41- la metà perfetta

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La luna e il sole, illuminavano entrambe, ma una illuminava l'oscurità e ne era il simbolo mentre l'altro illuminava quello che già splendeva. Tutti preferivano il sole, per tutti il sole rappresentava il bene, la luce, il calore. Ma la Luna? Senza di essa la notte sarebbe ancora più fredda, ancora più buia. Naruto aveva sempre pensato che la luna rappresentasse la vera luce, quella luce che vedi raramente nelle persone, che di solito nascondono dietro una maschera di freddezza e solitudine. La luna aveva diverse forme, ma la sua preferita era la mezza luna, quello spicchio di luna così brillante e speciale secondo lui. Sembrava una maschera che si stava scretolando, lentamente, fino a far vedere la vera luce. E il biondo non poteva evitare di pensare alla sua mezza luna. Prima di quella notte l'aveva sempre paragonato alla notte, come se la freddezza e quella faccia inespressiva fossero sue. Ma si sbagliava, quel ragazzo era l'esempio perfetto di luna, si nascondeva nel buio, cercando mantenere rigida la sua maschera. Ma lui l'aveva vista sregolarsi quella notte. Non avrebbe mai pensato che un giorno avrebbe visto Sasuke piangere, aveva sempre pensato che non ne fosse capace, ma gli occhi di quella notte non erano inespressivi, o gelidi, quello sguardo non era di una persona menefreghista e stronza. Sembrava così fragile quella notte, forse avrebbe dovuto dimenticare quello sguardo ma non ci riusciva, aveva pianto per colpa sua, aveva distrutto una parte di quella maschera, ma non sapeva se esserne felice. Lo sguardo del corvino gli era rimasto impresso nella mente, quante volte avrà pianto prima di allora? Forse nessuna, forse tante, addirittura troppe. Si sentiva un mostro, era colpa sua se Sasuke aveva pianto, forse se quella notte Non lo avesse fatto lui sarebbe ancora lì, non sarebbe andato da Karin, o forse sarebbe successo lo stesso.  Non ne aveva idea.  Lo sguardo del biondo Si spostò alla finestra da cui si intravedeva la luna, il sole non si poteva nemmeno guardare. Non aveva senso amarlo se non lo si poteva vedere. La luna era tutt'altra cosa, variava ogni giorno ma era sempre lì, anche se si nascondeva c'era. Forse anche sasuke era così, anche se si allontanava c'era. Era bastato qualche taglio su una mano per farlo avvicinare, era bastato farsi vedere mezzo morto per farsi toccare, era bastato sfiorarlo per riaverlo, forse non era andato via, forse era solo nascosto dietro la sua maschera. Il biondo si sfiorò una guancia scendendo lungo il collo fino al colletto della maglia per poi risalire
-e la mia di maschera? Quando avrò intenzione di toglierla?-  il suo sguardo tornò sulla Luna in parte coperta dalle nuvole
-forse il giorno in cui la toglierai tu lo farò anche io...- o forse, non l'avrebbe mai fatto. Non lo sapeva, forse non gli bastava vederlo togliere la maschera, sentiva una fitta al petto al solo pensiero che lo facesse con qualcun'altro. Non voleva, era suo, non di Karin. Lei non poteva guardarlo, solo lui poteva guardarlo. Era suo. Non poteva lasciarglielo, non voleva. Ma forse avrebbe dovuto farlo, non poteva decidere per Sasuke, lui aveva scelto lei, forse doveva farsene una ragione. Ma Sasuke sarebbe rimasto la sua luna, ed era pronto a segnarlo su pelle, nessuno glielo avrebbe tolto.

quella notte il corvino Non riusciva a prendere sonno, erano giorni che la notte non dormiva, passava le ore a guardare lo spazio del letto vuoto, o ad affondare il viso nel cuscino che aveva ancora l'odore di naruto, si sentiva così solo, ormai si era abituato a sentire la presenza del biondo accanto a lui, a girarsi e stringerlo, ma ogni volta che ora si girava il suo braccio finiva sul materasso freddo. Non riusciva a sopportare la sensazione di solitudine, l'aveva sentita fin troppo. Lentamente si alzò e si sfilò il pigiama per poi mettersi i pantaloni di una tuta ed una canottiera nera, si preoccupò soltanto di infilare le chiavi in tasca per poi uscire di casa incamminandosi per le strade illuminate dai lampioni. Non faceva freddo, ma non poté evitare di rabbrividire al contatto con il vento che soffiava provocando il fruscio degli alberi e dei cespugli. I suoi passi erano lenti e tranquilli come se uscisse ogni notte alle due del mattino a fare una passeggiata. A quell'ora le strade erano deserte, apparte qualche macchina che ogni tanto passava. Dopo diversi minuti si Poggiò ad un lampione scrutando la grande villa che gli stava davanti, con una sola luce accesa, e sapeva benissimo che era la stanza di Naruto quella. A quanto pare non era l'unico sveglio.
-sasuke?- il corvino si girò notando una figura scura seduta su un muretto  con una sigaretta in mano
-Dobe, fumare fa male- borbottò raggiungendolo
-Lo so, è scritto su tutti i pacchetti- il corvino gliela tolse di mano per poi spegnerla
-Non fumi spesso, che è successo?-
-ne avevo voglia, comunque...che ci fai qui?- chiese accendendo lo schermo del telefono illuminando i loro volti
-Non riuscivo a dormire-
-Non è la prima volta che ti vedo qui- sul viso del corvino balenò per pochi secondi un espressione stupita
-abitudine, te perché sei qua fuori?-
-guardavo la Luna- i due spostarono lo sguardo sul cielo
-Non è la prima volta che ci ritroviamo a guardare la Luna insieme-
-lei è sempre qui, sarebbe stato strano se non fosse risuccesso- una folata di vento fece rabbrividire il corvino che abbassò lo sguardo puntandolo nel buio infinito che li circondava
-tieni- il biondo gli lasciò la felpa in mano
-Non mi serve la tua felpa- il biondo scese dal muretto e si mise davanti al corvino
-Non ho intenzione di affacciarmi domani mattina e di trovarti qui ghiacciato, quindi mettiti la felpa e non fare storie- sussurrò sulle sue labbra prima si stamparci un leggero bacio sopra, il corvino portò le mani tra i capelli del biondo approffondendo il bacio, scendendo poi ad accarezzare le guance ed il collo del ragazzo ancora segnate dai lividi e dai graffi.
-dovresti tornare a casa- disse Naruto allontanandosi di qualche centimetro
-e io che speravo in un invito-
-Non lascio entrare in casa mia i bastardi-
-prima lo facevi-
-prima non mi avevi rimpiazzato con Karin.-
-io non ti ho rimpiazzato-
-oh scusa, hai ragione, ti stai tenendo entrambi-
-Non è vero- avrebbe voluto dirgli la verità, dirgli che non era vero, che non stava con Karin, che voleva solo lui, ma non poteva.
-allora scegli, me o lei- il corvino lo guardò sorpreso, era ovvio che voleva lui, ma non poteva stargli vicino, doveva per forza scegliere lei.
-Naruto...io-
-divertiti con Karin.- sussurrò il biondo prima di allontanarsi scomparendo di nuovo nel buio della notte. Il corvino scivolò a terra e chiuse gli occhi portandosi le mani al viso, era un idiota, l'aveva perso. Prima era sicuro che fosse quello che voleva, ma ora che l'aveva fatto stava male, come poteva pensare di allontanarsi da lui? Ma non l'aveva fatto per se, doveva lasciarlo per forza, ma dopo quella sera, era ovvio che non avrebbe scelto lui. Non aveva più possibilità di riprendersi Naruto.

𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒎𝒊  𝒂𝒏𝒄𝒐𝒓𝒂 ˢᵃˢᵘⁿᵃʳᵘ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora