Capitolo sette

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«Hai intenzione di leggerli tutti?», una voce echeggia dietro una pila di volumi.

Prim'ancora di incontrare il suo sguardo, so a chi appartiene. Sono in trepidazione, ma non voglio che se ne accorga. Non mi muovo e fingo di essere concentrata a leggere, mentre sento i suoi passi avvicinarsi alle mie spalle.

«Sei irresistibile, quando sei così assorta.»

Rifletto su come rimandare ancora quell'incontro, ma non mi viene in mente niente. Sono inchiodata qui, sotto il suo sguardo. Faccio un lungo respiro e mi volto, perdendomi nella profondità dei suoi occhi. «Irresistibile per cosa?»

Gabriel si china su di me e le sue labbra sono pericolosamente vicine alle mie. «Vuoi che te lo dimostri?»

«No, ho capito.»

«Mi sei mancata». Gabriel accosta una sedia alla mia, si siede al mio fianco e cerca la mia mano. Quel gesto è ormai una consuetudine.

La sua vicinanza inizia a turbarmi; il respiro inizia ad essere frenetico, sta gareggiando con il cuore, ma non so chi dei due sia il più veloce. C'è un testa a testa e, alla fine, emetto il verdetto: parità.

«Io ti sono mancato?»

«Neanche un po'.»

Gabriel fa scivolare le sue mani sul mio viso, le sue dita mi svolazzano dolcemente sulle guance, come piume morbide e impalpabili. «Davvero?»

Per abbindolare l'ansia in continua crescita, torturo i miei capelli avvolgendo continuamente una ciocca intorno a un dito. Mi affaccio ad una finestra e osservo il panorama, delle collinette circondano un grazioso parco con un fittissimo intreccio di sentieri, che si propagano dai colli più alti e ricchi di boschi ai prati rigogliosi; annuso l'aria, ha l'odore denso dell'erba bagnata. Gabriel è qui, dietro di me. Sento il suo respiro. Mi accarezza i capelli. Un tocco leggero. Il cuore in fibrillazione.

«Non avere paura di me.»

«Tu non mi fai paura.»

«Guarda» dice, additando la finestra.

Il parco ha assunto l'aspetto di un bosco popolato da ombre e bisbigli inquietanti; i raggi del sole faticano a filtrare tra i rami scheletrici degli alberi e una luce plumbea avvolge i loro tronchi bruni.

«Cos'è successo?»

«Devi stare tranquilla, Amore» dichiara, abbracciandomi. «Non so perché non riesci a ricordare, ma credo abbia a che fare con la paura.»

«Di cosa avrei paura?»

«Credo che tu debba scoprirlo da sola, Amore.»

«Lo scoprirò.»

«Anche se ti farà soffrire?»

«Tu sarai al mio fianco?»

«Sarò ovunque tu vorrai.»

Il Custode dei sogniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora