Capitolo 20

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Tornare alla normalità sarebbe stato difficile. In fondo mancava solo un mese, ma a che cosa... Esattamente, non lo sapevano neanche loro.

L'unico compito delle gemelle era quello di aiutare Draco. Ma Draco... lui non lo avrebbe mai permesso a Victoire di aiutarlo. Non voleva l'aiuto di una Grifondoro, e avrebbe preferito che l'unica ragazza che gli piaceva davvero restasse fuori da tutto. Ma adesso erano marchiate e immaginare cosa sarebbe successo dopo era quasi impossibile.

Vivere in quello stato di continua incertezza. Quella era la cosa peggiore.

Per Victoire, poi, era una storia diversa. Era stato facile decifrare la rabbia negli occhi del Signore Oscuro. Negli suoi occhi cosa poteva aver visto, se non la sua relazione con Potter?

E Rose si chiedeva cosa avrebbe fatto lo Sfregiato quando lo avrebbe saputo. Sarebbero stati ancora la coppia felicemente innamorata?

E invece a lei non era cambiato nulla.

Draco le aveva raccontato della missione, dei tentativi per uccidere Silente. Si era risparmiato i dettagli che Rose sapeva di non voler sentire.

E tutto quello non fece che aumentare l'amore per il ragazzo biondo e pallido che aveva davanti, che stava riversando tutto il male delle loro vite su se stesso e sulle persone che lo avevano cresciuto. Avevano il patto non scritto di non parlare ad alta voce del futuro, era un argomento così delicato... eppure nessuno dei due avrebbe abbandonato l'altro tanto facilmente.

* * *

"Rose" la chiamò Pansy per la decima volta.

La ragazza si riscosse dallo stato di trance appena in tempo per vedere l'amica scambiare un'occhiata quasi preoccupata con Blaise. "Cosa c'é?"

"Oh, be', non lo sappiamo" commentó ironico Blaise. Pansy gli scoccó un'occhiata d'ammonimento. "Guardi il vuoto da un po', Rose"

Non c'era malizia nelle sue parole, e Rose si stupì di quanto potevano essere leali i Serpeverde quando impari a conoscerli. "Io - già" fu in quel momento che Rose constatò che Pansy aveva ragione più di qualunque altro momento. A Serpeverde hai bisogno di un gruppo. Essere soli e non aver più voglia di proteggerti ti fa diventare un bersaglio incredibilmente facile. E pensare di poter abbassare la guardia per un attimo, pensare che qualcuno sia lì per proteggerti le spalle... Era bello. "Sono solo stanca"

Pansy le fece un caldo sorriso. "Hai già studiato più di tutti noi messi insieme. Vai di sopra e riposati, okay?"

Rose annuì con l'impressione che i due volessero stare un po' da soli. Bene, anche lei voleva stare sola. Lungo le scale vedeva decine di ragazzi che ridevano e scherzavano, ma sapeva che tanti di loro avevano problemi in famiglia. E la causa dei problemi di tutti erano i Mangiamorte, direttamente e indirettamente.

Si riscosse dai suoi pensieri appena arrivò nel desolato corridoio vuoto che conduce alla Stanza delle Necessità. Si chiese perché i piedi la portavano sempre lì, ma quel posto aveva qualcosa di speciale per lei.

"Lihley!" chiamó una voce maschile.

Rose si voltò. Un ragazzo dagli scompigliati capelli corvini stava correndo verso di lei e sembrava quasi furioso.

Rose sbuffó. "Potter" salutó sprezzante. "Non posso dire che sia un piacere vederti"

Harry ma ignorò. "È colpa tua?" chiese rabbioso. I suoi occhi sembravano sprizzare fiamme.

"Colpa mia cosa?" ripetè lei. La sua calma, se possibile, fece irritare ancora di più il ragazzo.

"Non fare finta di niente" sbottò. "Sei stata tu a convincere tua sorella a diventare una Mangiamorte?"

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