Capitolo 8 Achille

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Sono stremato dalla battaglia di oggi ma so di aver combattuto con audacia e valore e ne vado fiero.
Questa sera Agamennone e la sua compagnia hanno organizzato un banchetto per festeggiare e mi tocca farmi presente anche se non ne ho la minima voglia.
Hanno richiesto anche Briseide tra le schiave presenti e dopo l'episodio di pochi giorni fa, non sono sicuro che si concluderà tutto al meglio.
In ogni caso la difenderò, semplicemente perché sostengo che non ci debba essere violenza sulle donne.
Osservo Briseide pensante, gioca con i lunghi capelli avvolgendo ogni ciocca intorno alle dita e arriccia il naso come se non le tornasse qualcosa. Dopo un po' che la fisso decido di chiamarla perché è l'ora di andare al banchetto.
Mi segue silenziosa e appena arrivati alla tenda di Agamennone udiamo urla e grida di gioia.
Molti dei soldati offrono doni al re per ringraziarlo, ed io mi lamento per il fatto che se abbiamo avuto la meglio oggi, non è merito suo.
La maggior parte dei guerrieri mi ringrazia e si complimenta con me e gliene sono grato; altri ballano e bevono. Intanto Briseide è stata radunata con le altre schiave e tra un vassoio e un altro sembra già stanca.
Alcuni uomini iniziano a lasciarsi andare, stuzzicando e facendo dispetti alle serve.
Inizio così a diventare nervoso e fra gli uomini non perdo d'occhio la mia schiava.
-È così importante?- Dice Ulisse dandomi una gomitata.
Mi fingo indifferente e lo ignoro.
-Non mentire si vede da come la guardi.-
Durante la serata ripenso alle parole di Ulisse che mi sono state ridette pure da Patroclo e ci rifletto su, ripensando al tempo passato in sua compagnia.

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora