Cap. 1

5K 274 2
                                    

1. Jar of hearts

Camila's POV

Applico un po' di profumo alla base del collo e sui polsi come al solito - adoro l'idea di camminare e lasciare la scia della fragranza al mio passaggio - e mi dò un'ultima occhiata allo specchio per assicurarmi che sia tutto al proprio posto.
Afferro la borsa e il giubbotto e, quando esco, chiudo a chiave la porta del mio appartamento per scendere in garage a prendere la macchina.

Faccio scattare le sicure della mia Audi A4 con il telecomando delle chiavi. Quando la accendo ingrana subito ed in breve sono sulla via per il mio lavoro.

Il palazzo delle Cabello's Interprise si staglia sotto il cielo stranamente sereno di New York, e fa una certa figura anche con gli altri edifici altrettanto lussuosi.
Lascio la macchina davanti al portone, e subito il portiere si affretta a prendere le chiavi che vado a porgli affinché la porti nel parcheggio della struttura.

Cammino a passo spedito ed entro nel palazzo che mi accoglie con il panorama di tutti gli impiegati già rigorosamente a lavoro, osservo il via vai ordinato dei segretari compiaciuta.

"Buongiorno, signorina Cabello" mi salutano man mano tutti, ed io rispondo con un cenno della testa o un sorriso per mostrarmi sempre cortese.
Raggiungo l'ascensore per entrarvi e salire ai piani superiori, dove è collocato il mio ufficio.

È proprio quella la mia meta, infatti.
Apro la porta blindata con la mia card ed entro posando la borsa sulla grande scrivania di legno di ciliegio lucido e abbandonarmi sulla sedia imbottita appoggiando le braccia sui braccioli di pelle.
Non trascorrono nemmeno un paio di minuti che sento bussare alla porta.

Un po' riluttante, premo il pulsante di accesso e la mia segretaria, Millie, entra timidamente in ufficio con alcune scartoffie per le mani.
"Buongiorno, miss. Cabello" dice.
"Ciao, Millie... È roba che devo firmare?" chiedo, riferendomi ai fogli. La ragazza annuisce ed io evito di sbuffare solo per non sembrare poco professionale di fronte al mio personale.
"Lasciali pure lì, più tardi passi e te li riprendi, quando li avrò compilati" dico, gesticolando per indicarle un punto indistinto della superficie della scrivania, dove la segretaria di appresta a posarle i documenti.

"Oh, oggi pomeriggio alle tre ha un incontro con il signor Kutcher per le trattative sull'albergo di Montecarlo" mi informa.
"Certo, grazie mille" rispondo, accennando un sorriso mentre accendo il computer e lei fa un piccolo cenno della testa prima di andare via e richiudersi la porta alle spalle, che lascio sullo spioncino verde in disponibilità per qualsiasi richiesta.

Sorrido pensando alla qualità di tecnologie presenti in questi uffici per mano di mio padre, pignolo e pretenzioso al massimo quando si tratta di lavoro.
Mi volto verso la parete a vetri che si apre su una vista completa della città tanto interessante quanto caotica, e mi perdo di nuovo nei miei pensieri, apprendendone ogni dettaglio.

È già un anno che vivo qui, eppure mi sembra sempre una scoperta immergermi nell'ambiente complesso della metropoli. Tutto un altro mondo rispetto Miami.
Eppure alla fine questa città ha vinto il mio cuore, nonostante ciò abbia comportato cambiare completamente stile di vita e allontanarmi fisicamente dalla mia famiglia.

Sono cambiate tante, troppe cose da quando andavo ancora al college.
E sembra ieri che ero china sui libri con l'angoscia di non poter superare l'esame quando invece sono passati quattro anni da quando mi sono iscritta alla University of Chicago.
Quattro anni in cui la mia vita è cambiata completamente ed è stata stravolta in un verso, poi di nuovo da un altro.

Il mio sguardo è perso nel vuoto mentre i miei pensieri inciampano su di lei.
È come se il mio cervello abbia costantemente bisogno di riesumarla per paura di rimuoverla.
Allora ripassa le sue caratteristiche, cercando di dipingere un ritratto chiaro ed impirmerlo nei ricordi.
I capelli corvini, la pelle diafana, gli occhi color smeraldo e costellati di galassie...

KCC Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora