Capitolo 3

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Draco si stiracchiò nella Sala Grande, reduce da un pomeriggio particolarmente interessante con Astoria.

Mosse la regina negli scacchi magici, facendo scacco matto al ragazzo davanti a lui. Blaise alzò le mani in segno di resa.

"Vinci sempre tu, così non è divertente"

Draco ghignò e rivolse lo sguardo al tavolo dei Grifondoro, dove aveva notato che stava succedendo qualcosa.

Notò la gemella bionda seduta accanto a Potter, che si sporse leggermente e la baciò.

Draco fece una smorfia schifata e Blaise seguì il suo sguardo. La sua espressione era un misto di sdegno e incredulità.

"La missione é fallita" osservò Nott sbucando dal nulla.

"Non ancora" Blaise si guardó intorno con aria da predatore, neanche quella fosse stata una vera caccia. "C'è sua sorella Rose"

Draco inarcó un sopracciglio. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualcosa per farlo smettere. Che senso poteva avere aggiungere una ragazza alla lista, nel grande schema delle cose? Adesso si rendeva conto di quanto stupidi fossero. Solo dei ragazzini. Sbuffó e si alzó, diretto al dormitorio.

Cosa stava succedendo? Avrebbe solo voluto chiudersi in camera, nascondersi dall'orrore della vita che era costretto a vivere. Perché lo stava facendo? Per salvare la sua famiglia. Ancora una volta, quella era l'unica cosa che gli importava veramente.
Camminò in fretta e non si rese conto di essere andato a sbattere contro una ragazza, fin quando quella non lo richiamó. "Guarda dove vai"

Draco si fermò bruscamente e si voltò. Quella voce risuonò nelle sue orecchie, come l'eco di parole confuse. E forse era proprio lui, quello confuso, perchè lei era entrata nei suoi pensieri per caso e non avrebbe dovuto farlo. Nessuno poteva intromettersi.

Sbuffò e le porse la mano. Solo perché era di Serpeverde e - dannazione, lui non aveva bisogno di altri nemici.
La sua espressione dura mutò in una di stupita confusione, come se non si aspettasse proprio quel gesto.

Il ragazzo la osservò. I capelli ricci le danzavano dolcemente attorno al viso, gli occhi lo scrutavano sospettosa, la curva della bocca aveva preso una piega irriverente. Era irritata da lui, lo capiva, e avrebbe voluto ridere della prevedibilità della sua vita.

"Draco Malfoy" si presentò con finta svogliatezza, quel tono strascicato che negli anni aveva imparato a perfezionare.

"Rose Lihley" ricambiò lei.

Piegò leggermente il capo, come se si aspettasse qualcosa. Poi sospirò e rivolse lo sguardo verso la Sala Grande, che si posò inevitabilmente su Potter e sua sorella.

Draco ghignó, quasi incapace di trattenerlo, e si chiese perché fosse ancora lì. "Tua sorella si è già data da fare"

"Avrei dovuto aspettarmelo" commentó piatta lei. Draco avrebbe potuto dire che fosse delusa, ma la sua espressione era infrangibile. "Eppure... Non ci credo"

"Già, neanche io"

Rose ridacchió. "A te piace Potter?"

"Che cos - certo che no!"

Lei sorrise, e Draco notó con orrore che stava per sorriderle di rimando. Ma lei... Lei non era felice, glielo si leggeva in faccia. "Perché, a te piace Potter?" le chiese, avvicinandosi lentamente a lei con un ghigno.

Rose sbuffó. "Certo che no"

"Bene" mormorò Draco.

Era ormai vicino a lei, tanto che poteva sentirla trattenere un sospiro al contatto di lui. Sorrise compiaciuto, complimentandosi per l'effetto che faceva alle ragazze.

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