Cap. 2

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2. Casual Affair

Lauren's POV

Quando apro le porte del club, il locale è come al solito avvolto in una nube di luci soffuse e fumo di ogni tipo.

Scendo i gradini della scalinata principale immergendomi nell'atmosfera tanto elegante quanto emblematica dell'azzardo.
Ognuno è seduto alle proprie postazioni, chi al tavolo da Poker, chi alle slot machine, chi al bancone del bar.

Su alcuni cubi illuminati di luci a intermittenza a ritmo con la musica ballano delle spogliarelliste, i loro movimenti lenti e accattivanti.
Mi fermo ad osservare un paio, nonostante nessuna di loro catturi la mia attenzione davvero.
Non mi piace chi vende il proprio corpo, né tantomeno il sesso facile.
Voglio che una donna venga a letto con me senza bisogno di chiedere una ricompensa.
Devo essere io la sua ricompensa.

Restituisco il mio sguardo al tavolo da gioco, al quale mi avvicino per iniziare una partita.
Ho bloccato il conto fino ad una ben definita somma di denaro, non vorrei esagerare con le giocate e finire col perdere più del dovuto.
Stasera 'festeggio' perché domani non mi è concesso, avró cose più importanti da fare.
Perciò mi concedo di restare fino a tarda notte a scommettere e guadagnare, una partita dopo l'altra.

Il bilancio di fine serata è abbastanza equilibrato, e le entrate si rivelano superiori alle uscite.
Mi congedo lasciando una piccola mancia al mazziere per pura simpatia improvvisata dall'alcol nel mio sistema.
Alcol.
È ancora quello che cerco quando mi alzo per andare al bancone dove un barman attende affinché ordini.
"Uno scotch liscio, grazie" dico, sedendomi su uno degli sgabelli in pelle imbottita.

Getto un'altra occhiata alle ballerine, ancora ostinatamente attaccate a quei pali, e faccio una smorfia quasi disgustata alla vista.
Non so perché se mi provocano fastidio continui a guardarle, forse per cercare di carpire cos'è che fa impazzire gli uomini che le fissano con la bava alla bocca e senza alcun ritegno.

"Ecco a lei" il cameriere mi porge il bicchiere.
Gli allungo una banconota da dieci reals, nonostante sappia che sia una somma di gran lunga maggiore al prezzo di ciò che ho chiesto.
Ma in questi posti non si accettano 'resti', solo la quantità aspettata. Al massimo qualcosa in più, come nel mio caso.

Fisso il liquido ambrato sul fondo del bicchiere, incantandomi nel gioco di colori che produce con le luci psichedeliche delle cubiste.
Vedo un movimento con la coda dell'occhio e mi volto leggermente per scorgere una ragazza che a primo impatto mi sembra avere la mia stessa età o giù di lì.
La ragazza si siede sullo sgabello accanto a me e attende che il barman si avvicini a lei una volta finito l'altro ordine.
Io butto giù un sorso di scotch e osservo la ragazza mentre prende il suo ordine.
"Gradirei della vodka alla pesca allungata con un po' di gin" dice, la sua voce mi appare melodiosa, piacevole all'udito.

Prima che il barman possa andarsene, mi schiarisco la voce.
"Lo metta sul mio conto"
Mossa azzardata.
Ho appena lasciato trapelare una percentuale delle mie intenzioni, infatti vedo la ragazza voltarsi leggermente sorpresa verso di me, ma sono compiaciuta nel vedere un sorrisetto furbo dipingersi sulle sue labbra carnose e scure.
In qualsiasi altro posto del mondo non avrei agito così sfacciatamente, ma qui siamo a Rio de Janeiro, e a Rio non ci sono regole di moralità che tengano.

La giovane brasiliana lascia che io la squadri dalla testa ai piedi, facendomi apprendere ogni forma e curva armoniosa del suo corpo sinuoso e impeccabilmente modellato.
"A cosa devo la cortesia?" domanda, iniziando una conversazione che ha tutta l'aria di sembrare apparentemente disimpegnata ma in realtà nasconde una natura molto più subdola.
"Mi piace fare cortesie alle persone che hanno i requisiti adatti ad attirare la mia attenzione" rispondo, mantenendomi sul vago di proposito.
"E che requisito ho, io?" continua lei, inclinando la testa in un lato per guardarmi meglio.
I suoi occhi sono di un castano così scuro da sembrare quasi nero.
"Il bell'aspetto, suppongo" rispondo, facendo spallucce per poi prendere un altro sorso della mia bevanda.
La brasiliana ride leggeremente, chiaramente lusingata dalla mia schiettezza e nel frattempo il barman torna col suo ordine.

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