Capitolo 13 <Sono stanco di aspettare.> sbuffò Edoardo, lasciandosi a peso morto sulla panchina dell'aeroporto. Aurora aveva un sorrisetto da ebete stampato sul volto da ormai mezz’ora ,e saltellava tra la gente in attesa che suo fratello Gianluca arrivasse.
<Eccolo, è lui.> lo vide in lontananza con la valigia rigorosamente nera e la sua solita camminata da cattivo ragazzo, ma chi vuole prendere in giro <Cristo.> imprecò Aurora , facendo girare due vecchiette visibilmente scioccate.
Alzò una mano per farsi vedere da lui ,che prontamente andò verso di loro. <Bea.> la salutò con un bacio sulla guancia. Tra lei e Gianluca non c'era mai stato un rapporto profondo, al contrario di Francesco. Nonostante ciò si volevano un bene immenso.
<Loro sono Edoardo e Aurora, sua sorella.> I ragazzi si strinsero la mano in modo rude e mascolino , ad Aurora invece toccò un bacio sulla guancia ,che la fece diventare rossa come un pomodoro.
<Aiuto! E’ bellissimo.> Sussurrò quest’ultima al suo orecchio per non farsi sentire. <Nah, è un ragazzo come tutti gli altri.>
<Dove alloggerai?> Gli chiese Bea
<In un hotel non lontano dal centro.> Non era mai stato un tipo di molte parole, non aveva l’indole di esporsi più di tanto con le persone. Infatti per capire quello che pensava o provava, bisognava tirare a indovinare; a pensarci bene forse aveva preso da lui.
<Come stai?> Le chiese Edoardo, mentre uscirono dall'aeroporto per raggiungere la macchina <Meglio rispetto a ieri.> Le mise un braccio intorno al collo lasciandole un bacio sui capelli e lei sorrise .
<Mi sono perso qualcosa?> Gianluca li osservò con la fronte corrugata. <Per ora no, ma presto faranno il botto!> Aurora le fece l'occhiolino e prese sottobraccio suo fratello, lasciandoli indietro.
………………
Alle 23 i suoi occhi si fecero pesanti ,e le palpebre minacciavano di chiudersi. In camera da letto ,Edoardo era intento a fare la valigia per la partenza del giorno dopo. Si fermò vicino alla porta e lo osservò a braccia incrociate. Ad ogni suo movimento, i muscoli si contraevano e si rilassavano automaticamente ,e la maglietta nera aderente metteva in mostra i suoi addominali scolpiti. Prese la divisa e l’appese all'armadio, facendo una cosa che non si sarebbe mai aspettata . Restò immobile a fissare l’armadio, sembrava come in uno stato di trance, respirava talmente piano da non vedere il suo torace alzarsi e abbassarsi. All'improvviso sferrò un pugno al muro facendola spaventare a morte.
<Cristo, non pensavo fossi qui.> Si scusò, sedendosi sul letto e portandosi le mani sul volto teso. <Tranquillo.> Spostò le braccia e si mise sulle sue gambe, provocandogli un sorrisetto malizioso e stupito. La strinse forte e il suo profumo inebriante la mandò in Paradiso, non pensava che un ragazzo potesse farle quell’ effetto, o almeno non più. Aveva sempre affermato di essere stata innamorata, ma non credeva che quella forma di sottomissione potesse più essere considerata amore.
<Hai una tua foto?> Alzò la testa e incrocio il suo sguardo triste. <Non ho foto mie, o per lo meno foto dove sono da sola.> Annuì e colse un briciolo di delusione nella sua espressione.
<Aspetta.> Bea si diresse verso l'rmadio e frugò nella valigia. <Dove diamine l'ho messa.> Lanciò un po' di vestiti sul pavimento, sotto lo sguardo divertito del ragazzo dietro di lei.
<Trovata! È una Polaroid. Me l’ha scattata una mia amica, prima di venire qui.> La foto la ritraeva su una vespa bianca, in piena campagna. Indossava un vestitino bianco e un paio di occhiali da sole.
<Grazie. Sarà il mio portafortuna.>
……………………….
La giornata era ormai passata e in aeroporto vi erano dei militari che salutavano le famiglie, scene commoventi e strazianti. Edoardo era in divisa, come la prima volta che l'aveva visto sul treno, rimanendone incantata. Con un borsone sulle spalle e un’espressione assente.
<Devo andare. Appena posso provo a scriverti, i cellulari li non hanno campo.> Sorrise debolmente per sdrammatizzare un po' la situazione.
Lei si lanciò tra le sue braccia, assaporando quel momento che avrebbe voluto durasse per sempre <Questa volta ci sarà qualcuno ad aspettarti alla stazione>_____________________________
Partire per una missione, non era mai stato difficile come quel giorno. Vedere i suoi occhi pieni di lacrime ,che lo imploravano di restare, il suo profumo di vaniglia che lo avrebbe accompagnato per tutto il viaggio.
Dopo essere salito sull’aereo militare e aver salutato i suoi compagni, prese posto vicino al finestrino. Sapeva di non essere pronto ad affrontare un’ulteriore sfida.
Corpi martoriati, resti umani sparsi ovunque, ragazzi come lui senza arti. Non era pronto, sicuramente non a dover dire addio ad un altro membro della sua squadra. Non poteva chiudere di nuovo gli occhi ad un altro compagno. Non poteva farlo neanche lui, non poteva più permetterselo.
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Ti Prometto Una Vita - In Revisione
Romance[...] [...] con sguardo perso rispose Due ragazzi che vi faranno innamorare della vita. Edoardo e Beatrice , reclute di un viaggio che non avrebbero mai voluto affrontare. Un cuore pronto a esplodere dalla rabbia e un altro pieno di paura e delus...