Draco camminava piano al fianco di una ragazza dai folti boccoli scuri. Si guardava intorno preoccupata, come se dovesse succedere qualcosa...
Come se stesse aspettando qualcosa.
Draco la prese per mano d'istinto e lei lo ringraziò con un occhiata rassicurata e un sorriso appena abbozzato.
Nel cielo apparì il Marchio Nero e i due rimasero impassibili. Impassibili, finchè la densa nube verde non li raggiunse...
Draco vide passare davanti a se i momenti più significanti e, stranamente, i più tristi della sua vita.
Suo padre che lanciava la Maledizione Crociatus sul suo animaletto, perchè non aveva saputo addestrarlo. Si vide in un angolo,a sei anni, a piangere. Doveva essere forte, era colpa sua se non ci era riuscito.
Sempre lui, a nove anni, felice ed eccitato davanti a Lucius. Gli stava spiegando perché lui doveva essere il migliore in tutto, perché i Malfoy dovevano essere superiori a tutti...
Vide suo padre che lo sgridava perchè una piccola Sanguesporco era la migliore strega della sua età e aveva voti migliori dei suoi. E sempre Lucius che non gli faceva più usare la scopa perchè Potter aveva fatto vincere la coppa di Quiddich alla casa di Grifondoro...
Vide Narcissa andare a consolarlo, e Draco che la scacciava brutalmente. Vide se stesso crescere in quella famiglia fredda, che aveva dato al proprio unico figlio tutti i vizi che un ragazzino ricco si poteva permettere ma non l'amore di cui aveva bisogno.
Vide la cerimonia in cui diventò Mangiamorte e se stesso piangere in bagno. E si vide comprendere lentamente che il mondo che Lucius gli aveva fatto apprezzare e di cui faceva ormai parte non era quello a cui apparteneva realmente.
Poi vide Rose, vide come lei lo guardava. Vide il male che le aveva fatto, e il bene che lei aveva fatto a lui. Draco che per la prima volta ammetteva di avere bisogno dell'aiuto della sua rosa.
E vide la stessa rosa sgretolarsi fra le sue mani, per colpa sua...
* * *
Si svegliò ansimando. Chiuse gli occhi, sperando di dimenticare l'incubo come tutti i giorni. Ma non se ne andava, rimaneva impresso a fuoco nella sua mente.
Li aprì e allungó la mano cercando il corpo caldo della sua ragazza. Non c'era. Vuoto.
"Rose" chiamò. Nessuna risposta.
"Rose?"
Il silenzio assordante della stanza gli rimbombava nelle orecchie, minacciando di sopraffarlo. "Rose!"
Si precipitò a vestirsi e corse fuori, nella Sala Grande. I Serpeverde lo guardavano stupiti.
"Draco! Ma cosa - "
"Rose" il tono del ragazzo era nervoso e urgente. "L'hai vista?"
Pansy lo fissò come se non l'avesse mai visto prima. "No. Io - pensavo che fosse con te"
Si scambiarono uno sguardo d'intesa e corsero a cercarla.
Draco sentiva come una voragine aprirsi nel suo petto. Erano così tante le cose che potevano essere successe...
Il panico crebbe dentro di lui quando osservó Potter dall'altro lato della stanza.
Era la sua fotocopia, in quel momento. Draco si fermó, il respiro pericolosamente rallentano, consapevole di una cosa.
Erano tutti e due disperati: l'unica ragazza che li avesse mai amati davvero era svanita nel nulla.Il loro sguardo si incroció per un secondo, ma l'occhiata non fu piena di odio e disprezzo come sempre. Era qualcosa di più. Comprensione reciproca, forse, Draco non poteva dirlo con certezza. Ma in quel momento, solo in quel momento, Harry Potter era più vicino a lui di qualsiasi altra persona nell'intero castello di Hogwarts.
Ma tutto questo duró un secondo netto. Draco distolse lo sguardo e andò a sbattere addosso a Piton, che lo fissò con un misto di stupore e disapprovazione. "Malfoy" lo chiamò.
"Professore"
"Mi vuoi spiegare il motivo per il quale corri come un pazzo per la Sala Grande, quando dovresti preparare tutto per la missione?" chiese, la voce solitamente disgustata che assumeva un tono basso e quasi protettivo.
"Rosalie Lihley" ansimó Draco.
"La signorina Lihley é stata portata via dai suoi genitori questa mattina" ammise lui con disprezzo.
"Come..."
"Micheal Lihley ha presentato una lettera stamattina al Preside. Le due ragazze sono andate via presto"
Il ragazzo annuì distrattamente e Piton gli diede una leggera pacca sulla spalla e un'occhiata solidale. Dopotutto era il suo padrino, ma per meritare quella misera manifestazione d'affetto doveva sembrare davvero disperato.
Draco tornò da Pansy e le spiegó tutto con una calma che non sapeva neanche di possedere. Lo sguardo di Pansy era impossibile da decifrare, almeno per lui, che non riusciva neanche a provarci. "Tornerà?" chiese lei alla fine.
Draco non sapeva né dove fosse andata né perché. Era così confuso, ma aveva pochi motivi per tornare e lo sapeva. Eppure sorrise, cercando di essere rassicurante. "Non lo so"
"E tu..." Pansy esitó. "Tu stai bene?"
"Io?" il tono di Draco era fin troppo sorpreso. "Si che sto bene"
La ragazza annuì e lo salutò con un cenno del capo mentre tornava nella Stanza delle Necessità. Avrebbe voluto tornare indietro e dirle qualcosa, qualsiasi cosa. Magari dirglielo, una volta per tutte. Non sarebbe stato così disastroso. Ma ormai era troppo tardi.
La stanza era tornata la stessa cattedrale inesplorata, ma non ci fece molto caso.
I ricordi lì erano troppo forti, e si ritrovò a sorridere leggermente. Dopotutto quell'anno catastrofico non era stato così tanto catastrofico.
Si ricordò della prima volta che l'aveva vista. E dell'Amortentia, che aveva capito prima di lui la natura dei suoi sentimenti per lei. E si ricordò la prima notte con lei, le curve gentili del suo corpo nudo e la semplice bellezza disarmante di fare l'amore con la ragazza che amava..
Il suo sorriso si spense gradualmente. La verità era che, per quanto ne sapeva, poteva essere successa qualsiasi cosa e lei poteva dover essere scappata con la sua famiglia.
Oppure quella sera stessa sarebbe potuto scappare con la propria, di famiglia. Un sacco di ragioni erano contro di loro, ma con un debole sorriso si rese conto che non erano tante quanto quelle che dividevano Piton dalla Granger. Un esempio così stupido che lo portò a pensare che niente era ormai così impossibile come sembrava. E subito dopo a chiedersi se stesse impazzendo.
Provò per la decima volta il funzionamento dell'armadio, ma l'aveva riparato perfettamente.
Era tutto perfetto per quella notte. Perché Draco sarebbe uscito allo scoperto, e tutti avrebbero compreso di aver passato un anno con un Magiamorte. E da lì avrebbe dovuto solo aspettare.
Se vinceva il Signore Oscuro, allora per tutti sarebbe iniziata un'Era di torture, maledizioni, odio e dolore. E non sarebbe stato facile, né per i vincitori né per i vinti.
Invece se vinceva Potter sarebbe stata una cosa felice, festa per tutti. I Mangiamorte incarcerati e processati, industriati a pensare alle migliori scuse per essere scagionati. Nel caso che fossero stati assolti, il Marchio non sarebbe scomparso comunque.
E allora Rose aveva ragione, l'avrebbero guardato per strada come uno di loro. Solo come uno di loro. Non come il brillante e sarcastico - per quanto insopportabile - Draco Malfoy. Sarebbe contato solo quel che successe dopo. Un'etichetta, una stupita etichetta di cui non si sarebbe più liberato.
E per l'Erede dei Malfoy il futuro sarebbe stato duro, perché non é facile spiegare che i tuoi genitori sono stati assassini.
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She saved me.
FanfictionA tutte quelle ragazze chiuse in se stesse, che pensano di non avere nessuno di cui fidarsi. A quelle che sono state sole per molto tempo. A quelle che non credono al vero amore. A tutti quelli che pensano che Draco sia cattivo. Questa storia é un i...