Capitolo 23

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Era passato un mese. Un mese pieno di baci, abbracci e tante attenzioni. Bea non era ancora pronta lo sentiva e la capiva, ma voleva che si fidasse ciecamente di lui e che facesse quel grande passo per entrambi.
I mesi passavano e la partenza si avvicinava, l'ansia lo stava divorando giorno dopo giorno e ogni minuto che passava, pensava di tornare a farsi; ma poi la guardava e cambiava idea. Si faceva di lei ogni giorno, ed era meno pericoloso e sicuramente più piacevole.
Non le aveva ancora detto che l’ amava e questo glielo rimproverava ogni santo giorno. Come lei non era pronta per fare l'amore , lui non era pronto a dirle "ti amo", e spesso era argomento di molte spiacevoli litigate.
<Tesoro, buongiorno.> Si stiracchiò al suo fianco, sfiorandosi il volto con un pugno. Di prima mattina era ancora più bella, così naturale e spontanea solo per lui. <Buongiorno a te.> Si girò sul fianco lasciandogli un bacio sul petto scoperto, in direzione di una cicatrice. Le alzò il volto e le accarezzò le labbra con le sue, che si allungarono in un sorriso non appena le toccò la pancia con le dita.
<Edo?> Sussurrò tra un bacio e l'altro. <Mh.> Mise una mano sulla sua nuca ,premendo ancora di più le loro bocche, per approfondire il bacio. Con calma giocò con la sua lingua e la sentì ansimare ,nel momento in cui le tirò un leggero schiaffo sul sedere. Petto contro petto. Indossava solo una canotta bianca e questo bastava per farlo eccitare.
<Dovremmo alzarci.> Non appena se ne accorse, rossa in viso e con il respiro corto, si allontanò scendendo dal letto. <Bea, aspetta un attimo.> Si alzò seguendola. Si infilò il pantalone della tuta e uscì dalla stanza. <Mi vuoi ascoltare?> La prese per un braccio ,facendola girare bruscamente. Lo fulminò con lo sguardo e subito la lasciò alzando le mani.
<Perché fai così?> Ogni volta che la sfiorava e si spingeva un po' oltre lo respingeva, come se fosse l'essere più schifoso sulla faccia della terra. Davvero, ci stava provando in tutti i modi, la metteva prima di ogni cosa, la faceva sentire amata, non le faceva mancare nulla e non per portarla a letto, bensì perché a lei ci teneva davvero tanto.
<Non mi va di parlarne.> gli dava le spalle accendendosi una sigaretta. <Sai che novità. Con me non parli mai. Non so mai che cazzo ti passa per la testa!> Esplose sbattendo la caffettiera sul bancone della cucina. <Non ricominciare.> Gli puntò un dito contro e lui le bloccò le mani facendo cadere la sigaretta sul pavimento.<Perché continui a respingermi? Io non sono il tuo ex, Bea. Guardami! Ci sto provando, ma tu non fai altro che allontanarmi!> Le lasciò i polsi e indietreggiò senza distogliere lo sguardo dal suo.
<E tu quando ti deciderai a dirmi che mi ami?> Gesticolò portandosi le mani nei capelli ed uscendo in terrazza. Ogni giorno la stessa storia. <Perché non mi sento pronto!>
<Ecco, anch'io non mi sento pronta a fare l'amore con te.> Era di spalle e la avvolse in un abbraccio; al suo tocco subito si rilassò e poggiandogli la testa sul petto. <Edo io ti amo, lo sai, ma ho bisogno di sentirmelo dire.> Annuì baciandole il collo ,mentre intrecciava le mani con le sue. <Non sono bravo ad esprimere i miei sentimenti, lo sai. Te lo dirò, ma non voglio dovertelo dire solo perché me lo dici tu .>
<Allora quando me lo dirai? Quando tornerai dall'Afghanistan? E se non->
<Ehi, ehi calmati. Non sarà troppo tardi , abbiamo ancora tempo prima della partenza.> Non le dava tutti i torti, ma come lui rispettava i suoi tempi, lei doveva rispettare i suoi. Solo così, si poteva andare d'accordo.
……………
'Il cielo era grigio e la nebbia non gli permetteva di guardare oltre il naso. I suoi compagni lo seguivano aguzzando la vista, ma era tutto inutile. Le missioni di pace erano inutili. Finivano tutti per morire.
Un boato. Poi un altro. Un altro ancora.
Puzza di bruciato e di carne fatta a pezzi.
Aveva dolore ovunque e non vedeva da un occhio. Il suo corpo era percosso da tremiti e brividi ,si sentiva come se fosse su un tappeto elettrico. Credeva di aver perso le gambe. Qualcuno gridò il suo nome. Una voce lontana, ma bellissima. Non era un ragazzo molto credente, ma avrebbe potuto paragonarla alla Madonna. Una flebile luce squarciò il cielo all'improvviso…'

<Edo! Edo! Amore, è tutto ok.> Era solo un incubo, un brutto sogno. Le sue gambe c’erano ancora, ed era nella sua stanza, con la sua ragazza. Ok , poteva lavorarci.
Bea si massaggiava i polsi, maledizione! <Cristo, Bea.> La prese di peso portandola a cavalcioni sulle sue gambe. <Non è colpa tua.> Nascose la testa nell'incavo del suo collo e si perse nel suo profumo.
Fino a qualche mese fa era sicuro del suo lavoro, nonostante tutto non dubitava di niente, ma ora…sembrava una femminuccia.
<Ti amo.> Sussurrò sulla sua pelle, facendogli venire i brividi. <Non ho mai dubitato del mio lavoro, ma tu mi rendi così debole Bea.> Le accarezzò la schiena ,mentre lei lo guardava accigliata. <Prima non avevo nulla da perdere, adesso ho te. Sei il mio punto debole, da quando sei nella mia vita sono fragile ,però mi fai sentire così vivo. Prima ero molto più forte, ma solo perché ero morto.>
Non poteva nemmeno lontanamente immaginare, la fatica che stava facendo dicendole quelle parole. Non era romantico, ne tanto meno sdolcinato, ma lei…..diamine lei si meritava quello e anche di più.
<Hai paura?> Annuì sincero. <Non partire. Non ne vale la pena.> Posò le mani sulle sue guance.
<Bea è il mio lavoro.>
< Sai cosa c'è li giù meglio di chiunque altro! Se fosse stato a parti inverse, mi avresti mai mandata?> Rise leggermente. Come poteva pensare una cosa del genere? <Nemmeno sotto tortura permetterei una cosa del genere.> La strinse forte a se , come se qualcuno potesse portarla via.
<Dimmi che mi ami.> Sussurra sulle mia labbra. <Dimmelo.> Si morse il labbro inferiore facendogli strozzare un gemito in gola. <Dimmi che mi ami.> Gli accarezzò il petto, qualcosa in lui si infiammò e conosceva molto bene quella sensazione. Si stava eccitando ,e non andava per niente bene. Iniziò a baciargli il collo, mentre muoveva lentamente il bacino sui boxer.
<Bea, ti conviene fermarti.> Si mise i capelli di lato e lo guardò sorridente. <Non si gode solo facendo sesso. Fammi provare.> Voleva mettersi alla prova, questo era chiaro, ma non voleva solo quello. Voleva anche che le dicesse che l’amava. <D’accordo allora...>
Le poggiò le mani sui fianchi alzandole la maglietta ,che si lasciò sfilare con esitazione. Le baciò i seni, e lei in risposta si mosse avanti e indietro sulle sue gambe, gemette anche lui quando fece pressione facendo scontrare le loro parti più intime.
Solo Dio sapeva quanto la desiderasse. Le toccò il sedere facendole aumentare il ritmo. <Sei bravissima.> Le sussurrò all’orecchio e quello la incitò a farlo più veloce, era eccitato come non lo era mai stato. <oddio-  si spinse verso il suo punto debole, prendendole un seno in bocca e succhiandolo forte affamato del suo corpo <Edo!> Nel momento in cui si accasciò sul suo petto ,esplose di piacere venendo nelle mutande. <Sei incredibile Bea.>
Le baciò più volte le labbra dolcemente. Non glielo disse, ma glielo fece capire che l’amava da impazzire.

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