Capitolo 11 Briseide

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Gli raccomando sempre che stia attento e che tutto gli vada bene ma sembra non farci caso.
Sarà davvero immortale come dicono in molti?
Sono di nuovo in pensiero per lui, ciò che è successo stanotte non potrò mai dimenticarlo, per questo non voglio perderlo.
Non ci siamo nemmeno salutati come si deve, e ora starà fuori tre giorni con i suoi Mirmidoni.
A fine giornata non ho fatto granché.
Sono andata a cercare la mia amica, se così la vogliamo definire, purtroppo non l'ho trovata, così sono ritornata nella tenda.
Mi rimetto a dormire. L'unica cosa di cui avrei bisogno adesso è lui, solamente lui, che potrebbe rendermi felice anche solo con uno sguardo. Fingo che sia qui, lo immagino mentre si lava il corpo sudato e stanco e mi lancia piccoli sguardi mentre si tira i capelli biondi indietro.
Dove sarà?
Mentre la mia mente fantastica, un gruppo di soldati giunge nella tenda.
-Devi venire con noi, ordini del re.-
Salto in piedi e cerco di scappare ma i due mi bloccano e inizio a dimenarmi.
-No lasciatemi vi prego lasciatemi, lui non vuole io nemmeno.- Continuo a ripetere urlante.
-Achille non è qui e tantomeno non comanda.- Arriva Agamennone conducendomi nella sua tenda.
I soldati mi spingono verso l'interno e Agamennone è davanti a me.
Gli dice di lasciarmi e loro mi fanno cadere a terra.
Inizio a gridare e a piangere più che posso ma ottengo solo schiaffi, colpi violenti sulle guance e alla fine vengo chiusa in un piccolo reparto dell'accampamento.
Cosa vuole da me Agamennone? Io non ho colpe non gli ho fatto nulla!
Mi affaccio alla tenda grande in cui si trova Agamennone, Menelao e alcuni uomini e origlio attentamente:
-Signore, Apollo non farà più del male a nessun acheo, con la restituzione di Criseide la sua ira è stata placata, non corriamo più pericoli se non una nuova ira del possente Achille.- Dice uno di loro.
-Rubare la sua schiava non ci porterà ad un buon rapporto con il pelide ma non posso far altro se sono rimasto senza schiave!- Ribatte Agamennone.
Ora collego tutto il filo, e capisco il vero motivo per cui mi hanno rapita.
Cerco di sciogliere la corda che mi stringe in vita ma fallisco più volte, così inizio a gridare ma nessuno sembra sentirmi.
Non ho più voce, così non mi resta che provare a dormire.
-Briseide!- chiama Achille con un filo di voce.
I miei occhi si spalancano e corro ad abbracciarlo; ma non è come tutte le volte... una freccia lo ha colpito e l'unica cosa che riesce a dire è:
-Ti amo e ti amerò per sempre- Sentire quelle parole mi tocca il cuore ma poi cade a terra e non risponde più.
Mi sveglio sudata e impaurita e senza rendermene conto una lacrima riga la mia guancia, poi un altra e un altra ancora
Era un sogno, un incubo.
Il più terribile che abbia mai fatto, sembrava così reale vedere Achille morire tra le mie braccia...

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora