16 - Ritorno all'inferno

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Passarono ben sette giorni da quando siamo arrivati a Los Angeles e oggi ce ne dobbiamo andare.
in questi giorni, tra Jungkook e Jimin fortunatamente non è successo nulla, l'unica cosa che mi dispiaceva è che non si parlano più e non si rivolgono più nemmeno uno sguardo, tutto questo per colpa mia.

Salimmo nell'aereo privato di Jimin e partimmo per tornare a Seul.
Durante il tragitto dormimmo tutti per tutto il tempo.
Appena arrivati, prendiamo le valigie e scescimo dall'aereo.

Jimin mi afferrò la mano e mi trascinó con lui in macchina.
Prima che salimmo girai per un attimo lo sguardo verso Jungkook, che ci guardava con uno sguardo freddo e arrabbiato.
Non feci in tempo a distaccare lo sguardo, che mi ritrovai già dentro la macchina di Jimin.

<Ho mai detto che voglio venire a casa tua?>
Chiedo al ragazzo che si sedette vicino a me.

<Infatti ti porto a casa tua, non puoi tornare a piedi>
Rispose in modo freddo, come per darmi della stupida.

Rimasi con la bocca semichiusa e rimasi stupita da quelle parole.
Questa volta non potevo controbatterlo, così restai in silenzio e distaccai lo sguardo da lui.

<Jimin... tu e Jungkook non dovete litigare>
Dissi io, durante il lungo tragitto, spezzando il silenzio che quasi mi infastidiva.
Jimin non si degnò nemmeno di una risposta.
Io continuavo a guardarlo, aspettando ancora un po', inutilmente.
Infatti tornai a guardare altro.

<Fa come ti pare Jimin, non puoi continuare a tenergli il muso per tutto il tempo>
Aggiunsi, sperando che stavolta mi rispondesse.

Lui si girò a guardarmi, ma senza dire nulla.
Io non ricambiai lo sguardo, lo vedevo solo con la coda dell'occhio, feci finta di non essermi accorta di nulla.
Poi poggiò la testa sulla mia spalla e chiuse gli occhi.
Arrossì subito.

<Puoi stare zitta? Ho sonno>
Disse, evitando il discorso.

Mi innervosiva quando faceva così, ma in quel momento non risposi nemmeno, girai lo sguardo verso il finestrino, guardando fuori, ignorandolo completamente, anche se la mia mente continuava a pensare a loro due.
Ero così confusa, mi piacevano entrambi, questo ormai lo avevano capito pure gli autisti, ma non potevo scegliere cosí bruscamente, dovevo lasciare fare tutto al destino.

Mentre ero avvolta completamente nei miei pensieri, arivammo davanti a casa mia.
Quando sia io che Jimin ci accorgiamo di essere arrivati, uscimmo dall'auto.
Jimin prese la mia valigia e me la passa.
Prima che io potessi entrare in casa, Jimin mi abbracciò di colpo, lasciandomi sorpresa.
Dopo un po' ricambiai l'abbraccio e chiusi gli occhi.
Quell'abbraccio durò per molto, forse troppo, ma poi decidemmo di staccarci.
Ci guardammo poi per un po' negli occhi, mentre il vento ci scompigliava i capelli.

<Ci vediamo lunedì a scuola, Chae>
Disse il ragazzo davanti a me sorridente.
Io mi limitai a sorridere debolmente ed annuire.

Poi il maggiore mi diede un veloce bacio sulla guancia e se ne andò via.
Io arrossì, come mio solito e lo osservai andare via in macchina.

Non so perché, ma già sentivo la sua mancanza, non averlo accanto in quel momento è come se una parte di me se ne sia andata.
In realtà mi mancava terribilmente anche Jungkook.

Senza rendermene conto scoppiai in lacrime, ma appena realizzai mi asciugai in fretta gli occhi e entrai in casa.
Mia madre, sentendomi, si precipitò subito da me abbracciandomi, io ricambiai subito sorridendo.

Perché A Me? || BTS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora