Capitolo 22 Achille

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La fredda notte inizia a diventare pesante; i nostri soldati sono riusciti a far fuori le sentinelle e le mura sono ormai aperte. Presto arriveranno altre truppe, più agguerrite che mai, e allora i troiani non saranno pronti. Nessuno si sarebbe aspettato una cosa simile; avevo dato la mia parola al vecchio Re Priamo ma questa notte sarà fortunato se ne uscirà vivo.
Mi incammino verso la reggia, poiché l'unica cosa sensata che mi viene in mente è vedere Briseide. Mi faccio largo per la strada colpendo alcuni uomini e scansandoli dalla mia traiettoria.
«Briseide!» Comincio a urlare sperando che mi senta e che si faccia vedere.
«Briseide! Briseide» Scavalco un muro di pietra ed entro nell'enorme reggia. Ogni stanza pare deserta, così esco nei giardinetti. Intanto le urla avvolgono la città, lo spavento delle mamme coi bambini, gli anziani che non sanno cosa fare, le fanciulle...gli animali. Ma nonostante tutto questo io desidero solo la sua voce, la voce della mia vecchia serva.
«Briseide!» Ripeto per la decima volta.
«Achille Pelide» Grida una voce delicata.
Il mio cuore si riscalda e mi volto; in lontananza c'è una ragazza, si nasconde dietro una colonna e le vedo soltanto metà viso. Un viso perfetto, è quello di Briseide.
«Briseide eccoti» Non sono mai stato più felice in vita mia. Le corro incontro ma lei non si muove.
«Vile uomo» Mi rimprovera, «Cosa cerchi da me?» Chiede mantenendo quel suo atteggiamento permaloso.
«Volevo vederti per l'ultima volta, perché non so come andranno a finire le cose stanotte...gli dei hanno riferito ciò che hanno visto»
«Io non volevo vederti, e ora me ne andrò perché voglio salvarmi! E non sarai tu a portami sana e salva fuori di qui» Non so cosa rispondere. Mi è bastato osservarla, non chiedo di più.
«Non farei mai qualcosa che non vuoi» Le dico penetrando i suoi occhi.
«Allora perché sei qui?» Nelle sue parole c'è una nota di paura, mi sta implorando di andar via.
«Non ho deciso io tutto questo» Concludo. Dopodiché le nostre strade prendono versi opposti.
Non importa ciò che ha appena detto. Io rimarrò così lo sa anche lei, sono orgoglioso, crudele, vanitoso e disonesto ma non ci posso far niente. Però c'è una cosa che Briseide non ha mai capito...io la amo, se lei non crede che io sia in grado di amare commette un terribile errore.
Quella ragazza, non si arrende mai...probabilmente ne ha passate tante ed è stanca. Stanotte non merita di morire, a differenza mia, e quindi voglio farle sapere che la amo.
Mi volto di scatto, controllando che Briseide non sia troppo distante:
«Oh sacerdotessa di Apollo» Grido non staccandole gli occhi di dosso, «Cara mia fedele schiava; dicono che son immortale, anche se ciò non è stato mai affermato, perciò...comunque finirà stanotte io t'amerò» Smette di camminare ma non si gira a guardarmi.
«E so che mi ami anche tu...il nostro amore è immortale»
Briseide corre via, non la rivedrò mai più.

Un amore immortale ACHILLE E BRISEIDEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora