27 - Perdita

728 85 13
                                    


***

Passate le ore di lezione, che sembravano non finire mai, uscimmo tutti dalla classe, accompagnati ancora dal suono della campanella.

Mentre mi dirigevo verso il portone d'ingresso, vidi Jimin da lontano girato di spalle mentre camminava lentamente anche lui verso il portone, continuavo a guardarlo finchè lui non si girò verso di me e mi guardava con sguardo vuoto, come se vedendomi non provasse più nulla.

<Jimin...>
Dissi, avvicinandomi a lui, ma lui si girò di nuovo e se ne andò.
Mi bloccai e abbassai lo sguardo.
Non sapevo davvero cosa fare, come riconquistare la sua fiducia, avevo la mente completamente vuota.

Dopo un po' mi resi conto che ero rimasta ferma lì, così uscì pure io.
Mi allontanai dalla scuola, ma mi bloccai di nuovo appena vidi, non molto lontano da lì, Jungkook che stava per entrare in una macchina.
Corsi verso di lui con sguardo fuorioso, che non ho mai avuto fino ad ora.
Appena mi ritrovai davanti a lui gli tirai uno schiaffo fortissimo, ma così forte che gli lasciai l'impronta sulla guancia.
Lui spalancò gli occhi, evidentemente sorpreso, mentre lentamente si metteva la mano sulla zona colpita e rimase in quel modo per un po'.

Scoppiai a piangere.
<COME HAI POTUTO RACCONTARE UNA CAZZATA DEL GENERE A JIMIN, EH??! COSA HAI CONCLUSO CON QUESTO?>
Urlai più arrabbiata che mai.
<PERCHÉ SEI COSÌ EGOISTA? PERCHÉ MI VUOI ROVINARE LA VITA? Perché???!>
Urlai ancora mentre piangevo disperata e davo colpi continui al petto di Jungkook, che mi ascoltava zitto, alzai poi lo sguardo incontrando il suo.
<Perché non vuoi accettare che io ami Jimin? Nei film e nei libri di solito chi ama una persona, non la vuole vedere felice se pur rinunciando a lei??!>
Dico ancora, un po' più calma di prima, mentre le lacrime non sembravano più cessare, continuavano a rigare il mio volto, ormai quasi completamente rosso dalla rabbia.
<Chaeyoung....>
Disse lui con un filo di voce.
<NO! Dopo questo direi che tra noi due è finita del tutto.
Non voglio neanche essere tua amica, come potrei essere amica di uno stronzo come te, che mi ha sempre presa in giro?>
Dico, asciugandomi le lacrime.
<Non ti ho mai presa in giro Chaeyoung, quello che ho detto a Jimin l'ho detto per rabbia>
Dice lui.
<Ah sì? Bene, potevi pensarci prima di parlare.
Addio Jungkook>
Dico, in modo serio, mentre mi allontano da lui e vado via dandogli le spalle.
<Chaeyoung...>
Mi chiamò lui, ma io lo ignorai completamente.

Dopo un po' di passi però mi girai per un momento e vidi Jungkook maledicendo se stesso e tirò un pugno allo sportello della macchina e furioso entrò dentro.
Mi girai di nuovo e tornai a casa in lacrime, non riuscivo a smettere di pensare a Jimin.

Arrivata a casa pranzai e poi mi rinchiusi in camera.
Chiamai Chohee e le dissi quanto mi mancava e le raccontai tutto, ma lei non sembrava essere la solita:

<Chohee.. è successo qualcosa?>
Le chiedo preoccupata.
<No niente, ma c'è una cosa che devo dirti... non ti piacerà, ma te la dirò solo quando starai meglio e risolverai con Jimin, non voglio che ti arrabbi ancora di più o la pressione ti si abbasserà e ti sentirai male>
Concluse il discorso.
<Dai dimmelo, prometto che non mi arrabbierò>
Dico, presa troppo dalla curiosità.
<Ti ho detto di no, non ti offendere ti prego, lo faccio per il tuo bene perché ti voglio bene>
Mi rispose.
Sbuffai.
<Va bene va bene, ma prima o poi me lo dirai promesso?>
Le chiesi.
<Promesso.
Ora vado tesoro, devo studiare>
Disse lei.

Ci salutammo e concludemmo la chiamata lì.
Mi buttai sul letto e chiusi gli occhi, sperando di dormire, almeno non avrei pensato a Jimin.

Mi trovavo in un immenso prato, ma non era un prato normale, non aveva nulla intorno, c'era solamente un albero senza foglie, di cui i rami si muovevano in modo calmo e tranquillo a causa del poco vento che c'era.
Il tutto fu accompagnato dal cinguettio degli uccelli e il rumore dell'erba che sbatteva qua e là.
Sembrava essere davvero un posto tranquillo.
Mi girai dall'altra parte per osservare meglio il paesaggio, ma improvvisamente vidi Jimin poco più lontano da me che mi guardava.
Aveva una maglietta a righe bianche e nere, una felpa sopra azzurra, dei jeans strappati e corti e dei calzini bianchi che gli arrivavano quasi al ginocchio.
Sembrava un bambino molto alto.
Mi avvicinai a lui, che restava fermo a fissarmi lì, come se fosse pietrificato.
Appena me lo ritrovai davanti, vicinissimo a me gli accarezzai lentamente il viso, ma lui continuava a non fare nulla, non reagiva nemmeno a quella dolce carezza.

Mi svegliai di colpo, poco dopo realizzai che era tutto un sogno.

Mi alzai dal letto un po' stordita e sistemandomi i capelli scesi in cucina, ma sobbalzai appena vidi Jungkook.
Cosa ci faceva in cucina? Come ha fatto ad entrare.
La mia faccia era un mix tra lo spavento e lo stupore.

<Chaeyoung>
Mi chiamò avvicinandosi a me.
<Cosa vuoi? Vattene>
Dissi allontanandomi a mia volta.
<Ti prego, lascia che ti parli>
Dice, avvicinandosi di nuovo.
<Come hai fatto ad entrare?>
Gli chiedo.
<Sono entrato dalla finestra.
Sì lo so che non è normale, ma era l'unico modo per parlarti o non mi avresti aperto>
Risponde, ma più di tanto non me la presi, era l'utilma cosa per cui arrabbiarsi in quella situazione.
<Bene, ora che hai provato l'ebrezza di aver scavalcato una finestra, esci dalla porta e non farti più vedere>
Dico più seria che mai.
<Ti prego Chaeyoung... io non ce la faccio a starti lontano.
Mi va bene essere tuo amico, basta che non stia lontano da te>
Disse, avvicinandosi ulteriormente a me, ma io mi allontanai di nuovo.
<No, ti ho già detto tutto ciò che dovevo dirti, ora per favore vattene...>
Dico, abbassando lo sguardo.

Lui mi guardò ancora, senza dire nulla.
<VATTENE>
Urlai, spingendolo.
<No>
Disse bruscamente lui.
Si avvicinò poi velocemente a me e mi abbracciò, ma io mi dimenai e lo spinsi via di nuovo.
<Non mi arrendo Chaeyoung>
Disse.
Io mi accovacciai a terra, appiggiandomi al mobile appena dietro a me.
<Ti prego lasciami in pace... ti prego>
Dico, finendo per l'ennesima volta in lacrime.
Lui se ne stette zitto, mentre mi guardava.
Io aspettavo solamente che ne se ne andasse.
"Jimin dove sei? Ti prego torna da me" pensai.
Ad un tratto sentì in me qualcosa che non andava, il respiro si fece più pesante, come se ne stesse per andare da un momento all'altro, ansia e paura mi salirono all'improvviso e diventai tutta rossa in viso.
Cercai di alzarmi, ma lo feci con fatica.
Jungkook si accorse che in che c'era qualcosa che non andava, infatti mi tenne, aiutandomi a stare in piedi.

<Chaeyoung... Chaeyoung? Stai bene?>
Chiese, con voce preoccupata.
Io non risposi.
Questi sintomi sembravano crescere pian piano ed ebbi un senso di svenimenti improvviso.

Ad un tratto vidi tutto nero.

____

Mi svegliai aprendo lentamente gli occhi, restai immobile per un po', cercando di capire cosa era appena successo, poi però girai lentamente lo sguardo verso la finestra, ma vidi Jungkook seduto accanto a me che mi guardava.

<Sei sveglia... ti senti meglio?>
Mi chiese, mentre mi stringeva una mano.
<C-che è successo?>
Chiesi ancora scossa.
<Hai avuto un attacco di panico e siccome hai avuto paura sei svenuta>
Mi rispose.

Non risposi, non reagì nemmeno, lui continuava a stringermi la mano accarezzandone il dorso con il pollice.

<O-ora puoi andare... sto bene>
Dico freddamente.
<Non me ne vado finchè non ti sarai ripresa del tutto>
Dice alzandosi e mollando la sua presa dalla mia mano.
<Vado a prenderti dell'acqua, non muoverti>
Disse, uscendo dalla mia camera.

Perché continuava a comportarsi così? Sa benissimo che non concluderebbe niente, io sono ancora troppo arrabbiata con lui.
Era lui la causa del fatto che ora Jimin mi evitava e non mi parlava più.

_________

Eccomi tornata!!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Votate e fatemi sapere cosa ne pensate con un commento.

Byee~~

Perché A Me? || BTS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora