9º capitolo: Estrella e Sofia

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<<Leila, mi dispiace un sacco, credimi. Sofia è la più impertinente tra le due, ma non è cattiva>>, dice Alessandro.

Lo posso comprendere.

<<Macché. Non è mica colpa tua, eh.>>

<<Comunque sono le mie sorelle se non te ne fossi accorta.>> Cerca di ridere, ma gli esce una specie di tosse.

<<L'avevo capito, e sono davvero molto belle. Quanti anni hanno?>> chiedo incuriosita.
<<Sofia sei, mentre Estrella ne ha quattro>>, m'informa.
<<Estrella, oltre ad essere stupenda, ha anche un bellissimo nome.>>
<<Ci credo. L'ho scelto io>>, si vanta.
<<Davvero?>>
<<Già.>>

<<Non hai cattivi gusti, dico in generale. Anche nel vestirti, ad esempio. Pensavo di peggio.>> Lo prendo in giro.

<<Ah, sì?>>
<<Si, sì.>>
<<Ritira subito quello che hai appena
detto!>> sorride.
<<Altrimenti?>>
Invece di rispondermi mi spinge verso il letto.

Mi raggelo, in un primo momento, ma poi lui inizia a ridere e a farmi il solletico e mi rilasso, poi... per quanto riesca a rilassarmi.

"Bastardo infame!"

<<Allora? La pensi ancora così?>>
<<Okay, basta. Non ne posso più.>>
Sarà da un minuto che va avanti, ed io sto ridendo troppo.

Si ferma e dice: <<D'accordo. Comunque, sabato sera, ci sarà un evento in una discoteca, mi pare sia il Let's go.>>
<<Sì, la conosco. Ma tu come lo sai?>>
<<Me ne ha parlato un mio compagno di classe.
<<In ogni caso, ti va di andarci?>>
<<Sì, amo andare a ballare!>> dico.
<<Perfettetto!>>

<<Dài, andiamo di sotto, altrimenti chissà cosa penseranno i miei>>, dice, facendomi l'occhiolino.

Scendiamo e vediamo che le piccole sono andate in camera a giocare.

Mentre Alessandro si mette a chiacchierare con il padre, sua madre mi chiede se è tutto okay ed io annuisco.
<<Okay... Hai bisogno di qualcosa?>> mi chiede ancora.
<<No, grazie mille. Non è successo niente, abbiamo solo parlato e riso>>, rispondo, sorridendole.

Lei ricambia.

<<Mamma, sabato andiamo a ballare io e Leila, quindi tornerò tardi.>>
<<Ah, okay. Me lo dici così...>> gesticola <<...senza nemmeno chiedere?>>
<<Tanto so che mi dici di sì, ed anche papà.>>

<<Okay, puoi andare>>, acconsente, mentre lui si avvicina per baciarla sulla guancia.
<<Ma tuo padre lo sa?>> mi chiede Emanuel.
<<Gliene devo parlare, perché tuo figlio me l'ha chiesto prima, in camera sua.>> Lo guardo storto, trattenendo un sorriso.

Se ne accorge. <<Mi raccomando, cerca di trattenere la risata, eh.>> E fa il sorriso più falso del suo repertorio.
Lui e suo padre scoppiano a ridere, me compresa.

Nelle prossime ore, mangiamo e restiamo a ridere e a chiacchierare, a tavola.

Sofia non commenta più, anzi se ne sta buona a mangiare, in silenzio. I suoi genitori devono averle detto qualcosa, evidentemente.

Saluto tutti, ed Ale mi riporta a casa: <<A che ora prendi l'autobus, di solito?>> chiede.
<<Alle sette e quarantadue: è il secondo. Se vuoi, però, posso sempre prenderlo alla tua stessa ora, non mi cambia>>, spiego gentilmente.

<<Io prendo il primo, alle sette e cinque.>>
<<Okay, allora faremo a quell'orario>>, gli sorrido.

<<A domani.>>
<<A domani.>> gli do un bacio sulla guancia, e lui ricambia con uno sulla fronte ed un abbraccio, che trovo molto dolci.

By:

Juyu842💖

Non è mai finita || #WATTYS2017 (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora