Capitolo 3 Briseide

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Per tutta la notte resto nel solito angolino e il ragazzo, del quale non so ancora il nome, dorme tranquillo ormai da un po'.
Lo osservo, respira lentamente e sembra così rilassato, quasi fa paura. Deve essere un tipo forte che non teme nessuno e credo che forse domani mattina mi farò coraggio e gli chiederò dove mi trovo e se sa perché sono qui.
La mattina presto una voce irrompe nella tenda:
-Mio signore, Agamennone richiede la sua presenza- Abbasso lo sguardo e sento il ragazzo mugolare qualcosa, poi si alza e mi fa cenno di non muovermi e segue l'uomo.
Agamennone? Non mi è nuovo direi...
Non bado a ciò che mi ha obbligato di fare il ragazzo e curiosa come sono mi affaccio fuori dalla tenda.
Ci sono molti uomini tutti intenti a festeggiare, mangiare e bere. Mi guardo intorno e decido di andare a cercare qualcuno di affidabile che mi spieghi dove sono.
Girando nell'accampamento vado a sbattere contro un gruppo di soldati che mi rimproverano di stare più attenta ma per fortuna non mi fanno niente, gira e rigira mi ritrovo davanti il biondo, il mio padrone.
-Briseide- ringhia fra i denti.
Non rispondo.
-Perché sei qui ti avevo detto di non uscire- continua calmandosi un po'.
Lo seguo per rientrare nella tenda e finalmente mi decido a parlare:
-Dove mi trovo?-
-Eh?- risponde con noncuranza.
-Ho detto dove mi trovo?- ribatto con tono autoritario.
-Non lo so-
-Sono la tua schiava giusto?-
-Così hanno deciso-
Resto a fissarlo, e dopo le sue risposte non oso aggiungere altro.
Restiamo in silenzio per qualche istante.
-Briseide non uscire più senza il mio permesso,potrebbero farti del male-
-D'accordo ma dimmi dove mi trovo-
-Dovresti sapere dove ti trovi-
-È la terza volta che te lo domando me lo vuoi dire?!- scatto in piedi alterandomi.
-Nell'accampamento acheo io sono qua con i miei cinquanta mirmidoni-
Resto sbigottita. Achei? Mirmidoni? E lui quindi è...
-Tu allora sei...A?- non riesco a finire la frase.
-Achille figlio di Peleo- risponde tutto d'un fiato.
Achille, achei, Agamennone, mirmidoni significa guerra di Troia, milioni di anni indietro nel tempo se questa è la realtà...no non può essere è uno scherzo sicuro.
Mi precipito fuori dalla tenda e inizio a correre senza una meta dirigendomi sempre più lontano.
Intanto sento Achille dietro di me che cerca di raggiungermi e voltandomi per vedere dove si trova inciampo cadendo pesantemente a terra.
-Cosa ti salta in mente?- Mi urla contro Achille.
Alcuni uomini mi afferrano e gli lancio due schiaffi per liberarmi.
Vedo Achille allontanarsi e sento altre mani sollevarmi.
Sono mani delicate, suppongo di una donna, così mi lascio aiutare.
Mi sveglio Coperta da un caldo telo e di fronte a me c'è una signora piuttosto anziana  dal viso sorridente.
Cerca di accarezzarmi ed io mi scanso bruscamente.
-Non aver paura di me cara, sono anch'io una donna di Troia, diventata schiava, sono qui per aiutarti- Mi rassicura.
-Io...-
-Come ti chiami?-
-Briseide, ma non so come sono finita qui- mormoro quasi piangendo.
-Oh Briseide, neanch'io  lo so, probabilmente la guerra, non viverlo come un problema è il destino di ogni donna come noi-
Mi rannicchio sulla sua spalla, al momento è l'unico conforto che riesco ad avere.
-Tuo padre Briseo, i tuoi cugini e il resto della tua famiglia ti starà cercando-
Briseo, la mia famiglia, i miei cugini??! Quindi io sarei una donna di Troia imparentata con un'importante famiglia?
Decido di addormentarmi di nuovo con la speranza che tutto questo finisca e la signora continua ad accarezzami dolcemente.

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora