina a tenergli compagnia.




𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒎𝒊  𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 ˢᵃˢᵘⁿᵃʳᵘ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora