Cap. 16

3.8K 219 4
                                    

16. Bloodstream

Camila's POV

"L'ostaggio si è svegliato"

Guardo Lauren, sentendo una forte sensazione di inquietudine e incertezza diffondersi nel mio petto.
Lei annuisce appena e salta giù dal muretto, senza rivolgersi minimamente a me.

L'uomo di nome Walter la segue, ed io mi ritrovo a fare lo stesso.

Entrando nel capannone, camminiamo un po' prima di arrivare al pilastro di ferro arrugginito contro il quale è sistemata la sedia su cui è seduto il malvivente.

Rimango ugualmente qualche passo indietro rispetto a Lauren, che invece prosegue svelta e determinata finché non gli arriva ad un paio di centimetri di distanza.

Dal mio posto, posso vedere benissimo i tratti adesso deformati dell'uomo legato alla sedia.
Il suo labbro inferiore è gonfio e spaccato, il colletto della camicia sporco di sangue secco, e sulla fronte ha una protuberanza violacea, tutte ferite riportate dalla lotta con la ragazza che gli sta di fronte.

Quella vista mi fa rimanere attonita, silenziosa e impaurita.

Lauren si strofina le mani nervosamente prima di accucciarsi di fronte all'uomo e esaminarlo per un po'.
Lui la fissa con sguardo truce, ed io incomincio a spaventarmi del possibile esito del loro 'dialogo'.

Poi Lauren si rimette in piedi e sospira, prima di parlare.
"Per chi lavori?" domanda, ma l'uomo tace, stringendo piuttosto le palpebre in un'occhiata di sfida.

"Qual è il tuo nome?" ritenta Lauren, con una punta di impazienza nel tono.
Ancora, silenzio assoluto.

"Lavori per Milicevic, mh? Dimmi, ti ha mandato lui ad uccidermi?" alza notevolemtnte il tono, sempre più adirata.

Scambierei l'ostaggio per una statua, se solo non vedessi il suo petto alzarsi e abbassarsi come quello di un essere umano.
Tace, come se nessuno si stesse rivolgendo a lui.

"So che lavori per lui, parla!" urla adesso Lauren, facendomi sussultare.

L'uomo ignoto la guarda sfacciatamente negli occhi, quasi divertito, oserei dire.
Io, dal canto mio, rimango sconvolta dall'ira di Lauren.

I suoi occhi sono sgranati, il suo sgaurdo quasi invasato e il suo colorito si è scurito, segno che la temperatura del suo corpo si è alzata notevolmente per via della sua rabbia.

"Non puoi scappare da qui! Parla o giuro che ti uccido!" gli urla contro, ed io trattengo il fiato, il mio stesso cuore che batte all'impazzata, come se si stesse rivolgendo a me.

Lancio un'occhiata preoccupata a Walter, che però rimane nel suo angolo a braccia conserte a osservare la scena.

"Bene" borbotta, abbassando il tono di colpo "se non parli tu, ti faccio parlare io"
Deglutisco mentre inzio a pensare a cosa potrebbe riferirsi.

"Ora ascoltami attentamente" pronuncia a denti stretti, sporgendosi verso di lui "dimmi come ti chiami, per chi lavori e perché"

In silenzio, prego che il malcapitato le risponda.
Ma ciò, purtroppo per lui, non accade, e faccio appena in tempo a vedere la mano di Lauren stringersi in un pugno prima che si scontri con la bocca dell'uomo, che però non grugnisce nemmeno di dolore, ma si limita a chiudere gli occhi e respirare affannosamente.

Per istinto, scatto verso di lei, ma vengo trattenuta per un braccio.
Mi volto per trovare Walter, che mi tiene per un polso e scuote lentamente la testa.
Lo guardo incredula.
"Finiresti col farti male anche tu, credimi" afferma, e qualcosai mi dice che la sua supposizione non è infondata.

KCC Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora