11. Implicit demand for proof
Camila's POV
Sono davanti alla porta del suo attico nel cuore della notte, l'indirizzo che mi ha lasciato almeno è esistente.
Mi vergogno ad averne dubitato un po', ma i suoi precedenti mi giustificano.
Sono corsa qui dopo aver terminato la mia conversazione con Keana, che è andata avanti per un'ora circa.
Mi ha raccontato in modo dettagliato tutto quello che è successo alla famiglia Jauregui, naturalmente dal suo punto di vista.
Quando l'ho salutata, in un impeto di coraggio risultante dal miscuglio letale di emozioni che ho provato nell'apprendere il passato di Lauren, ho afferrato il cappotto e preso la macchina per venire qui.Apro la casella messaggi e lancio un'altra occhiata alla porta prima di scrivere.
"Sono davanti a casa tua, mi apri?"Non ricevo alcuna risposta a quel messaggio, e attendo in silenzio finché non sento dei rumori in prossimità della porta, la cui serratura scatta e la fa aprire.
Incrocio il suo sguardo, che adesso è un misto di incredulità e anche soggezione, per essere precisi.
I suoi capelli sono un po' arruffati, il suo viso privo di trucco. Sotto gli occhi, la sua pelle ha assunto una tonalità violacea, evidente segno di insonnia, il che spiegherebbe anche la rapidità con cui ha letto il messaggio.
Indossa una maglietta bianca e un paio di pantaloncini fino a metà coscia, di cotone.Apro la bocca, in cerca di parole adatte per giustificare la mia vista improvvisata dopo quasi un mese in cui non mi sono fatta viva.
Lei sa che ho letto il suo fascicolo, probabilmente è per questo che non si aspettava di trovarmi qui.
"Posso entrare?" domando, un po' incerta, e lei si fa da parte senza proferir parola.Cammino piano nell'appartamento, ma i miei passi rimbombano comunque nella quiete notturna.
Mi prendo un attimo per guardarmi attorno, non avevo mai visto casa sua. La mobilia è raffinata ed elegante, le tonalità principalmente nere e bianche sembrano rispecchiare lo stile della proprietaria.Mi siedo su uno dei divani in pelle bianca, posando la borsa accanto a me.
Lauren rimane in piedi, a qualche passo di distanza.
C'è solo una lampada accesa, ma le tende aperte delle finestre fanno filtrare tutte le luci delle strade, illuminando comunque interamente il salotto.
"Siediti accanto a me" sussurro, cercando di convincerla.
Lei deglutisce, e poi si avvicina con passo insicuro, obbedendo.Rimaniamo in un religioso silenzio per un paio di minuti, ognuna persa nei propri pensieri.
Poi, sorprendentemente, è lei a prendere parola.
"Cosa ci fai qui, a quest'ora?"
Alzo lo sguardo sul suo viso.
"Avevo bisogno di vederti subito per parlarti"
Lei annuisce, aspettando che continui. "Non ti denuncerò, Lauren, se è questo che stai pensando"
"Non mi importa più, in ogni caso" fa spallucce, e l'apatia nel suo tono mi ferisce.
"È per questo che mi hai detto la verità?"
Lauren non risponde, ma abbandona la testa fra le mani, appoggiando i gomiti sulle ginocchia."Mi hai mentito per un anno intero" dico, anche se la rabbia che ho provato inizialmente non esiste più. Ci sono solo una serie di domande che vogliono trovare la loro risposta.
"Lo so" mormora lei.
"Lauren..." la chiamo, appoggiandole una mano sulla spalla e facendola sussultare.
"Sono qui" affermo, cercando il suo sguardo "sei disposta a dirmi tutta la verità, ad aprirti con me, stanotte?" domando, il mio cuore che tamburella in attesa di una risposta."Non posso... Ti ferirei, non sei pronta" scuote la testa con un'espressione afflitta sul volto.
"Ho scelto io di venire qui... Sarò io a decidere se sono pronta o meno" ribatto, determinata.
Lauren fa una breve pausa, prende un respiro profondo e si passa una mano fra i capelli, prima di voltarsi completamente verso di me ed esaminare il mio volto.
"Cosa vuoi sapere?" chiede.
"Tutto, dall'inizio"

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KCC
Fanfiction"La verità è che io e lei siamo come fulmine e tuono. Apparentemente un tutt'uno, ma mai destinati a coincidere" Attenzione: la storia appartiene ad una serie. Sequel di 'Nihil' Cover by: adore-jauregui