22 - Nuovo incontro

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Forse potevo approfittarne di questi giorni di sospenzione per riflettere un po'.
Dovevo assolutamente trovare un modo per farle perdere la testa per me.
Mentre pensai ad un modo, mi girai nel letto e mi misi di fianco, fissai così la finestra.

All'improvviso mi venne un'idea.
Sobbalzai dal letto e mi ritrovai in pochi secondi in piedi, afferrai il mio cellulare e inviai un messaggio a Chaeyoung:

Chaeyoung, so che non vorresti più vedermi, ma ti prego, almeno un'ultima volta.
Se non riuscirò a farti cambiare idea, ti giuro che non ti cercherò più.

Aspettai così una sua risposta.
Passarono svariati minuti, ma non arrivava nulla.
Sbuffai e mi tuffai di nuovo nel letto, fissando il soffitto.

Ad un tratto il telefono vibrò, così lo afferrai con velocità e aprì la notifica del messaggio.
Era la risposta di Chaeyoung, il messaggio diceva:

Va bene.
Incontriamoci al parco dell'altra volta ora.

Appena lessi ciò, sorrisi.
Mi alzai completamente nel letto e corsi fuori da casa.
Feci venire l'autista e con la sua auto mi portò nel parco.
Ci vollero però diversi minuti per arrivare, quindi sarebbe stata Chaeyoung ad aspettarmi questa volta.

Dopo circa venti minuti arrivai, scesi velocemente dalla macchina e corsi verso il parco.
Entrai dentro e mi fermai di colpo, la vidi da lontano, seduta su una panchina.
Così non persi altro tempo e mi avvicinai ad essa, sedendomi accanto a lei subito dopo, girando lo sguardo verso quest'ultima, che a differenza mia, non mi guardava.

<Chaeyoung...>
Dico.
Dopo qualche secondo lei si girò verso di me e ci guardammo per un po', lei non fiatava.
<Mi manchi così tanto ogni volta che sei lontana da me, farei davvero qualsiasi cosa per averti...
Non capisco perché fai così, insomma, ti piaccio, ma non vuoi stare con me>
Continuo a parlare, mentre la guardavo e vedevo che teneva continuamente la testa bassa, come se si sentisse in colpa per qualcosa.
Nel mentre non dissi altro, volevo sentire una sua risposta, volevo che mi spiegasse una volta per tutte come stanno veramente le cose.
Anche se in realtà so già il perché, deve solo confermarlo.

Lei alzò di nuovo lo sguardo e mi guardò.
Ad un tratto, di colpo, mi abbracciò.
Rimasi sorpreso da ciò, ma ricambiai l'abbraccio subito dopo, stringendola a me, ma lei si staccò poco dopo, tornando a guardarmi.

<Mi dispiace Jungkook... io amo Jimin>
Dice abbassando la testa.
Ecco, confermò immediatamente quello che stavo pensando sin da prima.
<Va bene, Chaeyoung>
Dico freddamente, alzandomi poi dalla panchina, ma lei mi bloccò afferrandomi il polso.
Mi girai appena per guardarla.
<Potremmo restare comunque buoni amici...no?>
Mi disse lei, mentre mi guardava.
Io innervosito staccai bruscamente la presa e mi girai del tutto, andando via senza risponderle.

Buon amici?
Sta scherzando? Come potrei restare un buon amico per lei, facendo finta di essere felice vedendola con Jimin.
No, non posso accettare tutto questo.

Il mio volto era avvolto da un'espressione di rabbia, che però poco dopo si trasformò in uno sguardo triste e completamente perso.
Mi ritrovai poi a camminare in un vicolo buio e quasi deserto, non ero mai venuto qui, ma non mi importava, continuai così a camminare con la testa bassa.
Ad un tratto però sbattei la spalla sulla spalla di un altro ragazzo che era appena passato accanto a me.
Era incappucciato come il suo amico dietro a lui, erano quasi vestiti uguale.
Non ci feci nemmeno tanto caso alla spallata, ero troppo immerso nei miei pensieri confusi e tristi.

<Hey tu!>
Disse uno dei due, dietro a me, non molto lontani da me.
Mi girai lentamente senza dire nulla e vidi che quello a cui gli ho dato una spallata mi stava guardando con odio.
Si avvicinò bruscamente a me e mi afferrò per il colletto della maglietta, sbattendomi sul muro lì vicino.

<Dovresti stare più attento quando cammini, moccioso>
Mi disse, con tutta la rabbia che aveva.

<Forse dovresti stare più attento tu>
Dico, provocandolo.
Mi avrebbe sicuramente picchiato, ma poco mi importava, tale dolore non era nulla a confronto a quello che provavo dentro.

<COSA HAI DETTO MOCCIOSO?!>
Mi urlò a neanche tre centrimenti di distanza, stringendo la presa, con ancora più rabbia di prima.
Poi all'improvviso mi tirò un forte pugno in faccia, procurandomi una ferita al labbro.
Successivamente mi tirò un calcio nello stomaco e mi fece cadere a terra dal dolore, mi accovacciai nel terreno e in quel momento mi sentì debole, privo di forze, come se non riuscissi proprio a reagire.
I due poi cominciarono a darmi calci, abbastanza forti da farmi gemere dal dolore.
Ad un tratto però si fermarono.
Per un attimo restai lì a terra, continuai a sentire dolore in tutto il corpo, poi riuscì ad aprire gli occhi lentamente e vidi un'altra persona incappucciata che stava picchiando quei due, che però riuscirono a scappare poco dopo.

Chi poteva essere?
Poco dopo si tolse il cappuccio dalla testa e potei intravedere dei capelli lunghi e biondi.
Una ragazza?
Com'era possibile tutto ciò?
Nel mentre con le uniche forze che mi rimasero mi alzai a stento, la ragazza nel mentre si girò verso di me e si avvicinò a me velocemente.

<Come stai?>
Mi chiese e sembrava preoccupata.
<C-chi sei?>
Le chiedo guardandola.
<Ora non è importante, ti devo curare>
Dice mentre si avvicina ulteriormente a me e mi mette il braccio sulle sue spalle e mi aiuta a camminare.
<Non ti preoccupare, so che non mi conosci, ma fidati di me ok?>
Disse lei di nuovo.
Io mi girai a guardarla.
<Come hai fatto prima? ...insomma sei una ragazza...>
Le chiedo sorpreso e curioso allo stesso tempo.
Lei sorrise.
<Ho fatto arti marziali sin da piccola, visto che mio padre è un maestro professionista>
Mi risponde.
<Ohh...>
Fu tutto quello che mi uscì dalla bocca.

Durante una lunga e infinita camminata ci fermammo davanti ad una grande casa.
La ragazza mi trascinò dentro ad essa e mi fece sedere sul divano, dicendomi poi di sdraiarmi, così feci.
Lei si allontanò per un po', ma poi tornò da me con una piccola valigetta in mano, la appoggiò a terra e si inginocchiò vicino a me.
Mi mise poi le mani sulla maglietta sporca di sangue e mi guardò.

<Posso?>
Mi chiede.
<Cosa?>
Le chiedo confuso.

Lei non rispose e mi tolse la maglietta.
Aprì poi la valigetta e cominciò a curarmi le ferite, che fortunatamente non erano molto gravi anche se facevano abbastanza male.

<Aproposito... ancora non mi hai detto come ti chiami>
Le dico, spezzado il silenzio che si creato.
Lei sorrise.
<Tu devi essere Jeon Jungkook, giusto?>
Mi chiede, rivolgendomi di nuovo lo sguardo.
<Sì, sono io>
Risposi, così lei tornò a curarmi le ferite, coprendole poi con una fascia, attaccandola con del nastro fatto apposta.
Poi prese un cottonfiock e ci mise sopra un po' di disinfettante, si avvicinò al mio viso e lo picchiettò sulla mia ferita sul labbro.

<Io sono Lalisa, Lalisa Monoban>
Dice dopo un po'.
<Mh, non sei coreana quindi>
Le dico sorpreso.
<Infatti sono tailandese.
Ho vissuto lì per un po' dopo che sono nata, ma dopo pochi anni mi sono trasferita qui in corea con mio padre>
Mi dice, mentre continuava a curarmi la ferita sul labbro, successivamente mi tolse il sangue eccessivo e mi mise un cerotto sopra la ferita.

<Ecco fatto>
Mi dice alzandosi e portando via la valigetta.
<Resta a dormire se vuoi, non penso che ti convenga tornare a casa piedi a quest'ora>
Mi dice mentre si allontanava.

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Heyy!!
Rieccomi, non sapete quante bestemmie ho tirato per scrivere sto capitolo, ma ce l'ho fatta!
Spero vi sia piaciuto anche questo.

Byee~

Perché A Me? || BTS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora