Capitolo 14 Achille

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Non voglio più avere a che fare con nessuno, non so dove andare ma non voglio stare qui.
Scappo lontano senza una meta precisa e alla fine mi rifugio in una grotta dove si riesce a vedere l'intero accampamento.
Dopo aver giurato ad Agamennone di non combattere più non so davvero che fine farò; ero così arrabbiato ieri sera, Briseide mi da alla testa fino a non capire più nulla... è così perfetta.
Ora non la rivedrò più. Probabilmente i suoi giorni finiranno a fianco di Agamennone e questo mi rattrista molto.
Lancio un sasso, poi un altro e osservando il cielo vedo che il tempo passa velocissimo.
Quanto resisterò quassù? Soltanto con le mie armi e qualche provvista? Cosa sta succedendo nel campo di battaglia? Trascorrono i giorni. Qualche sera passano i soldati pregandomi di tornare, un'altro giorno viene a farmi visita  Patroclo chiedendo le mie armi ed io gliele cedoMa una note d'un tratto vedo arrivare una figura familiare, cammina cautamente e si guarda intoro spaventata. Ci metto un po' per analizzzare chi sia ma quando mi è ormai visibile in volto mi porto le mani alla bocca.
-Briseide cosa ci fai qui?- Le corro incontro.
Non risponde; i suoi occhi non brillano come sempre e qualcosa mi dice che è dispiaciuta.
Le porto le mani al viso:
-Cosa è successo?-
-Patroclo è morto- Riesce solo a dire questo e a quelle parole la scaravento per terra senza pensare e inizio a correre.
La sento urlare ma non mi interessa, devo arrivare all'accampamento il prima possibile.
Appena avvisto le prime tende vedo molti uomini impauriti sicuramente  per l'ira che mi pervade; afferro uno di loro e gli urlo contro:
-Dov'è Patroclo?-
-Mio Achille non lo sappiamo-
Strattono tutti quanti a terra e mi trattengo per non infilzarli con la spada. Non credo pienamente a ciò che mi ha riferito Briseide così continuo a far domande.
-Achille- Chiama un uomo.
-Dov'è Patroclo?- Chiedo.
-L'abbiamo scambiato per te mio signore- Dice un uomo.
-Che cosa?-
-Indossava la tua armatura, il tuo scudo, i tuoi gambali, il tuo elmo...si muoveva come te persino- L'uomo inginocchiato mi guarda spaventato e non si sorprende affatto quando lo spingo indietro:
-Dov'è ora?- Urlo, mentre l'uomo si volta verso di me - È morto mio signore, Si è battuto con Ettore di Troia-
Riprendo a correre per poi buttarmi a terra e inizio a piangere, non avrei mai pensato di scoppiare in lacrime per qualcuno ma è così. Il dolore che mi affligge in questo momento non so descriverlo.
Patroclo era un cugino, un amico, un compagno di vita...forse l'unico che mi voleva veramente bene insieme a mia madre Teti.
Sono stato stupido a cedergli le mie armi pensando che non si sarebbe spinto più in là delle mura; ora non mi resta niente altro che me stesso e la guerra.

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora