Capitolo 7

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Per Draco scoprire che qualcuno era quasi morto toccando la collana era stato terribile. Come quando ti butti in un lago ghiacciato e il respiro ti si blocca nei polmoni, e ti sembra di non riuscire più a respirare.

Aveva pianto, ma non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce. Pianto fino a non avere più lacrime, fino a quando la notte era scesa e si era reso conto di non essere mai stato più solo.

Un mostro, ecco cos' era.
Aveva quasi ucciso un'innocente, una ragazza che non aveva colpa di nulla.

Cercava incolpare il Signore Oscuro, ma in cuor suo sapeva che era colpa sua. Un codardo. Un vigliacco.

Draco sapeva che se quella ragazza non si fosse mai svegliata, non se lo sarebbe perdonato. Mai.

Passò due settimane terribili. Non parlava con nessuno, non voleva vedere nessuno. Pansy cercava di non darlo a vedere, ma era preoccupata per lui. Le cose non erano facili.

Poi, quando la notizia del risveglio di Rose si diffuse, Draco tirò un immenso respiro di sollievo. Ma il senso di colpa non se ne andava.

Quello stupido giochetto con Blaise non contava niente; non sarebbe più riuscito a guardare in faccia la ragazza senza provare un profondo rimorso.

Fu Draco a spedire quelle rose, nella speranza di tirare su il morale della ragazza. Era solo per il rimorso, si disse.
Ovviamente rimase anonimo, troppe questioni in sospeso. Avrebbe potuto rovinarsi.

Ma con quel semplice gesto dimostrò una cosa: Draco Malfoy aveva un cuore.

Draco Malfoy era ancora capace di amare qualcuno.

* * *

Draco si alzò con un mal di testa da non poco, che peggiorò appena si ricordò che mancava un mese alle vacanze di Natale. Gli sembrava di star facendo il conto alla rovescia per la sua data di morte.

Si annodò la cravatta e scese per la colazione. Vide Pansy seduta da sola, cosí le si sedette accanto. Lei lo vide e gli sorrise. "Buongiorno"

"Anche a te" Draco deglutí fissando il posto vuoto di Rose nel vano tentativo di scacciare il sapore amaro che aveva in bocca.

Mangiucchió distrattamente una fetta di torta al cioccolato e aprí la copia della Gazzetta del Profeta di Pansy. Nessuna notizia, ancora. Tutta quell'attesa... Era frustrante.

Non seppe esattamente quanto tempo passò, ma ad un certo punto sentí un rumore, un basso mormorio, e alzó lo sguardo.

Una ragazza stava entrando nella Sala Grande. Draco ci impiegó mezzo secondo per capire chi fosse. Pansy le corse incontro e abbracciarono a metà strada, e lui si stupí. Non avrebbe mai descritto Pansy come una persona affettuosa, non prima di quel momento. Eppure, tutto in quell'abbraccio gli diceva che le volesse bene davvero.
Draco fece uno strano sorriso divertito, quasi complice, trattenendo il sospiro di sollievo appena il suo sguardo incontrò quello di Rose.

Cinque minuti dopo era seduto nell'aula di Rune Antiche.

"Non ti ricordi proprio nulla?" chiese Pansy.

"Niente" Rose fece una smorfia. "So solo quello che mi hanno detto i professori.... Qualcuno mi ha lanciato la maledizione Imperius e mi ha consegnato la collana. Solo questo, non hanno voluto dirmi altro"

Blaise le accarezzó il braccio con un movimento lento e dolce e a Draco montó dentro una strana rabbia. Gelosia? No, certo che no. Non la conosceva bene, sapeva a malapena chi fosse. Eppure il fatto che l'avesse quasi uccisa la rendeva incredibilmente più vicina a lui.

Rose sorrise e Draco capì che era un sorriso finto. Ne dedusse che non aveva ancora perdonato Blaise dalla notte di Halloween.

Quando la lezione finì corse dritto al terzo piano senza farsi vedere. Una notte, mentre stava girovagando per l'ennesima volta tra i gelidi corridoi di Hogwarts, si era accorto che Potter usciva da una strana porta. Lo aveva seguito, naturalmente, e lui senza saperlo gli aveva dato la chiave per trovare la famigerata Stanza delle Necessità. Dentro di lui si era accesa una folle euforia malata, come quando gli scienziati credono di aver fatto la scoperta del secolo.

Sospiró. Non c'era nessuno. Solo lui.

Era strana la sensazione che provava. Non poteva rivelare a nessuno della sua missione, quello era ovvio. Avrebbe messo in pericolo troppe persone, compreso se stesso. Eppure allo stesso tempo avrebbe solo voluto qualcuno vicino...

Ma era la sua missione, l'unica cosa che davvero contava. Quello che lo divideva dalla libertà.

Ho bisogno di un posto dove trovare l'Armadio Svanitore.

Ho bisogno di un posto dove trovare l'Armadio Svanitore.

Andiamo, imploró, ho davvero bisogno di trovare quello stupido Armadio Svanitore.

Aprì gli occhi incerto e rimase quasi stupito di vedere la grande porta davanti a sé. La sua solita sicurezza sembrava averlo abbandonato, proprio quando ne aveva più bisogno.

La aprí e vi sgusciò dentro velocemente. Spalancó gli occhi: la stanza era grande quanto una cattedrale, piena ci cianfrusaglie, esperimenti falliti, frisbee Zannuti ancora funzionanti che svolazzavano in giro. Vecchie pozioni che ribollivano ancora, mobili vecchi, oggetti strani che Draco non sapeva identificare.

Girovagó tra i sentieri abbandonati. Chissà quanti ragazzi avevano compiuto i suoi stessi passi. Certo, nessuno di loro avrebbe potuto morire per uno sbaglio. Ma la cosa lo fece sentire un po' meno solo.

Stava iniziando a pensare che qualcuno avesse già preso e usato l'armadio, quando ci andò letteralmente a sbattere contro.

Draco accarezzó la superficie instarsiata e scura di legno d'ebano. Era grande e alto, identico in tutto e per tutto a quello di Magie Sinister e il ragazzo seppe per certo di averlo finalmente trovato.

Finalmente.

Lo aprì con un timoroso rispetto e ci appoggiò dentro una mela.

"Harmonia nectere Passus" mormorò.

Aprì l'armadio e notò con gioia che era scomparsa.
Ripetè la formula e lo riaprì. La mela era tornata... Ma ne mancava un pezzo. Un fottuto, dannatissimo pezzo.

L'armadio era rotto. Rotto e da riparare, come da riparare era la razionalità del ragazzo in quel momento. Uscì dalla Stanza chiedendosi se la sua sanità mentale si sarebbe mai restaurata da sola.

Scese le scale con scarsa attenzione e sobbalzó quando Pansy gli arrivó vicino dal nulla. Lei fece una risata nervosa. "Draco, va tutto bene?"

"Certo"

Lei fece una smorfia. "Sembra che tu abbia visto un fantasma"

A Draco mancó il fiato. Si sentiva come se il fantasma fosse lui. "Sto bene"

"Ne sono sicura..." Pansy sorrise maliziosa. "E questo ha a che fare con il ritorno di Rose?"

"Perchè dovrebbe?" replicò lui infastidito.

"Oh, non lo so" la Serpeverde alzó lo sguardo e scrolló le spalle. "Mi è sembrato che stessi sorridendo appena l'hai vista"

"Avrai visto male, Pansy"

I due entrarono nell'aula di pozioni, condivisa da Serpeverde e Grifondoro. Draco sbuffó. "Che cos'è?"

Pansy lo guardó. "Che cosa?"

"Questo profumo..." mormoró distrattamente Draco. "Profumo di rose. Che cos'è?"

Gli occhi di tutti si puntarono su di lui e poi scattarono verso Rose, increduli. Draco guardò Pansy e vide che tratteneva a stento un sorriso.

"È l'Amortentia, signor Malfoy" spiegò Lumacorno, con un sorriso comprensivo dipinto in volto. "Per ognuno di noi ha un odore diverso. L'odore di ciò che ama"

She saved me. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora