Un fiocco di neve si affretta a raggiungere il manto bianco che ha ricoperto ogni cosa. Numerosi alberi addobbati per l'occasione contornano Piazza Unità, illuminandola. Al centro è allestito un suggestivo Presepe con la Natività al completo. Passeggiando lungo il Canale di Sant'Antonio Nuovo mi imbatto nei tradizionali mercatini, con i loro profumi e sapori tipici.
«Sei a caccia di regali?»
Mi volto e lui mi sorride, con uno strano luccichio negli occhi. Provo a perforarmi la mano con un dito. Esito positivo. Sono nel sogno.
«Mi hai mentito!»
«Di cosa parli, Amore?»
«Non chiamarmi Amore, tu non sei il mio ragazzo!»
«Perché dici questo?»
«È Demi il mio ragazzo, non tu.»
«Amore, sono io Demi.»
«No! Tu hai detto di chiamarti Gabriel e fisicamente sei diverso. Demi ha i capelli biondi ed è più basso di te!»
«Devi credermi.»
«È quello che ho fatto finora e ho sbagliato.»
Il suo volto è inespressivo, ma sono più che sicura che si tratta di una maschera, sono le sue iridi a tradire le forti emozioni che sta provando. Non sono mai state così profonde come adesso, mi stanno invitando a inabissarmi nell'umor vitreo dei loro occhi.
Il suo sguardo mi paralizza e colgo quel senso di familiarità che ho a lungo cercato. Un lampo mi abbaglia, come un faro nella notte. Un volto mi sfreccia davanti. Vedo il parco, noi due che passeggiamo felici; lui che mi sussurra in un orecchio, io che sorrido.
«Demi», un leggero tremore vela la mia voce e le emozioni sfuggono al mio controllo. Sento le lacrime lanciarsi una dopo l'altra dal trampolino delle ciglia e scivolare giù sulle mie guance. Mi copro il viso con le mani e, con esso, il mio lato debole.
«Non mi piace vederti piangere» confessa, dopo averle scostate dal mio viso.
Sbarro gli occhi, non riesco a credere a quello che vedo. Sono confusa, disorientata e ho bisogno di un po' di tempo per riprendermi.
«È tutto okay?»
Mi limito ad annuire, non sono del tutto padrona della mia voce, mentre lui mi asciuga le ultime lacrime. «Sei proprio tu?» gli domando, incredula. Il suo viso è identico a quello della fotografia.
«Come hai fatto?»
«Qualcuno mi ha costretto a mostrarmi con un aspetto diverso.»
«Chi?»
«Tu, Amore.»
«Io? Perché?»
«Mi hai cancellato dai tuoi ricordi, perché la mia faccia ti faceva soffrire. Io, però, avevo bisogno di vederti, eri così triste. Sola. Indifesa. Ed era tutta colpa mia. Dovevo fare qualcosa perché tornassi ad essere la Serena che ho conosciuto. Non ho avuto scelta». Demi mi prende per mano e mi trascina via con sé.
STAI LEGGENDO
Il Custode dei sogni
ChickLitE' possibile che ogni singola scelta verso il proprio destino sia indirizzata dall'inconscio? E che l'incontro con una persona vista in un sogno abbia uno scopo ben preciso? Fin dove si può spingere il confine tra sogno e realtà, senza cadere nella...