Capitolo 4 Briseide

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La mattina seguente, l'anziana signora mi racconta tutto ciò che c'è di bello nella grande città di Troia.
Parla del re Priamo e dei suoi cinquanta figli, fra i quali il valoroso Ettore. Mi racconta gli ultimi fatti successi ovvero che uno dei figli di Priamo, Paride, invaghito di Elena, regina di Sparta nonché sposa di Menelao, ha deciso di rapirla e portarla con se scatenando così una grande guerra.
Ascoltando le parole della donna, collego tutto e decido di iniziare a vivere da Briseide.
Cambierò la storia, tornerò a Troia prima di scatenare scompiglio tra gli achei, e se la donna dice la verità starò bene lì.
-Domani i guerrieri partiranno per attaccare nuovamente Troia, le mura non sono mai state abbattute ma ti consiglio di restare qui con me ancora qualche giorno.-
-Se è la cosa migliore farò come dici.-Rispondo.
Mi sorride e nel mentre Achille piomba nella tenda.
-Mi dispiace avervi interrotto ma Briseide deve tornare da me.-
-Perché mai?- rispondo
-Non fare storie Briseide, alzati e seguimi ora!- Mi ordina.
Rivolgo un'ultima occhiata alla donna che annuisce senza parlare, dopodiché mi alzo e inizio a camminare dietro al giovane.
Oltrepassiamo almeno cento tende e la puzza di sudore e sangue inzuppa l'aria; avanzo a testa bassa ma riesco a intravedere alcuni uomini che mi rivolgono sguardi provocanti e maligni.
-Siamo di nuovo qui- Sbuffo.
-Che c'è non ti piace?- ghigna  Achille con arroganza.
Alzo gli occhi al cielo.
-Anche se non ti piace starai qui.- Conclude.
Sono stufa che gli altri decidono per me, stanotte stessa aspetterò che il ragazzo dorma e da lì scapperò in cerca di un luogo che mi accolga come mi spetta.
Il buio arriva in fretta.
Achille si addormenta e per un attimo penso che mi mancherà quel viso cupo ma dolce. Senza far rumore mi incammino verso l'uscita e proseguo. Per tutto l'accampamento non c'è luce, è tutto intensamente oscuro e sono costretta a muovermi con cautela.
Finisco  contro un gruppo di grossi uomini ma stavolta la fortuna non mi è amica. Iniziano a strattonarmi e ad insultarmi. Fragile come sono mi spintonano di qua e di la come fossi un gioco.
Inizio ad urlare, per lo spavento e l'immensa paura di ciò che potrebbero arrivare a fare.
-Così impari bastarda a scappare e finirci contro- Dice uno fra i tanti.
Intanto continuano a toccarmi e così cerco di ribellarmi dando un forte strattone ad uno degli uomini ma ottengo solo altri schiaffi.
-Già che ci siamo ci divertiamo un po'...- provano a spogliarmi quando vedo uno di loro cadere a terra e dopo di lui tutti gli altri.
-Achille- Riesco solo a dire.
Lui non mi parla, mi prende delicatamente in braccio e mi conduce al solito luogo.
Mi sistema su un letto, mi copre leggermente e cerca di pulire il sangue dalle mie ferite.
-Hai avuto coraggio.-
-In certe situazioni anche un cane troverebbe coraggio- rispondo.
-Ti avevo avvertita Briseide-
-Allora perché sei venuto a salvarmi?-
Non risponde.

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora