Da quella mattina passò una settimana e settembre stava ormai per giungere a termine. Non raccontò nulla di quello che successe con Edoardo, altrimenti sapeva che l'avrebbero mandata di nuovo da uno psicologo, ed era l'ultima cosa che voleva.
Con lui invece non scambiò molte parole, giusto un 'buongiorno' o un 'ciao', per non essere troppo scortese. In fin dei conti non aveva tutti i torti ad essere arrabbiato, ma lei purtroppo, era fatta così. Non aveva fiducia nel genere maschile, in realtà proprio nelle persone in generale. Faceva fatica a capire se qualcuno fosse gentile spontaneamente, o per qualche secondo fine.
Quella settimana fece l'esame di medicina, che non andò malissimo, o almeno lo sperava.
Diventare medico era sempre stato il suo sogno, aiutare le persone in difficoltà era un bisogno per lei e non per essere elogiata, piuttosto per riuscire a far nascere un sorriso dopo tanta sofferenza.Quel giorno si alzò dal letto e si diresse verso la cucina, dove Claudia e Francesco l'aspettavano per fare colazione. <Buongiorno.> diede un bacio a entrambi e prese posto a tavola. Recuperò una tazza azzurra con sopra raffigurato il suo segno zodiacale e la riempì di latte caldo e caffè.
Inzuppò un biscotto ,che si spezzò annegando nel latte. Un biscotto spezzato in una tazza di latte per lei era premonizione di una giornata di merda.
<Bea domani io e Claudia partiamo.> che la giornata di merda abbia inizio, alla grande Beatrice
<Dove andate?> chiese dato che nessuno dei due le aveva ancora dato spiegazioni.
<Andiamo a Milano, Claudia ha avuto un'offerta di lavoro e non voglio che vada da sola. >
<Sono contenta che vi prendiate del tempo per pensare un po' a voi stessi.> disse sincera addentando un biscotto al cioccolato.
<Però c'è un problema.> alle parole di Claudia alzò gli occhi, immaginava dove volessero andare a parare.
<Non fare quella faccia. A casa da sola non ti lascio.> disse Francesco.
<E quindi? Mi rispedisci da mamma e papà?> Chiese quasi con le lacrime agli occhi
<No, piccola che dici. Starai da Edoardo.>
<Che cosa?> si alzò dalla sedia facendola cadere a terra.
Non poteva stare a casa di Edoardo, non dopo quel giorno. Non poteva condividere lo stesso tetto con un uomo , soprattutto con un uomo che non era suo fratello.
<Frà ...sai che io non->
<Di Edoardo mi fido, lo conosco molto bene e so che con lui sarai al sicuro.> disse interrompendola.
<Lui lo sa?>
<Si.>
<E come l'ha presa?> domanda retorica, Beatrice poteva immaginare cosa avesse pensato davanti a quella proposta.
Non parlava con Beatrice da una settimana, e non nascondeva che la cosa lo irritava. Fisicamente era attratto da lei, aveva un bel corpo e un bel viso, ma caratterialmente non la conosceva abbastanza.
Mentre era sotto la doccia qualcuno suonò al citofono e dato che non permetteva a nessuno di entrare in casa, l'unico che potesse cercarlo era Francesco. Aprì e lo fece salire.
<Non chiedi nemmeno chi è? > disse una volta varcata la soglia.
<Solo a te permetto di mettere piede qui dentro.> si tamponò i capelli bagnati e poggiò l'asciugamano sulla sedia. <Proprio di questo vorrei parlarti.>
<Cosa vuoi.> Il suo tono di voce si abbassò di molto, come se qualcuno lo avesse minacciato.
<Io e Claudia dobbiamo partire per una settimana e quindi->
<Vuoi che ti tenga la sorellina.> Lo anticipò e lui annuì; come sospettava.
<Sai che non posso!> disse puntandogli un dito contro e prendendo due birre dal frigo.
<Sei l'unico di cui mi fido. Non voglio lasciarla sola, non deve. Mi devi un favore ed è ora di ricambiare.>
Lo sapeva e aveva ragione, una sera fece a botte con un ragazzo spaccandogli la faccia e lui si prese la colpa per non farlo finire nei guai, dato che un militare non poteva avere condanne.
<Va bene, ma sappi che non sarò carino e gentile con lei. Mi sembra che abbia dei problemi.> Francesco sorrise e scosse la testa. <Ha solo bisogno di qualcuno di cui fidarsi.>
La sera successiva, passò a casa di Francesco per prendere Beatrice e portarla da lui. Non sapeva cosa sarebbe successo. A dirla tutto iniziò ad avere paura e a temere il peggio. Quella ragazza doveva stargli lontano, doveva evitarlo. Ti prego evitami
Suonò e dopo qualche minuto la vide scendere con una piccola valigia nera, che d'istino prese e caricò in macchina. Mise in moto e partirono.
<Mi dispiace davvero, non è colpa mia. Mio fratello non vuole lasciarmi sola a casa e l'unico di cui si fida sei tu e non ho potuto protestare altrimenti mi avrebbe rispedito a calci dai miei e io->
<Sei logorroica. Devo un favore a tuo fratello. Lo faccio solo per questo.> La vide abbassare il capo e annuire. Non lo faceva solo per ricambiare il favore, di quello era consapevole, perché se avesse dovuto ospitare un'altra persona non avrebbe accettato.
<Siamo arrivati.> Edo scese dalla macchina e prese la valigia per poi chiamare l'ascensore.
<Grazie.> gli disse Bea quasi sussurrando
Le sorrise e si morse il labbro. Iniziamo bene, pensò
Aprì la porta di casa per farla entrare. Appena mise piede nell'appartamento un brivido gli percorse la schiena, era la prima ragazza a cui aveva permesso di entrare.
Quando doveva "vedersi" con qualcuna restavano in macchina, a casa loro ,o un hotel al massimo, ma mai a casa sua. E vedere LEI, seduta sul SUO divano come se ci fosse sempre stata, gli fece uno strano effetto. E non capì se in positivo o meno.
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Ti Prometto Una Vita - In Revisione
Romance[...] [...] con sguardo perso rispose Due ragazzi che vi faranno innamorare della vita. Edoardo e Beatrice , reclute di un viaggio che non avrebbero mai voluto affrontare. Un cuore pronto a esplodere dalla rabbia e un altro pieno di paura e delus...