17-tutte scuse le tue

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-Naruto! Da quanto tempo, come stai? Ma che ti è successo?- Naruto si passò una mano tra i capelli
-ho incontrato una sanguisuga per strada mentre tornavo a casa- mikoto lanciò uno sguardo nel soggiorno e poi scosse leggermente la testa
-entra su, Sasuke è di la, tra mezz'ora la cena è pronta- la donna sorrise e si rifugiò i cucina chiudendo la porta
-Hey- Sasuke ghignò scrutando il ragazzo -Sei in ritardo-
-vaffanculo- soffiò, il moro rise e battè la mano sul divano, il biondo si sedette il più lontano possibile dal ragazzo che sospirò
-si può sapere che hai?- gli chiese accigliato
-mi hai costretto a venire a casa tua-
-si, l'ho fatto, qualche problema?-
-beh sai com'è, a casa mia ci sono delle persone, dovrei stare con loro-
-Non mi sembrava che ti interessasse quando sei stato da me per una settimana-
-erano circostanze diverse-
-tutte scuse le tue- brontolò Sasuke
-senti...lascerai in pace Kiba vero?-  il moro puntò lo sguardo in quello di naruto
-dipende tutto da come si comporterà- concluse spostando lo sguardo fuori dalla finestra per evitare quello del compagno
-mi hai costretto a venire qui! Almeno promettimi che lo lascerai in pace! Farò quello che vuoi ma promettilo-
-perché ti importa così tanto?-
-non sono cazzi tuoi-
-ti ho già detto che...- il biondo lo interruppe
-mi dispiace dirtelo, ma non mi faccio sottomettere facilmente, potrò sembrarti dolce ed indifeso quanto vuoi ma non mi faccio minacciare, se faccio una cosa è perché voglio farla, non pensare manco per un secondo di avermi in pugno perché arriverà il momento che ti troverai con una bella sorpresa-
-quindi volevi venire qua- disse il moro ghigando, Naruto arrossì lievemente
-lo faccio solo per Kiba-
-perché fingi? La settimana scorsa scappavi e ti chiudevi in una bolla e ora ti metti a ringhiare contro a tutti-
-io non fingo-
-potrai sorridere quanto vuoi naruto, potrai ridere anche ogni minuto della tua vita, ma i tuoi occhi parlano per te, forse non te ne accorgi, sei così abituato a mentire che ora sei cascato anche te in una delle tue tante bugie. Perché per una volta non fai qualcosa che ti rende felice? Ho sentito cosa dicono gli altri, e con il tuo attuale comportamento non fai altro che aumentare la loro pena nei tuoi confronti. E giusto per informarti, Kiba non ha litigato con sua madre. È venuto da te per cercare di tirarti su idiota.- 
-Non è vero. Lui non è Così- disse il biondo cercando di difendere l'amico
-E come sarebbe? Tu sei disperato naruto, sembri un morto che cammina, sembra che tu stia recitando, si vede lontano un miglio che stai fingendo. Smetti di pensare agli altri. È inutile che fingi per loro, non fai altro che diventare più debole così. Comportati come sei, se sei triste non nasconderlo dietro alle risate, piangi cazzo. Se sei arrabbiato Non sorridere, reagisci. Se ti insultano Non ignorare, non ti trattenere. Prima impara a non nascondere le tue emozioni, impara a vivere come sei, se agli altri non va bene come sei ora possono andarsene. Se ci tengono a te si adatteranno. Smetti di seguirli. Se loro vogliono il vecchio naruto possono benissimo andare a guardarsi i video di quando eravamo piccoli o affogarsi nei ricordi. Tu adesso sei così. E né io né gli altri possiamo cambiare questa realtà-
-ma che c'entra questo?-
-c'entra che sono stufo, dici che non sei dolce e indifeso, vuoi far pensare di essere forte, ma così stai solo dimostrando le tue debolezze.-
-anche te ti fingi forte-
-Ma io almeno ho qualcosa che mi rende felice! Tu invece? C'è qualcosa che ti fa spuntare il sorriso? C'è un qualcosa in questo mondo che ti fa stare bene?- Naruto non rispose, non lo sapeva. C'era qualcosa che lo rendeva felice?
-Kiba mi rende felice- sussurrò
-e cosa vuole Kiba?-
-che torni quello di prima-
-e cosa vuoi tu?-
-voglio essere lasciato in pace, voglio essere me stesso, senza dover vedere i loro sguardi pieni di tristezza e i loro gesti guidati dalla pena-
-e come si comporta Kiba con te?-
-come sempre, cerca di tirarmi su-
-E tu lo assecondi-
-che dovrei fare? Urlargli di lasciarmi in pace?-
-se è quello che vuoi fare- la porta della cucina si spalancò e la figura di mikoto comparve davanti ai ragazzi
-venite a mangiare ragazzi?- i due annuirono e la seguirono in silenzio.

~~~

Andiamo di sopra, voglio farti vedere una cosa- disse il moro alzandosi da tavola, Naruto si alzò curioso
-che devi farmi vedere?- Sasuke non rispose e salì le scale afferrando il braccio del compagno. Quando arrivarono davanti alla porta della stanza del ragazzo si fermò e aprì la porta lasciando che il biondo entrasse, lui lo seguì e si chiuse la porta alle spalle.
-allora? Che devi farmi vedere?- chiese naruto girandosi a guardarlo, anche se sapeva perché erano lì.
-ha già fatto i compiti di storia?- chiese il moro prendendo e il libro è sedendosi sul letto, Naruto lo guardò confuso, storia?
-ma...- il moro alzò lo sguardo specchiandosi nell'azzurro negli occhi dell'amico
-no, non ho fatto storia- borbottò sedendosi accanto a lui, il moro iniziò a parlare, raccontando quello che aveva studiato, come se si aspettasse che lui lo ascoltasse, ci aveva provato i primi minuti, ma parlava così tanto e diceva cose così difficili che presto Naruto invece di concentrarsi sulle sue parole portò la sua attenzione alle labbra del moro, erano sottili ed estremamente morbide, ricordava ancora quanto fossero calde e non poté evitare di pensare a quelle stesse labbra che poche ore prima si erano posate su di lui, lasciando quei segni che non gli dispiacevano più, perché tutto d'un tratto era felice al pensiero di essere di sasuke? Sentiva il cuore battergli all'impazzata nel petto, come se volesse scappare. Il biondo strinse la coperta con forza, perché voleva toccarlo? Perché sentiva di dover avere un contatto con lui? Si sentiva come se stesse per morire soffocato e lui fosse l'unica risorsa d'aria, voleva sfiorarlo, baciarlo e accarezzarlo, che stesse impazzendo? Perché proprio in quel momento sentiva quel bisogno? Era tutta la sera che pensava a cosa lo rendesse sul serio felice, e stava impazzendo al solo pensiero di come si era sentito in palestra quel pomeriggio, aveva mentito a kiba, ormai era inutile negarlo, non appena il moro l'aveva toccato si era sciolto come un ghiacciolo al sole ed aveva subito in silenzio. Perché l'aveva fatto sentire bene. Quando le labbra del moro lo avevano sfiorato si era sentito  come liberato da un grande peso.
-naruto ci sei?- Sasuke gli schioccò le dita davanti agli occhi facendolo sobbalzare-stavi dormendo con gli occhi aperti?- gli chiese con un ghigno divertito in volto
-stavo pensando, Ma ora basta studiare, è davvero noioso sentirti blaterare di queste guerre- disse il biondo tirandogli via il libro dalle mani e buttandolo sul comodino
-E che vorresti fare?- chiese il moro
-voglio farti una domanda, che cos'è che ti rende felice?- Sasuke non rispose subito, era come se fosse entrato in conflitto con se stesso.
-beh, mia madre mi rende felice.-
-E cosa vuole tua madre?-
-che io sia felice-
-E tu con lei lo Sei?-  il moro annuì-quindi saresti felice anche se avessi solo lei?- Sasuke si zittì di nuovo per diversi minuti
- no, non sarei felice-
-perché?-
-perché la mia felicità dipende da un altra persona-
-ah si? E da Chi?- il moro ghignò, come se l'argomento fosse stato ormai sepolto, e si spinse sul biondo
-sei davvero curioso sai?- Naruto arrossì e cercò di far allontanare il moro che si era comodamente sdraiato su di lui
-alzati sas'ke!- lo rimproverò il biondo, come se non sapesse che lo avrebbe ignorato
-dovresti imparare a toglierti quell'espressione da cucciolo abbandonato dalla faccia perché mi fa impazzire- sussurrò il moro lasciando una scia di baci sul collo del biondo raggiungendo la mascella contratta
-sas'ke!- ripeté il biondo non più molto convinto di volerlo allontanare, la lingua del moro passò sul labbro inferiore del biondo che schiuse le labbra lasciando incontrare le loro lingue. Lo risentiva, il suo cuore aveva ricominciato a martellargli nel petto. Instintivamente portò le mani al colletto della camicia del moro tirandolo a se.
La mano del moro sbottonò la camicia di Naruto lasciando vagare la mano sul petto abbronzato, non aveva un fisico scolpito, non aveva addominali, solo un accenno, ed era bellissimo.
-sas'ke, tua madre- disse il biondo bloccando la mano del ragazzo che stava andando fin troppo in basso per i suoi gusti.
-tutte scuse le tue-

𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒎𝒊  𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 ˢᵃˢᵘⁿᵃʳᵘ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora