JENNIFER
Ho perso completamente la cognizione del tempo. Non so da quanto io sia rinchiusa come un animale qua dentro. Comunque, in sintesi, è una tortura vera e propria. Ti estranei completamente dal resto del mondo e la luce che arriva da quella piccola finestrella, che non dovrebbe neanche chiamarsi così vista la grandezza, non ti permette neanche di capire se sia naturale o artificiale. So per certo che non siamo nel centro della città perché di macchine ne ho sentita qualcuna, forse ne passano due al giorno. Ma il rumore dei motori arriva da lontano quindi credo ormai di trovarmi in un vicolo, lontano dalla strada.
Stare qua dentro mi ha fatto pensare. Tanto.
Ho percepito per la seconda volta cosa vuol dire sentirsi soli, senza nessuno a tenerti compagnia. Ti senti smarrita.
È come voltarsi e non trovare nessuno sul tuo cammino.
Non sentire neanche la voce di altre persone mi ha resa ancora più sola. Pagherei con tutto ciò che ho pur di parlare con Hazel o Luke o Kyle... addirittura con Jake. Mi chiedo come abbiano reagito alla mia scomparsa...Quando sento scattare la serratura, significa che è arrivato del cibo. Be', definirlo cibo è un eufemismo dato che si tratta di pezzi di pane secchi e una minestra scadente. Quando sono fortunata anche un barattolo di cetriolini.
Ormai neanche colazione, pranzo e cena distinguo più. Mangio solo una volta al giorno e devo farmelo bastare per tutto il resto della giornata, però certe volte vengo sopraffatta da lancinanti dolori alla testa dovuti sicuramente a mancanza di vitamine.
Per quanto riguarda il bagno c'è un buco come gabinetto. Niente altro.
Col tempo credo che io stia diventando anche claustrofobica perché rimanere sempre nella stessa cantina in compagnia di una sedia vuota e di un materasso lercio, ti fa mancare l'ossigeno.
Stare qua dentro ti fa veramente capire e comprendere come si è fortunati ad avere degli amici, un lavoro e una casa sicura. Ma ormai non so più cosa sia sicuro.
La persona su cui contavo di più al liceo, è la stessa che ora mi tiene segregata qui.« Ma ciao piccola Jenny » ghigna Rick.
Jenny è come mi chiamava un sacco di tempo fa. Queste semplici parole mi fanno tornare al passato, a come ero spensierata, a come ero libera di fare ciò che volevo in compagnia di un ragazzo che mi accontentava nelle piccole cose.
« Vattene » sputo senza neanche guardarlo negli occhi.
Ho la schiena attaccata ad una parete, con le gambe rannicchiate davanti al petto. I miei capelli sono in uno stato pietoso, sono giorni che non faccio una doccia. Mi sento addosso ancora le sue schifose mani di quando mi ha presa e portata qui.
« Oh non credo. Abbiamo una cosetta da fare » richiude la porta dietro di se.
« Lasciami in pace, ti prego » quasi lo supplico. Non ce la faccio a sopportare un'altra delle sue torture. Stare qua è già fin troppo. Pensavo di essere una ragazza coraggiosa e sveglia, ma da quando mi trovo in questo posto le mie forze sono come diminuite, come se avessi deciso di smettere di combattere, di perdere la speranza. Ma cerco di auto convincermi che i miei amici mi troveranno. Devono trovarmi.
« Non ci vorrà molto, tranquilla -viene verso di me- se fai la brava bambina riceverai il tuo pasto sennò niente » arriva davanti a me e mi guarda dall'alto invitandomi ad alzarmi prima che lo faccia lui con la forza. Devo obbedire ora, se sgarrerò, se farò qualcosa contro le sue regole verrò punita e sono ancora abbastanza lucida e sana di mente da capire che non mi conviene ribellarmi. Non ora.
« Bene » fa un sorriso malefico. Che tipo di disturbo ha questo ragazzo? Può sembrare ridicolo detto così, ma veramente mi sto chiedendo cosa ci sia di sbagliato in lui, come possa essere cambiato così drasticamente.
« Ora siediti » mi fa cenno verso la sedia che ha messo al centro della stanza.
Lo faccio.
Lui in risposta schiocca le dita e la porta si apre rivelando vari uomini tutti coperti da un passamontagna. Sono tre e ognuno di loro ha qualcosa in mano: un treppiedi, una videocamera e delle corde.
Comincio a tremare al solo pensiero di ciò che potrà fare con questa roba. All'inizio pensavo fosse un giochetto, che potevo benissimo farcela ad affrontarlo da solo, ma forse avrei dovuto parlarne con qualcuno. Anzi, no, sarebbe stato peggio perché avrebbe coinvolto anche qualcuno a cui voglio bene.
« Ora uscite » dice con tono autoritario. Posiziona la macchina sopra il cavalletto e si avvicina con in mano le corde.
« Cosa vuoi fare?! » mi metto in allerta, impaurita.
« Stai tranquilla » ammicca con un piccolo ghigno all'angolo della bocca.
Gira e si ritrova dietro di me. Cerco di mantenere il controllo perché anche se decidessi di tirargli un bel calcio nei gioiellini non sarebbe molto utile dato che fuori ci sarà una quindicina di uomini. E non saprei neanche dove dirigermi.
Mi lega forte i polsi e le caviglie, poi sento che estrae qualcosa dalla tasca ed è un fazzoletto che mi mette sulla bocca. Il ricordo di quando mi misero un pezzo di stoffa sulla bocca per farmi svenire per portarmi qui, è ben vivido nei miei ricordi, ma non solo...

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Amore tatuato sulla pelle
ChickLitCOMPLETA. Jake è un tatuatore. Un ragazzo dalla mole imponente, dagli occhi profondi, dallo sguardo gelido, severo. Con le nocche e le braccia ricoperte di tanti tatuaggi. Jennifer, detta Jen, invece non è il suo esatto opposto come in tutte le stor...