Ormai mancava pochissimo.
Pochissimo, un mese circa. Draco si aspettava una chiamata. Ma faceva male lo stesso.
Ed ecco che un Mangiamorte qualunque, di cui neanche sapeva il nome, era a prenderlo ad Hogwarts come un pacco di poco conto da consegnare. E nel tragitto fino a Malfoy Manor gli aveva spiegato cosa avrebbe dovuto fare in quella "riunione". Spiegare il suo piano, nei minimi dettagli, discutere con gli altri Mangiamorte di come aveva intenzione di entrare a scuola.
Quello stupido, stupidissimo piano che aveva rovinato non solo un anno di scuola, ma una vita. Perché Draco aveva paura di una vita piena di risentimenti e paure, di incubi e sogni oscuri sulle anime in pena a cui aveva tolto la vita.
E poi, finalmente, poteva dire che lo aspettasse un futuro non troppo pessimo da accettare.
Aveva sempre pensato che avrebbe avuto una moglie a cui non sarebbe stato legato se non da un Legame magico. E un figlio a cui insegnare, controvoglia, i valori dei Malfoy. Una bella casa di perfetti Purosangue, ricchi ma impassibili.
Invece per Draco si era aperta una nuova possibilità.
Quella di vivere una vita felice.
* * *
"Forza, tesoro" mormorò Narcissa, tenendo una mano ferma sulla spalla di Draco, su per la scala del Manor. Aveva gli occhi stanchi, come se non si curasse di se stessa da giorni.
"Madre, so dov'è la mia camera" rispose lui secco.
"Draco, volevamo avvisarti" gli disse lei per la millesima volta, con gli occhi lucidi pieni di risentimento. "Ma é successo tutto in fretta, e la riunione era urgente e avrebbero potuto intercettarci.."
"Già" taglió corto lui. Voleva solo poter essere arrabbiato, poter dare la colpa a qualcuno che non fosse se stesso. Ma non ci riusciva. Non era colpa di sua madre.
Avrebbe solo voluto tornare ad Hogwarts.
"Domani ci tornerai" gli promise Narcissa, quasi leggendolo nel pensiero.
Draco scoccó un'occhiata poco rassicurante alla madre. La "riunione" non era stata affatto piacevole. Avevano parlato della "faccenda Anti-Silente" come l'aveva ironicamente definita la deliziosa Zia Bellatrix, per quasi due ore. E per Draco, nulla era più disgustoso di sua zia. Una macchina creata per uccidere.
Entrò in camera sua e si chiuse le porte alle spalle con un tonfo secco. Il suo sguardo vagó per la sua camera, i dettagli al loro posto, i quadri perfettamente dritti alle pareti. Accarezzò distrattamente i volumi sulla storia del Quidditch e i modellini delle scope sulla mensola. Era tutto come l'aveva lasciato, identico e quasi inquietante.
Fece per stendersi sul letto ma un lieve ticchettio alla finestra attirò la sua attenzione e vide un gufo dalle piume scure battere alla finestra. Una fitta sembrò aprirsi all'altezza del cuore, ma la ignorò e prese la lettera che gli consegnava.
La scartò in fretta e riconobbe subito quella scrittura di svolazzi e lettere eleganti.Non perse un secondo a pensare. Non voleva immaginarsi gli scenari peggiori.
Draco,
So che avrei dovuto dirtelo di persona, mi dispiace.
Oggi non ti ho visto a Pozioni, e per la verità neanche alle altre lezioni. Spero che vada tutto bene.
Non volevo farti preoccupare, davvero, ma dirtelo di persona non era facile. Come dirti che stavo andando a rovinarmi la vita?Il suo cuore perse un battito.
Io... io potrei non tornare come prima ad Hogwarts. É difficile da dire, ma non te l'ho detto perché so che avresti fatto qualcosa per impedirlo. Ma non puoi fare niente, nessuno di noi può.
Sto per andare a Malfoy Manor. A casa tua. Un giorno mi sarebbe piaciuto andarci, ma in circostanze del genere... È l'ultimo posto in cui sarei voluta essere.
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She saved me.
FanfictionA tutte quelle ragazze chiuse in se stesse, che pensano di non avere nessuno di cui fidarsi. A quelle che sono state sole per molto tempo. A quelle che non credono al vero amore. A tutti quelli che pensano che Draco sia cattivo. Questa storia é un i...