Capitolo 34

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"Rose!"

Rose riconobbe all'istante la voce e fece tutto quello che era in suo potere per ignorarla. Ma la sua fonte si avvicinava e lei non poteva mettersi a correre, non poteva scappare. "Rose, aspetta"

Rose si voltó con calma. "Ciao, Avery"

Il ragazzo fece una smorfia. "Ah, e da quando mi chiami per cognome?"

"Da quando ho deciso che non ho motivi per fidarmi di te" replicò secca.

Mathias rise e Rose si irritò ancora di più. Che diavolo voleva da lei? "Senti, se mi hai fermato solo per ridermi in faccia..."

"No" Mathias smise di ridere e la guardó, gli occhi chiari nei suoi. "In realtà, volevo salutarti. So che domani parti"

"Oh" Rose alzó le sopracciglia. "Uhm, suppongo di si. Allora ciao"

"Sei proprio stronza, non è vero, principessa?" chiese, il sorriso più bello e più ironico che Rose gli avesse mai visto fare.

"Mi sto trattendendo dal lanciarti una fattura, Avery"

"Credo di potermela cavare, Rose" Mathias le accarezzó una ciocca di capelli, e lei fece di tutto per non ritrarsi. Non voleva che lui ridesse di lei. "É per via della mia famiglia?"

"Che cosa?"

"Mi eviti da un mese, e -"

"Uh, ti ho dato l'impressione di volerti evitare?"

"Molto spesso, si"

Rose esitó, amareggiata. Quando parlò, sentí tutto il veleno nella sua voce. "So quello che hai fatto a quella ragazza, ad Hogsmeade"

"Era una nata babbana, Rosalie" nei suoi occhi, per la prima volta, si leggeva sincero stupore. "Quando sei qui devi pensare a sopravvivere e basta. Se continuate a fare così, tu e il tuo ragazzo..."

"Credo che tu non abbia nessun diritto di insultare me e Draco"

"Forse no" ammise "ma ce l'ho per difendermi"

"Non hai nulla da difendere" Rose sospiró stancamente. "Sei un Mangiamorte e hai fatto il tuo dovere. Va bene così... Forse, però, avresti potuto pensarci prima di attaccare una ragazza indifesa"
Mathias si strinse nelle spalle. "Spero troverai qualcuno che ti fará cambiare idea, Avery"

Il ragazzo la guardó negli occhi, divertito. "Forse la prossima volta ci incontreremo da nemici"

"Dipende da te"

Mathias sorrise e le porse una mano.
"Buona fortuna, Rose"

Rose rimase un attimo a studiarlo, prima di stringere la sua mano. Era calda al contatto con la sua, ghiacciata e rigida. "Anche a te"

                             * * *

"Dovrai parlargli, prima o poi" le ricordò Victoire per la decima volta.

"Lo so" sbuffò sua sorella.

"Non hai ancora fatto le valigie. Rose, tra dodici ore saremo già in viaggio per Parigi"

"Già, so anche questo"

"Ma non sai ancora cosa fare, vero?"

"No" ammise. "Non lo so"

"Vai a parlargli" consigliò Victoire.

"Non ce la faccio" si lamentó l'altra. Era distesa sul letto, le mani congiunte sul ventre e gli occhi al soffitto.

"Muoviti"

"Da quando mi faccio dare ordini dai Grifondoro?" borbottó Rose.

"Non trovare scuse"

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