JENNIFER
Ripulisco i ripiani dietro la mia scrivania e passo il panno anche sul banco. Riordino le riviste per poi farmi una coda, dato che comincio a sudare.
È venerdì pomeriggio ed è una giornata nuvolosa, nonostante il clima sia tremendamente umido e afoso al contempo. È uno di quei giorni insignificanti, privi di personalità dato anche dal fatto che non arriva nessun cliente, oltre che avere pochi appuntamenti. Ne ho uno soltanto tra una mezz'oretta.
Finito di riordinare il tavolino, attraverso il corridoio e ricordo un messaggio di Hazel di poco tempo fa. Mi aveva chiesto se avessi scoperto alla fine qualcosa, ma dopo la serata magnifica con Jake, avevo capito che c'era sotto sicuramente qualcosa e se si tratta della stessa idea che mi è passata per la testa... dirle il motivo della preoccupazione di Kyle è l'ultima cosa che farò.
Perciò aspetterò che lo faccia lui.Entro nella mia stanza e comincio a ripassare una seconda volta l'alcol. Sono piuttosto ossessionata per quanto riguarda il pulito, anche se in realtà nella testa ho un gran caos.
Quello che c'è tra me e Jake sembra essere ancora non definito del tutto. Abbiamo promesso di provarci, di tentare di essere una coppia... cosa che ho sempre evitato dopo la fine del liceo perché ho reputato la cosa soltanto una sciocchezza visto che non c'era bisogno di etichettare con l'espressione "fidanzati".
Ma questa è solo una mia idea.
Del resto, ho sempre voluto avere al mio fianco una persona che mi volesse così bene da decidere di restare e non come le relazioni finte che avevo anni fa. Perciò, sembra piacermi l'idea che Jake sia il primo ragazzo a farmi sentire desiderata, me stessa. Il sentimento che provo per lui è forte, lo percepisco ogni volta che si avvicina. Sento di poter confidarmi con lui, visto che ci assomigliamo molto sia nel carattere che per quanto riguarda ciò che ci è successo. Il mio corpo risponde come se si ravvivasse, come se cominciasse a vivere per davvero con a fianco il suo modo calmo, rassicurante... ed estremamente seducente.
Quasi mi viene strano pensare tutte queste cose, ma del resto sono sconosciute, a me, sensazioni così travolgenti. Mi fa perdere la testa. In senso positivo eh.Una voce calda e roca arriva alla mie orecchie. Mi volto e lo vedo appoggiato allo stipite della porta.
«Ciao baby» mi saluta e vado verso di lui per lasciargli un tenero bacio sulle labbra. Sembra non bastargli dato che appena mi allontano, mi prende per il braccio congiungendo le nostre labbra con grande trasporto.
«Non stai lavorando?» gli domando, curiosa.
Mi appoggio anche io al muro e incrocio le braccia al petto, pizzicando il labbro inferiore mentre passo lo sguardo sul suo corpo atletico e palestrato che si intravede perfettamente oltre una delle sue solite canottiere da basket dei Chicago Bulls.
«Si, però sono qui perché devo dirti una cosa» torna serio, facendo scomparire il solito ghigno strafottente sul viso, che in qualche modo adoro.
«Spara» faccio spallucce, non facendo trasparire il mio nervosismo, dal momento che si gratta la nuca come a pensare in che modo iniziare il discorso.
«Ecco... vedi... -sospira, mettendosi le mani nelle tasche dei pantaloncini- ti ricordi il giorno che ti abbiamo trovata?.»
Come dimenticarselo.
Annuisco, cercando di capire dal suo sguardo se almeno si tratta di una brutta o buona notizia. Ma a giudicare dalla mascella che si contrae e il tono della voce vacillante, be', sembra non portare niente di positivo.
«Jake, ora mi preoccupo» sentenzio, cambiando peso dalla gamba sinistra a quella destra.
«Ti ho trovata con l'aiuto di una persona.»
Al suono di queste parole, è come se tutto intorno a me si fermasse per un nano secondo. Come se il mio cuore mancasse un battito e il mio respiro si mozzasse. Apro le palpebre più di quanto già non siano aperte, visto che sono parecchio sconvolta dalla notizia.
«Cosa... cosa vuoi dire?» balbetto, decisamente non da me.
«Una persona sapeva dov'eri, ti ha trovata e mi ha detto dove cercarti» sussurra, guardandomi intensamente negli occhi.
«Quindi... no, spetta -scuoto il capo come se servisse a riordinare i mille pensieri che stanno affollando decisamente la mia testa, già confusa di suo- tu mi stai dicendo che praticamente devo la vita a questa persona? Mi ha seguita?» vorrei fare tipo altre centinaia di domande e ricevere subito risposte, ma so chiaramente che non è possibile.
«Si, e non voglio dirti altro perché questa persona ha da rivelarti davvero tante cose. Questa è una delle tante» sospira, aprendo le grandi braccia tatuate per rinchiudermi in un suo caldo abbraccio.
Mi lascio cullare, con il viso appoggiato al suo petto.
«E... perché mi dici tutto questo solo ora?» domando, alzando lo sguardo.
Gli accarezzo il volto, leggermente ruvido a causa di una leggera barbetta di due giorni.
«Volevo dirtelo al nostro appuntamento, ma sapevo che ti avrebbe un po' sconvolta perciò... credo sia arrivato il momento, dato che tra noi abbiamo risolto» mi sorride dolcemente e aspiro questo sorriso con un bacio, volendolo stampato anche sulla mia faccia.
«Tu hai conosciuto questa persona, perciò?.»
«Si e ti posso solo dire che potrà dare tutte le risposte che vuoi alle tue domande. Appena abbiamo finito qui, andiamo ad incontrare questa persona» mi pettina i capelli con le dita.
«Quindi potrò parlarci?.»
«Potrai parlarci» ripete, baciandomi di nuovo.
Speravo arrivasse finalmente qualcuno in grado di darmi dei perché.
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Amore tatuato sulla pelle
ChickLitCOMPLETA. Jake è un tatuatore. Un ragazzo dalla mole imponente, dagli occhi profondi, dallo sguardo gelido, severo. Con le nocche e le braccia ricoperte di tanti tatuaggi. Jennifer, detta Jen, invece non è il suo esatto opposto come in tutte le stor...