KCC

Cap. 3

3. Stranger in a strange land

Camila's POV

"Hai fatto passare una settimana da quando ti ho proposto di uscire... Hai intenzione di piantarmi ancora per qualche altra sera?"
Il tono di Dinah appare piuttosto annoiato mentre sta con una spalla appoggiata allo stipite della porta e le braccia conserte.
"Ugh... Lo so, sono la peggior amica del mondo... Ammetto che volevo temporeggiare un po'" sbuffo, sentendomi anche in colpa.

"Ha! Finalmente dici la verità. Stasera si esce, non voglio scuse" sentenzia, camminando verso la mia scrivania e impossessandosi della mia poltrona senza che io possa avere voce in capitolo.
"Okay, promesso. Adesso chiudo l'ufficio in ogni caso, quindi non c'è scusante che tenga" faccio spallucce con fare innocente e la mia amica mi studia per qualche secondo prima di darmela vinta.
"Bene. Fantastico" commenta.

-

Mi rendo conto di trovarmi a disagio solo una volta che mi piazzo davanti all'armadio per scegliere il mio abbigliamento.
È davvero troppo tempo che non esco per il piacere di farlo, per divertirmi coi miei amici, per me stessa.
E mi rendo conto solo ora quanto il mio comportamento sia stato sbagliato. Non posso smettere di vivere perché una parte della mia vita mi ha abbandonata, devo lasciarla andare e voltare pagina.
Forse questa sera può essere la mia occasione, forse è davvero arrivato il momento di scrivere un nuovo capitolo della mia vita e non devo necessariamente sentirmi in colpa per volerlo.
È giusto così.

Lei non fa semplicemente più parte della mia vita, non la vedrò mai più e non avrò mai più sue notizie.
Del resto non ne ho avute per quattro anni, come potrebbe essere possibile altrimenti?

Sento il mio telefono vibrare e lo prendo per trovarvi un messaggio di Dinah che mi avverte di essere arrivata.
Mi affretto a prendere le mie cose e uscire dall'appartamento per scendere dove la mia amica mi aspetta con la sua auto.

"Per un attimo ho pensato che ti saresti barricata in casa" ridacchia la bionda quando entro in macchina.
"No, DJ, non sarei mai così cattiva" rispondo, scuotendo la testa divertita mentre lei riparte.
"Hai già un'idea di dove andare?" domando, guardando le insegne dei negozi ancor più luminose sotto il cielo notturno.
"Diamond Eye, è una discoteca molto frequentata in centro, l'ho scoperta qualche settimana fa"
"Allora sei andata a ballare?" alzo un sopracciglio.
"No, Mila... Me lo ha consigliato una mia amica"
"Oh, bene, fidiamoci allora"

Quando arriviamo, dal club proviene il rimbombo potente della musica che, non appena riusciamo ad entrare, si rivela anche molto più assordante del previsto.
La gente è accalcata sulla pista da ballo, a scatenarsi. In fondo, nonostante le luci psichedeliche che mi fanno quasi male agli occhi, riesco a scorgere il bar.

"Andiamo a bere!" mi urla Dinah all'orecchio per sovrastare il frastuono ed io annuisco, trovandomi d'accordo.
Nonostante l'idea di bere non mi vada a genio, non riuscirò mai a sciogliermi se resto completamente sobria.
Così prendo per mano Dinah e insieme ci facciamo strada in mezzo alla folla di persone che non sembrano nemmeno curarsi della nostra presenza.
"Cosa vi porto?" chiede il barman, mostrando un sorrisetto mentre ci squadra.
"Due Havana Club allungati con Gin" parla Dinah per entrambe e lui annuisce, iniziando a versare gli alcolico in due bicchieri.

"Perché non mi hai fatto decidere?" chiedo, leggermente offesa dalla poca considerazione ricevuta.
"Perché conoscendoti avresti preso un analcolico o ciò che ci si avvicinava di più" fa spallucce lei, muovendosi un po' a ritmo della canzone che rimbomba negli amplificatori del locale.
"Non è vero... E poi che diamine è questo?" protesto, osservando il cocktail adesso nelle mie mani.
"Taci e bevi" mi ordina lei, trangugiando il suo con una sola mossa, io che la fisso incredula.
Appoggio le labbra sul bordo del bicchiere per assaggiarne il contenuto e faccio una smorfia non appena il liquido mi arriva sulle papille gustative, decisamente troppo forte per me.