25 - Conferenza

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Stavamo tornando a casa di Jimin, seduti nei sedili posteriori della sua macchina, io continuavo a guardarlo anche se lui non mi guardava e osservavo il suo profilo, era così bello, non potrei mai smettere di dirlo o pensarlo.
Sorrisi senza rendermene conto e lui si girò verso di e mi sorrise a sua volta, poi si avvicinò a me e abbassò il suo viso verso il mio collo e cominciò a baciarlo delicatamente, spostandomi i capelli da un lato.
Io chiusi gli occhi e inclinai il collo dalla parte opposta, in modo da facilitarlo, ma lui si staccò poco dopo.
Io riaprì gli occhi e notai che aveva un mezzo sorriso, quasi malizioso.

<Aspetta stasera piccola>
Dice, con voce alquanto sensuale.
Io arrossì immedietamente.
Gli sferrai poi un colpo, non molto forte, sulla spalla.
<Yaaa! Non fare così>
Gli dico in modo scherzoso.
<Allora preferisci adesso?>
Mi chiede con far malizioso e nel mentre mise la mano sulla mia coscia.
Io arrossì ancora di più rispetto a prima e senza pensarci gli do un altro colpetto, facendo la finta faccia arrabbiata.
Lui rise togliendomi la mano da lì.

Poco dopo la macchina si fermò e deducei all'istante che eravamo appena arrivati.
Guardai fuori dal finestrino ed ebbi la conferma.
Scesi e insieme a Jimin mi avvicinai all'entrata.
Entrammo subito dopo e Jimin mi portò in camera sua, che dall'ultima volta non era affatto cambiata.

<Ma non hai un'altra camera per me?!>
Chiesi.
Lui rise.
<Perché? Ti fa così schifo dormire con me?>
Mi chiede, mentre si leva la maglietta e rimane a petto nudo, io arrossì alla vista del suo fisico così perfetto.

<N-no è che insomma... non sono abituata a dormire con un ragazzo, ecco>
Dico, tanto -forse troppo- imbarazzata.
Lui fece un mezzo sorriso.
<Abituati, perché in futuro dovrai starci tutte le notti>
Disse con tono provocatorio.
<C-cosa intendi dire?>
Chiedo deglutendo.
Lui per un momento non rispose, si tolse i pantaloni e io diventai completamente rossa.
<Che stai fac-- >
Mi bloccai appena vidi che si tirò giù anche le mutande, spalancai gli occhi e me li coprì di colpo, girandomi dall'altra parte.
<JIMIN!>
Urlo più imbarazzata e rossa di prima.
Lui rise di nuovo.
Successivamente si avvicinò, il mio cuore cominciò a battere fortissimo temendo il peggio, ma poi sentì che uscì dalla porta e si allontanò.
Tolsi così le mani dagli occhi e li riaprì lentamente, vedendo che se ne era andato dalla camera veramente.
Tirai un soffio di sollievo, ma ero ancora tutta rossa in viso, quindi cercai di calmarmi.
Mi sedetti sul letto e cominciai a sventolarmi il viso con la mano, cercando un po' d'aria, inutilmente.
Fortunatamente dopo un po' riuscì a calmarmi.

Mi stesi sul letto fissando il soffito.
Per un momento mi tornò in mente quel pomeriggio, quando avevo incontrato Jungkook con quella ragazza bionda, poi tornai a pensare a cosa era successo quella sera dopo la "festa", chiusi poi gli occhi.
Come potrebbe mai reagire Jimin se lo venisse a sapere davvero?
Continuavo a ripetere a me stessa che dovevo assolutamente dirglielo io prima che sia troppo tardi.
Il problema è come, come potreu dirglielo?
Sicuro si incazzarà con me, andrebbe poi da Jungkook, lo picchierebbe e poi comincierà a non rivolgermi più la parola e non mi sorprendo affatto se lo faccia, avrà ragione a fare così, sono io quella che ha sbagliato, mi soni lasciata andare, guidata dal mio istinto, ero come fossi sotto effetto di ipnosi.
Sbuffai.

Restai circa un'oretta distesa in quel letto, aspettando ancora Jimin, che sembrava sparito, ma qualche minuto dopo sentì la porta aprirsi.
Mi alzai di soprassalto e vidi Jimin elegante, con uno smoking nero, una camicia bianca con dei motivi floreali ovunque, i capelli rosa spostati da una parte ed emanava un buom profumo.
Rimasi davvero incantata a quella vista per come era bello ed elegante.
Ma cosa ci faceva vestito in quel modo?

Perché A Me? || BTS Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora