JAKE
Sono rimasto seduto su quella fottuta sedia tutta la notte con mia madre accanto. Volevo riaccompagnarla a casa ma non ne voleva sapere. Alla fine le avevo promesso che poi l'avrei riportata in ospedale, la mattina seguente, e sono riuscito a convincerla.
Più volte avevo provato a chiamare Luke ma non mi aveva risposto.
Fissavo quel maledetto muro per ore cercando di chiedermi il perché. Perché proprio ora? Non che vivessi felice e contento, ma almeno non dovevo avere a che fare con dolori come questi.
Perché sapere che tuo padre forse morto o in fin di vita è su uno stramaledetto letto e non sai se un domani sarà ancora con te... ti distrugge. Senti come dell'acido che cola nel petto fino a farti bruciare tutto. Mi sento distrutto, non tanto fisicamente, ma dentro di me. Le pupille adesso fanno fatica a rimanere vigilanti e attive e mi bruciano gli occhi.
Tra poco dovrei sapere i risultati, un dottore dovrebbe darmi qualche notizia.
Sento dei passi nel corridoio e alzo la testa credendo fosse il dottore, ma no.È Jennifer.
« Cosa ci fai qui? » le domando, alzandomi da quella stupida sedia scomoda.
« Tua mamma ci ha avvertiti. Abbiamo chiuso lo studio e Kyle è andato a casa per svegliare Luke perché ieri è andato al pub. E io sono venuta a portarti qualcosa da mangiare » dice mostrandomi un sacchetto.
« Non ho fame »
« Oh, avanti. Smettila di comportarti in questo modo e mangia » dice con sguardo severo, come se fossi io il bambino da rimproverare. Non voglio litigare con lei perciò mi conviene prendere quel sacchetto... anche perché un po' di fame ce l'ho anche se vorrei vomitare pensando a dove mi trovo e al perché.
Ci sediamo di nuovo su quelle sedie e lei stranamente si siede vicina a me, ma percepisco il suo nervosismo dal continuo movimento su e giù della gamba.
« Mi dispiace Jake » mi dice ad un tratto, nel silenzio.
« Non dire altro » sussurro per poi massaggiarmi le tempie. Provo e voglio non pensarci ma mi è impossibile.
« Dovresti andare » continua.
« Che? » domando alzando lo sguardo per poi incrociare i suoi occhi azzurri come il ghiaccio che mi trafiggono come una spada.
« Dovresti prenderti una pausa come ha fatto tua madre. Sei stato qui tutta la notte, va' a riposarti »
« Non posso andarmene Jennifer! C'è mio padre! E non so se è vivo o morto. Mi capisci? Devo sapere come sta » dico e il mio tono risulta davvero disperato... in effetti lo sono. Sembra che ti crolli il mondo addosso e tu sia troppo piccolo per sorreggerlo.
« Riesco a capirti molto bene... so cosa si prova » dice per poi alzarsi.
Come? In che senso?
« Dove vai? » le domando di getto.
La sua espressione sembra sorpresa, ma riesce sempre a mascherare tutto, anche le sue emozioni.
« A casa » ma non sembra molto convinta « Poi fammi sapere. Dovrebbe arrivare anche Luke » aggiunge per poi camminare lungo il corridoio fino a sparire dalla mia vista.
Non le ho guardato il corpo come tutte le volte, ma il suo viso per vedere l'insicurezza che non ho mai notato su di lei.« Signora Walker? » esce il dottore dal suo studio per chiamarmi.
« Sono il figlio » dico alzandomi per dirigermi di fronte a lui.
Mi squadra, soffermandosi sui miei tatuaggi e alzo un sopracciglio.
« È qua per giudicarmi? Non credo, perciò mi faccia entrare » dico subito cominciando ad irritarmi.
« Va bene, ma si calmi » dice per poi farmi entrare nel suo ufficio.
Mi accomodo su una sedia decisamente più comoda ma ormai non mi importa più. Che si sbrighi a parlare perché non ho più pazienza.
« Allo- » comincia ma viene interrotto con l'apertura della porta.
« Mi scusi » dice affannosamente Luke per poi entrare.
« Si bussa » lo ammonisce gelido e mio fratello gli riserva uno sguardo più che fulminante.
« Deve aggiungersi qualcun'altro? » domanda scocciato guardandoci.
« No » rispondo serio.
« Allora... » comincia ma lo fermo subito « Vada al dunque »
« Vostro padre ha un tumore ai polmoni » dice con il viso serio e teso, con lo sguardo che passa da me a mio fratello.
Sembra quasi di fare un tuffo nell'acqua, anzi no, di fare una discesa come sulle montagne russe quando senti quella sensazione di vuoto alla pancia e il respiro si mozzato. Vedo mio fratello serrare i pugni e io mi massaggio la testa che mi fa ancora più male.
« E... ? » Luke incita il medico a continuare a parlare.
« Si trova al quarto stadio, quello... letale, impossibile da curare. Con la TAC lo abbiamo diagnosticato. La chemioterapia o la radioterapia non servirebbero ormai. Mi spiace ma le aspettative di vita sono davvero basse » dice rilasciando un respiro come se anche lui si fosse tolto un peso.
Quindi non era un attacco cardiaco.
« Ma non si poteva capire già da prima? » domando ad un tratto col groppo in gola.
« Alla terza fase, che è già problematica, si capisce eccome. La tosse, le perdite di sangue, i dolori lancinanti alla schiena, la fatica a respirare... ragazzo lui lo sapeva già »
Cosa?
« Ma come è possibile dottore?! » si alza di scatto dalla sedia Luke.
« Credo non lo volesse far sapere. Non sono cose che mi riguardano... dovete parlarne con vostra madre » dice per poi mettersi la penna, tenuta in mano fino ad adesso, nella tasca del camice.
« Non... Non è possibile! » grida Luke per poi uscire dalla porta sbattendola.
Faccio un respiro profondo per poi alzarmi.
« Quanto gli rimane? » gli domando diretto e mirato a sapere la risposta.
« Qualche mese »Esco dall'ospedale, non potendo ancora vedere mio padre, con il sacchetto che mi ha portato Jennifer. Lo guardo e penso subito a lei.
Dove sarà ora? Non era sicura quando diceva che ritornava a casa. Però non mi deve importare perché non sono affari miei.
Cammino per lo spiazzo quasi fossi un fantasma vagante, senza anima, senza corpo...
Mi sento il niente, svuotato da tutto, come un secchio senza acqua.
Mi sento inutile, impotente.
Come ha potuto mio padre nasconderci questo? Lui lo sapeva e non ha mai fatto niente. Ma la cosa peggiore è che anche mia madre ne era al corrente e mi ha mentito. Ha seguito mio padre, preferendo la bugia alla verità.
Salgo in macchina e non voglio andare a casa di mia mamma per guardarla in faccia e vedere la donna che mi ha mentito sulla salute di mio padre. Devo prendermi una pausa, pensare, e quando sarò in vena, le parlerò. Finirei per litigare e non voglio, perché per lei è un momento bruttissimo, come lo è per noi del resto, ma lei è stata complice della sua morte, non costringendolo a farsi curare.Salgo sul pick-up diretto non so dove. Vorrei poter andare in un posto lontano da tutto e da tutti.
Resta qualche mese di vita a mio padre.
Inevitabilmente ripercorro ogni attimo, un momento che tra me e lui è stato magico.
Il mio papà eroe. Era così per me quando ero piccolo, il mito da seguire. E lo è stato fino ad adesso.
Ora lo odio sapendo che lui stesso si è condotto a questa fine, quando in realtà poteva cambiarla e far sì che non accadesse.
Ma adesso sto ragionando da ragazzino imbecille senza cervello. Devo pensare da lucido, prendere in considerazione tutto e farmi spiegare.
C'è sempre una ragione dietro le nostre azioni.// spazio autrice //
Heuuu😍
Scusate per il ritardo ma alla fine ce l'ho fatta ahahah.
Spero vi sia piaciuto come capitolo anche se è deprimente ma ce n'era bisogno. Spero di non avervi annoiato, tutto qui😘
E ora? Cosa succederà? Jen? E Jake?
Lo scoprirete mano a mano che leggerete la storia! Grazie per le letture! Ci tengo davvero molto!😍Passate a leggere la storia Fall in love di repeating_days
Salutiamo delle personcine carine😘: Perfect_Twin14 luciferoswife Ginutza88GG
STAI LEGGENDO
Amore tatuato sulla pelle
ChickLitCOMPLETA. Jake è un tatuatore. Un ragazzo dalla mole imponente, dagli occhi profondi, dallo sguardo gelido, severo. Con le nocche e le braccia ricoperte di tanti tatuaggi. Jennifer, detta Jen, invece non è il suo esatto opposto come in tutte le stor...