In realtà, quella non fu una notte molto felice. Rose tornò da Draco dopo un'ora persa nel tentativo di spiegare a Victoire cosa aveva fatto e dove era stata per tutta la serata. Sua madre l'aveva cercata, ma a Rose non importava particolarmente al momento.
Era corsa da Draco, ma non l'aveva trovato nella sua stanza. Il panico si era diffuso come una fitta dolorosa a partire dal petto. Fu in quel momento in cui si rese conto, per la prima volta, quanto bastasse a far crollare il precario equilibrio in cui viveva. Durò un secondo, prima che lo trovasse in bagno. Era bianco, pallido come un lenzuolo. Le mani tremavano da quanto stringeva forte il bordo del lavandino.
Quella notte Draco vomitò anche l'anima. Stava così male che Rose pensò di chiamare Narcissa, ma il pensiero fu subito represso dal risentimento che Draco avrebbe provato nel farsi trovare in quelle condizioni.
Ma stranamente non fece obiezioni quando Rose decise di stare con lui finché non si fosse sentito meglio. Andarono insieme a letto e si addormentarono in poco tempo, e a Draco la sbornia passò così velocemente che si chiese se la sola presenza di Rose bastasse a farlo calmare.
E si limitò a stringerla a sé, in un tenero e forte abbraccio.
* * *
Victoire entrò nella sua camera sbuffando verso le tre di notte. Aveva passato tutta la serata a correre dietro Malfoy per parlargli e convincerlo ad aiutare Harry, ma non aveva trovato il coraggio. Che razza di Gridondoro era?
Un bruciore sul petto la distrasse e la mano andò automaticamente alla moneta che portava come una collana. Corse a nascondersi nel bagno privato e fece un incantesimo Silenziante per isolarsi da tutto. Con il golden trio aveva imparato ad eseguire quel tipo di incantesimo davvero bene, forse perché avevano sempre bisogno di rintanarsi in posti strani. Prese la moneta con le mani che tremavano e con uno scatto secco della bacchetta la attivò. Un rumore di voci in sottofondo la avvisava che c'era qualcuno dall'altra parte.
"Tori?" la chiamò una voce.
Victoire trattenne un fremito, ascoltando quella voce dopo tanto tempo. "Ciao, Harry"
La sua voce era grondante di sollievo, felicità e paura. Perché dovevano fare sempre tutto di nascosto? "Va tutto bene?" le chiese lui. Sembrava distante e preoccupato.
"Si, cioè... No" Victoire fece un sospiro tremante. "Potrebbe andare meglio, lo sai" mormoró spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, come se Harry fosse lì con lei.
"Vorrei che tu fossi qui"
"Anche io" ammise.
Ci fu un silenzio prolungato e Victoire pensò con orrore che fosse successo qualcosa ai suoi amici.
"Dell'Horcrux? Sai qualcosa?" chiese una voce diversa.
"Ron! Stai zitto!" lo rimproverò Hermione.
Victoire sorrise. "Non credo che la coppa sia qui. Piuttosto alla Gringott"
"Ma certo!" la voce di Hermione ebbe un tremito di eccitazione. "Possiamo controllare anche nella camera dei Black e dei Lestrange"
Si sentì un rumore e un'esclamazione di sorpresa.
"Victoire, dobbiamo andare. Noi - ti prometto che ti tirerò fuori da lì"
La ragazza annuì prima di accorgersi che tanto Harry non avrebbe potuto vederla. Una lacrima passegera solcò la sua guancia, lasciando una scia umida e fredda.
"Ti amo, Harry" mormorò.
Ma il collegamento si era già chiuso e le sue parole aleggiarono nell'aria, dolorose e piene di risentimento.
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She saved me.
FanfictionA tutte quelle ragazze chiuse in se stesse, che pensano di non avere nessuno di cui fidarsi. A quelle che sono state sole per molto tempo. A quelle che non credono al vero amore. A tutti quelli che pensano che Draco sia cattivo. Questa storia é un i...