capitolo 26 Briseide

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«Andromaca!» Chiamo la donna che si muove velocemente a pochi metri da me. Tiene in braccio il piccolo Astianatte che piange e urla come non ha mai fatto prima d'ora.
«Andromaca!» Si gira senza smettere di camminare, e dopo qualche secondo le si illuminano gli occhi.
«Briseide presto, seguimi!» Esclama stringendo il bambino al petto.
«Devo aspettare Achille, sperando che sia ancora vivo»
Noto un senso di smarrimento in lei così continuo a parlare,
«Spiegami dove si trova il passaggio segreto»
«Sotto l'ingresso sul retro...sono sicura che lo troverai! Buona fortuna Briseide» E con questo mi lascia da sola.

Ho paura. Per la prima volta la guerra, il rumore delle spade e il fumo mi inquietano.
Cammino senza sapere dove andare, guardandomi alle spalle ogni secondo e sperando altrettanto che lui arrivi. Achille deve tornare vincente per forza, continuo a ripetermi; ma parte di me nega la possibilità di uscire sani e salvi da questa lunga ed eterna guerra.
«È la vecchia serva! Quella troia che è riuscita a sfuggirci» Percepisco queste parole confuse in lontananza, e il mio cuore inizia a ticchettare velocissimo.
Sapevo che qualcuno mi avrebbe notata prima o poi; una donna malconcia che cammina senza sapere cosa fare e dove andare nel bel mezzo di una guerra.
«Vieni qua stupida! Vogliamo vendicarci e stavolta non riuscirai a sgattaiolare via!» Una piccola truppa di soldati si avvicina come un branco di animali inferociti; comincio a correre il più veloce possibile ma so di non potercela fare tutta da sola.
Una freccia mi sorpassa, un'altra quasi mi colpisce. Non hanno una buona mira perché sei troppo lontana Briseide, mi concedo di pensare.
Conosco a memoria tutte le vie del castello e so per certo che presto finiranno; potrei imboccare il passaggio segreto senza essere vista ma che ne sarebbe di Achille?
Così corro ancora, e ancora sempre più veloce sempre più in fretta.
Ma ecco che sono in trappola. Il piccolo giardino della reggia non offre altre strade se non quella di ingresso, ed io sono appena entrata dentro.
«Pensavi di poterci scappare! Sai quante donnacce con i loro lattanti sono già morte?! Tu sei le prossima!» Chiudo gli occhi, sperando che tutto questo finisca ma non succede niente.
I soldati avanzano affannando e tirano fuori le spade.
«Desideriamo torturarti fino a che non sarai morta» Annuncia il capo fra tutti.
«Ditemi prima se Achille Pelide è ancor vivo» Li supplico.
«Non ci importa assai niente di lui!» Risponde una voce da dietro.
«Già! Ci abbandonati quando questa guerra è scoppiata!»
Ma come per magia, proprio in quel momento uno tra i soldati cade a terra. Sanguina, è stato colpito dietro la testa da quella che sembrerebbe una freccia ma nessuno si capacita da dove sia arrivata. Poi ne cade un altro e gli uomini smarriti si scansano uno ad uno.
E finalmente mi rendo conto:
Achille. Davanti a me lo ammiro con la spada alzata e la sua solita espressione.
«Come...come hai fatto?» Chiedo.
«Che cosa?» Domanda passando una mano tra i capelli biondi e bagnati.
«Sei...sei arrivato nel momento opportuno, cioè io stavo per essere...uccisa» Continuo ansimando.
«Te lo spiegherò più tardi, ora non c'è tempo andiamo!»
E così partiamo alla volta del grande passaggio segreto.

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora